domenica 16 settembre 2012

dalla cattedra di giovanni calvino

a. rodin, danae

DALLA CATTEDRA DI GIOVANNI CALVINO DAPPERTUTTO NELLA VITA C'E' SFUMATURA DI TRISTEZZE ANCHE NELLA STESSA FELICITA' I PIU' A BUON MERCATO SI UBRIACANO DI LACRIME QUALCUNO ANCORA INTONA I WALZER DELLE VIE CRUCIS GLI ALTRI (ABBIAMO PERSO IL DEMONE, CARO SOCRATE) HANNO DENUNZIATO LA LORO IDEA ALLE AUTORITA' COMPETENTI "UTOPIE UTOPIE!" MIE SOLO GLI IDIOTI SONO SEMPRE FELICI UN TIZIO HA APPOGGIATO UNA BICI ALL'INTONACO GRIGIO DI UN PALAZZOTTO DEL CENTRO ONESTAMENTE SIAMO TUTTI MEDIOCREMENTE NOIOSI E I PIU' DISPERATI NON SI RASSEGNANO AD AMMETTERLO LA TERRA SI DILUNGA COSI' A SPEGNERSI MENTRE FALLITE A PEZZI LE ROVINE NON POSSONO SFUGGIRE AI LORO FANTASMI CROLLANDO

ma io sono libero



giovedì 13 settembre 2012

belleville


nous n’étions pas prêts à l’articulation
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
nous n’étions pas prêts à l’articulation
et je m’aperçus trop tard que la sienne était une salutation
et l’adieu à mains nues
par tous les bar de belleville
à la recherche d’une lune bleue

non eravamo pronti per l’articolazione
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
non eravamo pronti per l’articolazione
e mi accorsi troppo tardi che il suo era un saluto
e l’addio a mani nude
per tutti i bar di belleville
alla ricerca di una luna blu

giovedì 30 agosto 2012

ghiaccio senza foglia (a. breton - p. soupault, "i campi magnetici")


prigionieri di gocce d’acqua, noi non siamo che animali perpetui. corriamo nelle città senza rumori e i manifesti incantati non ci toccano più.  
a che bene questi grandi entusiasmi fragili, questi salti di gioia disseccati? noi non sappiamo più null’altro che gli astri morti; guardiamo i volti; e sospiriamo di piacere. 
la nostra bocca è più secca delle spiagge perdute; i nostri occhi girano senza meta, senza speranza. 
non ci sono più quei caffè dove ci riuniamo per bere quelle bevande fresche, quegli alcolici annacquati e i tavoli sono più appiccicosi che questi marciapiedi dove sono cadute le nostre ombre morte della vecchiaia.
qualche volta, il vento ci circonda delle sue grandi mani fredde e ci attacca agli alberi tagliati dal sole. tutti, ridiamo, cantiamo, ma nessuno sente più il suo cuore battere. la febbre ci abbandona. [...]
noi abbiamo donato loro il nostro cuore che non era che una pallida canzone.

le ciel de paris se plongait en la seine