sabato 29 settembre 2012

il pensare ci divide, il sentire ci unisce (versione polifonica, 22 settembre 2012)

prendete una poesia scritta di getto in una notte confusa di febbraio, una poesia di passione e solitudine.
prendete la bellezza lirica del santuario di oltrona s. mamette nel buio di settembre.
prendete amici che aiutino, che leggano, prendete un ampio pubblico, attento e vibrante, e il pensiero di lei. 
prendete anche l'offertorium del requiem di berlioz, e poi delle bombe, degli spari, rumori di guerra.
prendete tutto questo e quella notte confusa di febbraio rinascerà di fiori che non conoscono aridità.




a volte anche ti manco
a volte mangio le mele con la buccia a volte amo a volte non mi mangio più le unghie a volte mi rompo di leggere libri di altri a volte lavo le lenzuola a volte pago le bollette anzi quasi sempre a volte vado al cinema a volte cucino riso bianco mica sempre a volte dormo e
a volte
quando dormo vivo dei sogni

e all'ottavo giorno mi si aprì il cielo all'ottavo giorno
quelle mie piante così piccole che magari cresceranno ma
finchè sono così piccole così piccole sembrano così
pronte a un futuro sembrano e mi sembrava di piantare
il mio eden e sentivo di toccare ciò che sarà
futuro a volte invece bastano quindici minuti per perdere un treno
quindici minuti fa e non capire
più stare come un sergente ancorato in una foresta strabordante di vietkong ancorato a nulla ancorato a quel me stesso che cerca di
ancorarsi
a una luce strana luce di neon sì
la conosco quella luce e faccio finta di non conoscerla
ma è proprio così
ma oltretutto è notte stanotte questa notte in cui parlerei l'intera notte
con te
e ti ascolterei e mi ricorderei stringendoti persino ciascuna
                                                                          delle preposizioni
                                                                          che pronunceresti
poi magari mi girerei e troverei il mio letto scarno
e deserto - luce al neon - luce al neon - luce al neon -
"non sparate! NON SPARATE!" ma io sparo
chissenefotte a crepapelle (che non si spara a crepapelle ma come si dice?)
a volte muoio a volte risorgo a volte
ri-muoio a volte soprattutto
nasco nero asfissiaco contorto ma nasco
all'ottavo giorno
mi giro e ci sei: abbraccio in questa mattina acerba

mercoledì 26 settembre 2012

"e nascose il suo volto fra uno sciame di stelle"


voci uniche di una serata unica.
oltrona s. mamette, 22 settembre 2012.

ps. il testo è impubblicabile in questo spazio, ma chiunque fosse interessato può inviarmi in privato la sua mail e gli sarà inviato in allegato il file.

domenica 23 settembre 2012

la vergine delle giraffe



è l’autorizzazione del reato a reagire d’idolatria, gertrude
e segretamente amo l’aborigeno alzatevi
pazzi selvaggi bambini: sarete i salvati
cui aggiungo il lupo di san francesco
ho per esempio reminiscenze di innocenza
lungo i fiumi dove tu mi cullavi innamorato
lungo i secoli e i singhiozzi ribrezzo del giallo ma come
concepirci l’arancio? (senza) le vesti macchiate
dall’offerta sacerdotale e poi approdare
a una soluzione riguardo al dilemma lidi laziali
del tempo: arderlo!
vorrei radermi il capo vorrei scrivere i miei
versi vorrei dormire con te
sotto le stelle
concludo che non esista causa o effetto nello scorrere alla foce
quanto invece la concessione
di sé

(la prosa ha dilapidato la divina voce)
















mercoledì 19 settembre 2012

nel giardino dei salici (yeats)





fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
m'invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull'albero;
ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.

fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
e lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
m'invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini;
ma io ero giovane e sciocco, e ora sono pieno di lacrime.

domenica 16 settembre 2012

dalla cattedra di giovanni calvino

a. rodin, danae

DALLA CATTEDRA DI GIOVANNI CALVINO DAPPERTUTTO NELLA VITA C'E' SFUMATURA DI TRISTEZZE ANCHE NELLA STESSA FELICITA' I PIU' A BUON MERCATO SI UBRIACANO DI LACRIME QUALCUNO ANCORA INTONA I WALZER DELLE VIE CRUCIS GLI ALTRI (ABBIAMO PERSO IL DEMONE, CARO SOCRATE) HANNO DENUNZIATO LA LORO IDEA ALLE AUTORITA' COMPETENTI "UTOPIE UTOPIE!" MIE SOLO GLI IDIOTI SONO SEMPRE FELICI UN TIZIO HA APPOGGIATO UNA BICI ALL'INTONACO GRIGIO DI UN PALAZZOTTO DEL CENTRO ONESTAMENTE SIAMO TUTTI MEDIOCREMENTE NOIOSI E I PIU' DISPERATI NON SI RASSEGNANO AD AMMETTERLO LA TERRA SI DILUNGA COSI' A SPEGNERSI MENTRE FALLITE A PEZZI LE ROVINE NON POSSONO SFUGGIRE AI LORO FANTASMI CROLLANDO

ma io sono libero



giovedì 13 settembre 2012

belleville


nous n’étions pas prêts à l’articulation
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
nous n’étions pas prêts à l’articulation
et je m’aperçus trop tard que la sienne était une salutation
et l’adieu à mains nues
par tous les bar de belleville
à la recherche d’une lune bleue

non eravamo pronti per l’articolazione
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
non eravamo pronti per l’articolazione
e mi accorsi troppo tardi che il suo era un saluto
e l’addio a mani nude
per tutti i bar di belleville
alla ricerca di una luna blu