domenica 30 dicembre 2012

"everyone's gone to the moon" (nina simone)




streets full of people, all alone
roads full of houses, never home
a church full of singing, out of tune
everyone's gone to the moon

eyes full of sorrow, never wet
hands full of money, all in debt
sun coming out in the middle of June
everyone's gone to the moon

you see a long time ago life had begun
everyone went to the sun

parks full of motors, painted green
mouths full of chocolate-covered cream
arms that can only lift a spoon

you see everyone's gone
everybody's gone
everyone's gone to the moon
everyone's gone to the moon
what will happen now
everyone's gone to the moon
there's nobody left
everyone's gone to the moon

mercoledì 19 dicembre 2012

nudo


a volte basta una frase per farti riverberare in testa per ore, giorni, settimane le stesse parole:


nudo uscii dal grembo di mia madre 


nudo uscii dal grembo di mia madre 

nudo uscii dal grembo di mia madre


nudo uscii dal grembo di mia madre


nudo uscii dal grembo di mia madre

nudo uscii dal grembo di mia madre 

nudo uscii dal grembo di mia madre 


(gb 1, 21)



giovedì 13 dicembre 2012

una bicicletta verde


si è un castello di ipotesi convenzionali
e come sarebbe mai possibile non infiltrare la nostra idea
d'uomo nell'educare un uomo? siamo solo           (carte)
uomo
la bicicletta verde
una nuvola
sulle spalle un cielo trapuntato di stelle "a che
pensa, prof?" libertà
senza nome 
identità


giovedì 6 dicembre 2012

in una notte d'un gelido 17 dicembre (g. caproni)


...l'uomo che di notte, solo,
nel gelido dicembre,
spinge il cancello e rientra
- solo - nei suoi sospiri.



sabato 1 dicembre 2012

in ogni angolo del mondo

M. Chagall, L'angelo cadente, 1923-47

ho appeso un angelo su un bonsai
dondola come un gomitolo rovente
che contiene esclusivamente angoli convessi
sbandierando il bandolo della matassa
                                               della matassa

l'angelo s'alzò e s'aizzò
ali al vento come un sorcio al sugo
che contiene esclusivamente angoli convessi
stracciando il bandolo della matassa
                                           della matassa

il bonsai si piegò l'angelo
sbandò come una carreggiata senza trama
che contiene esclusivamente angoli convessi
baciando il bandolo della matassa
                                      della matassa


l'angelo saltò pulce su una zampa


"in ogni angolo del mondo il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia" (a. camus)

giovedì 29 novembre 2012

la morte di pompeo (lucano, farsalia VIII vv. 612-636)


R. Magritte, L'impero della luce
pompeo non disponeva più di se stesso: gli atroci
sicari del re si apprestano a brandire il ferro. appena
vide la spada su di sé, si coprì il volto e il capo,
sdegnando di offrirlo scoperto al Fato, chiuse gli occhi
e trattenne il respiro per timore di emettere grida
o macchiare con un solo lamento l'eterna fama.
e quando il sinistro Achilla gli trapassò il fianco,
assecondò ancora il colpo senza emettere un gemito;
spregiò il crimine, conservò il corpo immobile
e morendo provò chi fosse e volse in cuore
tali parole: "i secoli che mai taceranno i travagli
romani mi osservano, il futuro contempla da tutte le parti
del mondo la lealtà e la nave di Faro: ora pensa
alla gloria. hai trascorso una lunga vita tra prosperi eventi;
i popoli non sanno, a meno che non lo si provi nel morire,
che sai sopportare le avversità. non cedere all'onta,
non dolerti dell'esecutore del destino: qualunque mano
ti colpisce, è la mano di cesare. mi lacerino le membra,
le disperdano, tuttavia sono felice, o dèi celesti,
e nessuno di voi potrà privarmi di questo. muta
la fortuna nella vita, ma non si diviene sfortunati con la morte.
cornelia e il mio pompeo assistono all'assassinio: con tanta più forza,
dolore, ti prego, soffoca i gemiti" così controllò i pensieri
il grande, così padroneggiò l'animo morente.





mercoledì 21 novembre 2012

lilium


ho smarrito un kiwi per il pavimento dei miei mali
lontani dall'artiglieria sotto qualcuno di quegli  armadi
ho solo i tuoi fantasmi e le acque che sommergono
colonne corinzie che germogliavano all'oltre
ho le scuse inutili riverberano
a colpi di colpe (cioè che il deserto dei tartari risuona di noi) a colpi di colpe
infrante nude pareti di affreschi tardantichi
eppure galla placidia risplende nel mausoleo
eppure scivolato il gesso si spezza quattro pezzi
e di bianco s'è sparso il pavimento
il velo di una sposa inseguita perseguita e persa
con un giglio la rapina d'una banca

E. Schiele, Nudo in piedi con pantaloni rossi, 1914

venerdì 16 novembre 2012

ballata e marea


J. Constable, Stormy sea, 1828

l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
i colli recanatesi s'accasciavano a noi
dicevi che le mie onde
dorate sapevano di automobili stanche io
riderò del naso di federico duca risi
di montefeltre sotto i seimila sassi
della spiaggia settemila che non puoi contare:
ho gli stessi sentimenti di quell'istante
terra! terra!
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
vento contro vento
sussurravamo assieme una canzone che pensavo
parlasse di noi il  figlio del pirata
adorava le bottiglie di spumante stappate
in mano mentre abbandònati a me
rivoluzione gridare io devo
scorrere volere veloce goooood save
the queen poi si tornò a ripopolare i pascoli
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
..
.
..
estasi                                                                                      isatse
..
.
..
.
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
assassino coll'accendino per le labbra
il naso accostato al tuo petto dopo aver
acceso i petulanti caloriferi di novembre
e piove e io sono tempesta
tu bonaccia e ancora l'arcobaleno
mai bottiglia di vino bianco fu tanto gloriosa muller
 thurgau 2011 non ammetterò mai uomo
più innamorato di me mai
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida








mercoledì 7 novembre 2012

alba


a scendere da queste nuvole e lavanda
ti chiedi con un'occhiata più severa nel viaggio
a svoltar via "ciao" quanto stento intreccio
intreccio tra le fughe e premure di sterminate inutilità
mi rispondo ancora nella nostra notte senza pesi
che tra le tue braccia l'ombra più beata
mi s'annida che rinvengo e scovo io
e te così scorrevole volersi schiudere
innato nei tuoi occhi smagliante la mia felicità


a. rodin, il bacio, musée rodin, paris 1886

mercoledì 31 ottobre 2012

l'amore surrealista (a. breton)

g. klimt, fregio di Beethoven, palazzo della secessione viennese 1902, particolare:questo bacio a tutto il mondo

sì, io credo, ho sempre creduto che la rinuncia dell'amore sia uno dei rari delitti inespiabili che un uomo dotato di qualche intelligenza possa commettere nel corso della sua vita, cerchi o no di trovare giustificazione in un pretesto ideologico. [...] chi può, domando, avere umanamente la parola? [...] è l'idea di amore la sola capace di riconciliare ogni uomo, momentaneamente o no, con l'idea di vita.

oui, je crois, j'ai toujours cru que le renoncement à l'amour, qu'il s'autorise ou non d'un prétexte idéologique, est un des rares crimes inexpiables qu'un homme doué de quelque intelligence puisse commettre au cours de sa vie. [...] qui peut, je le demande, avoir humainement la parole? [...] c'est l'idée d'amour la seule capable de réconcilier tout homme, momentanément ou non, avec l'idée de vie.

a. breton, dal "secondo manifesto del surrealismo" (1930)

sabato 27 ottobre 2012

canto di circostanza


fedele ci affranca un tempo sintetico
foglia di salvia velluto e vischio
affranta la vite si accascia all'olmo così
issando gli occhi alle nubi mi
baciasti "il mare
il mare!" mi baciasti la burrasca del mare
tenerezza stattorno tenerezza le braccia
l'eternità ha il canto di cicale mozzate
scorpione, costellazione d'incantesimo! e il fascino
d'allevamenti ovini pacatamente allo stato brado
la cancrena di cellule irrigidite dal freddo
che raccontano (io sbraito) fabulae
ma non circola la cerimonia della cecità a mezzaluna
burrasca e tempesta, scorpione! ventiquattrottobre non
ablablare non nominare di sfrontatezza
il mazzo di melograni anch'esso zuccherato
noi che nome non portiamo sopportiamo voliamo
hai ripiegato, lo so, un pigiama non più solo mio sulla costa d'un letto
ancora caldo ti amo
che non c'è dignità di circostanza non ce n'è
                                                                            dopo mesi di mesi
                                                                                                            tra noi due
l'audacia di un gatto che gigioneggia nel gabinetto

sabato 20 ottobre 2012

boulevard de montparnasse

tour eiffel, by marie gnabo lelandais

sarò i tuoi tramonti
tra la foresta di giraffe inferocite
e paralitico
canterò la pioggia con la tibia d’una lepre
insanguinata lea
a tout pour reussir, tout sauf confiance en elle “cammina
sulla punta dei miei piedi” assiderati e neri danza
così se non è possibile cose di natura differente/divergente sommare
addizionare allora fammi entrare
sarò i tuoi tramonti tinti di porpora tenebra
per abbracciare quest’aurora che respira
mi piacerebbe vivere nei metro di montparnasse
avec toi

lunedì 15 ottobre 2012

the silence of the sea


"down dropt the breeze, the sails dropt down,
it was sad as sad could be;
and we did speak only to break
the silence of the sea" (s. t. coleridge)

martedì 9 ottobre 2012

suicidio (l. aragon)



a     b     c     d     e     f

g     h     i      j      k     l

m   n     o    p     q     r

s     t      u    v     w

x            y             z




giovedì 4 ottobre 2012

esistono baci infelici?


esistono baci infelici?
quando cala il nulla nei campi circolari manioca
mentre le carezze voci di vivo vetro incenso
e credo che a volte le tue richieste siano sciocche
e m'accorgo spesso quanto le mie opinioni paiano stupide
cioè non siamo che due scemi mia
cara e l'amore è cosa così celeste

p. picasso, la danse villageoise, paris 1922

sabato 29 settembre 2012

il pensare ci divide, il sentire ci unisce (versione polifonica, 22 settembre 2012)

prendete una poesia scritta di getto in una notte confusa di febbraio, una poesia di passione e solitudine.
prendete la bellezza lirica del santuario di oltrona s. mamette nel buio di settembre.
prendete amici che aiutino, che leggano, prendete un ampio pubblico, attento e vibrante, e il pensiero di lei. 
prendete anche l'offertorium del requiem di berlioz, e poi delle bombe, degli spari, rumori di guerra.
prendete tutto questo e quella notte confusa di febbraio rinascerà di fiori che non conoscono aridità.




a volte anche ti manco
a volte mangio le mele con la buccia a volte amo a volte non mi mangio più le unghie a volte mi rompo di leggere libri di altri a volte lavo le lenzuola a volte pago le bollette anzi quasi sempre a volte vado al cinema a volte cucino riso bianco mica sempre a volte dormo e
a volte
quando dormo vivo dei sogni

e all'ottavo giorno mi si aprì il cielo all'ottavo giorno
quelle mie piante così piccole che magari cresceranno ma
finchè sono così piccole così piccole sembrano così
pronte a un futuro sembrano e mi sembrava di piantare
il mio eden e sentivo di toccare ciò che sarà
futuro a volte invece bastano quindici minuti per perdere un treno
quindici minuti fa e non capire
più stare come un sergente ancorato in una foresta strabordante di vietkong ancorato a nulla ancorato a quel me stesso che cerca di
ancorarsi
a una luce strana luce di neon sì
la conosco quella luce e faccio finta di non conoscerla
ma è proprio così
ma oltretutto è notte stanotte questa notte in cui parlerei l'intera notte
con te
e ti ascolterei e mi ricorderei stringendoti persino ciascuna
                                                                          delle preposizioni
                                                                          che pronunceresti
poi magari mi girerei e troverei il mio letto scarno
e deserto - luce al neon - luce al neon - luce al neon -
"non sparate! NON SPARATE!" ma io sparo
chissenefotte a crepapelle (che non si spara a crepapelle ma come si dice?)
a volte muoio a volte risorgo a volte
ri-muoio a volte soprattutto
nasco nero asfissiaco contorto ma nasco
all'ottavo giorno
mi giro e ci sei: abbraccio in questa mattina acerba

mercoledì 26 settembre 2012

"e nascose il suo volto fra uno sciame di stelle"


voci uniche di una serata unica.
oltrona s. mamette, 22 settembre 2012.

ps. il testo è impubblicabile in questo spazio, ma chiunque fosse interessato può inviarmi in privato la sua mail e gli sarà inviato in allegato il file.

domenica 23 settembre 2012

la vergine delle giraffe



è l’autorizzazione del reato a reagire d’idolatria, gertrude
e segretamente amo l’aborigeno alzatevi
pazzi selvaggi bambini: sarete i salvati
cui aggiungo il lupo di san francesco
ho per esempio reminiscenze di innocenza
lungo i fiumi dove tu mi cullavi innamorato
lungo i secoli e i singhiozzi ribrezzo del giallo ma come
concepirci l’arancio? (senza) le vesti macchiate
dall’offerta sacerdotale e poi approdare
a una soluzione riguardo al dilemma lidi laziali
del tempo: arderlo!
vorrei radermi il capo vorrei scrivere i miei
versi vorrei dormire con te
sotto le stelle
concludo che non esista causa o effetto nello scorrere alla foce
quanto invece la concessione
di sé

(la prosa ha dilapidato la divina voce)
















mercoledì 19 settembre 2012

nel giardino dei salici (yeats)





fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
m'invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull'albero;
ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.

fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
e lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
m'invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini;
ma io ero giovane e sciocco, e ora sono pieno di lacrime.

domenica 16 settembre 2012

dalla cattedra di giovanni calvino

a. rodin, danae

DALLA CATTEDRA DI GIOVANNI CALVINO DAPPERTUTTO NELLA VITA C'E' SFUMATURA DI TRISTEZZE ANCHE NELLA STESSA FELICITA' I PIU' A BUON MERCATO SI UBRIACANO DI LACRIME QUALCUNO ANCORA INTONA I WALZER DELLE VIE CRUCIS GLI ALTRI (ABBIAMO PERSO IL DEMONE, CARO SOCRATE) HANNO DENUNZIATO LA LORO IDEA ALLE AUTORITA' COMPETENTI "UTOPIE UTOPIE!" MIE SOLO GLI IDIOTI SONO SEMPRE FELICI UN TIZIO HA APPOGGIATO UNA BICI ALL'INTONACO GRIGIO DI UN PALAZZOTTO DEL CENTRO ONESTAMENTE SIAMO TUTTI MEDIOCREMENTE NOIOSI E I PIU' DISPERATI NON SI RASSEGNANO AD AMMETTERLO LA TERRA SI DILUNGA COSI' A SPEGNERSI MENTRE FALLITE A PEZZI LE ROVINE NON POSSONO SFUGGIRE AI LORO FANTASMI CROLLANDO

ma io sono libero



giovedì 13 settembre 2012

belleville


nous n’étions pas prêts à l’articulation
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
nous n’étions pas prêts à l’articulation
et je m’aperçus trop tard que la sienne était une salutation
et l’adieu à mains nues
par tous les bar de belleville
à la recherche d’une lune bleue

non eravamo pronti per l’articolazione
le chien chilien se cache toujours
chantant dans les champs rocheux
cocorico!
berlioz et les champignons. champignons!
non eravamo pronti per l’articolazione
e mi accorsi troppo tardi che il suo era un saluto
e l’addio a mani nude
per tutti i bar di belleville
alla ricerca di una luna blu

giovedì 30 agosto 2012

ghiaccio senza foglia (a. breton - p. soupault, "i campi magnetici")


prigionieri di gocce d’acqua, noi non siamo che animali perpetui. corriamo nelle città senza rumori e i manifesti incantati non ci toccano più.  
a che bene questi grandi entusiasmi fragili, questi salti di gioia disseccati? noi non sappiamo più null’altro che gli astri morti; guardiamo i volti; e sospiriamo di piacere. 
la nostra bocca è più secca delle spiagge perdute; i nostri occhi girano senza meta, senza speranza. 
non ci sono più quei caffè dove ci riuniamo per bere quelle bevande fresche, quegli alcolici annacquati e i tavoli sono più appiccicosi che questi marciapiedi dove sono cadute le nostre ombre morte della vecchiaia.
qualche volta, il vento ci circonda delle sue grandi mani fredde e ci attacca agli alberi tagliati dal sole. tutti, ridiamo, cantiamo, ma nessuno sente più il suo cuore battere. la febbre ci abbandona. [...]
noi abbiamo donato loro il nostro cuore che non era che una pallida canzone.

le ciel de paris se plongait en la seine

domenica 19 agosto 2012

parc buttes chaumont



una vena aperta che sfiuma sanguinante
i denti bianchi del mare
senza sosta qualche storico interessante
sosteneva che il reale si rivela semplicemente
esuberante rappresentazione del simbolo vivo
una vecchia mi ha poi fermato nei corridoi vedova e sporca
per vendere stracci di giornali e nauseanti dunque corro
io a parc buttes chaumont perché
non potrebbe essere un paradiso e oltrepasso
le mancate corrispondenze tra corretto e corrente
nell'uso della grammatica universale
ultima ratio regum strilla
il bambino in braccio alla barba dello zio
strilla il proprio nome spes ultima
che poi è lo zio che gliel'ha affibiato
dea
nelle fotografie bisogna sorridere