venerdì 24 marzo 2017

da Ariwara a Kinshasa: cronaca di un viaggio imprevisto


"può il battello affondare
anche in porto" ricorda un proverbio lugbara
allora si è partiti per attraversare
il mondo intero e l'intero me attraversare
le rovine coloniali di Nioka hotel
titanic davanti agli alti tronchi di Katanga
raccontano gli scaltri incesti dei Baluba
c'è pure un torneo di palla martedì
mattina tutto apparentemente normale
le orme di un uomo
capanne di Djalabiga aperte sul nulla pietre
primordiali a precipizio
Ngiri
Libi
i corvi di Fataki, alla griglia
tra camion rovesciati e lasciati a ingiallire
sino all'asfalto di Bunia dai dollari verdi
ben stirati da caschi blu col proclama
MONUSCO appena a due km da Irumu
Mangiva
Makaninga
Komanda
Mangusu
Yankutu siamo
scimmie scacciate dal caos della foresta
Bandiboli
Bandikola
Bandibalesu
ora verso questa domandiamo vendetta
Bandiamosi
Bandiseibo
Bandikafu
e altri cento villaggi
Pukele
Mambasa
Banana Ecole
Niania
Avakudi
e altri cento villaggi e pigmei
in penombra nella brousse
si turano le orecchie al nostro passaggio
non parlano pioggia
notte al blocco - km 23
ma all'aurora Kisangani, l'isola, sorge

(la chiamarono Stanleyville, 1883)
piccola Europa d'Africa elegante
dei quartieri di case coloniali ora
colorate da Wagenia Baonga Lokele
Topoke il fiume Congo non muore a sera
le spiagge belghe assolate e il titano
che illimitato ruggisce e canta incontenibile

il Parsifal tra le piroghe scorre
la ferita scorre come una redenzione
abbiamo ancora un volo per Limete, Kinshasa
la plus belle la poubelle
in attesa del cadavere vecchio, esiliato
di Etienne Tshisekedi Kinshasa
lungo il chiasso di boulevard Lumumba
cumuli di scarto umano non accetto
che vende manciate di cikwange
e disperazione a due franchi
"ti ricordi di me?" e papà Nestor impazzito
indicava la luce muto
3699 km, leggo, di foresta, 148
ore, dove dappertutto il drappo e s'esibisce
Debout, Congolaaais le orme
di un'anima: ebale Congo ekokufa
na butu te.