giovedì 28 giugno 2012

edvard munch, femme en pleures

un pesce asciutto
 un cielo vedovo di stelle
la morte di un padre
una statua senza volto
senza volto un oceano privo di onde
il ciliegio autunnale
un'aquila a terra
la birra analcolica
il faro buio dannazione buio
una parola spoglia di lettere nuda
di voce una melodia che nessuno canta
una donna sola.

E. Munch, Donna in lacrime, 1907, Munch museum



domenica 24 giugno 2012

foRoloGia


come giudici distratti distanti li additiamo
buchi nelle pareti
un sogno che qualcuno si è distratto dal fare
che poi crepa voragine spiffero rimaniamo
sulla calce d’un muro a prendere aria
magari materia mai c’incoronò a essere
materia ma sinceramente riconoscerete
che la comunicazione è l’estremo asilo
dei codardi e se il mondo fosse teatro d’idd-o
perché si bruciano i biondi arazzi in piazza
perché esistiamo in contromano? è certo che siamo
sulla terra ma dove sia questo no
ed è un’effimera fessura nell’elegia esiziale

mercoledì 20 giugno 2012

aneddoto minore

Un vecchio saggio viene interrogato sull’arco della propria esistenza fino ad oggi. Ed ecco come ne riassume le tre tappe:
< A vent’anni conoscevo solo una preghiera: 
"D-o, aiutami a cambiare questo mondo così insopportabile, così spietato". E per vent’anni mi sono battuto come una belva per constatare in fin dei conti che non era cambiato niente. 
A quarant’anni, conoscevo una sola preghiera: 
"D-o mio, aiutami a cambiare mia moglie, i miei parenti e i miei figli”! Per vent’anni ho lottato come una belva per constatare in fin dei conti che non era cambiato niente. 
Ora sono vecchio e conosco una sola preghiera: 
"D-o mio, aiutami a cambiare me stesso" ed ecco che il mondo cambia intorno a me! >.  


C. Singer, Del buon uso delle crisi, pp. 29-30



sabato 16 giugno 2012

z = q – h (cioè, precisamente, all’incirca, la produttività è ovviamente eguale alla quantità di merce prodotta meno le ore di lavoro svolte)


ti stringo come un'onda che mi travolge
e a tastoni per i tuoi fondali
una mandria di vacche nere nuotare
attraversa la prigionia marina la valica
e alla fine che ti amo te lo dico
neppure stavolta
troppo tardi, credimi,
così balleremo ebbri
in questo nostro buco di doccia
sconfinato quanto lo slancio d'un'altalena 
                                                        devastante e sciolto


marc chagall, les amoureux en gris, 1956-60, kunsthaus zurich
                                          

sabato 9 giugno 2012

quanto si può trovare scritto di un amore



ripropongo la poesia polifonica recitata nella serata del 21 ottobre 2011 presso la biblioteca F. Nietzsche di Lurate Caccivio (CO) da me, Valentina Rusconi ed Emanuele Parravicini. mi scuso per la bassa qualità audio e video, ma l'emozione di quella performance dal vivo è stata davvero irripetibile, cosicché spero che da qui se ne possa attingere anche solo qualche sprazzo, promettendo che che ne seguiranno di certo molte altre!


venerdì 1 giugno 2012

inappelLabile


certo che d-o esiste
irreperibile
tra gli spiragli della nostra polvere
c’è una stanza gialla luci colorate
intermittenza d’uditi qualcuno
gridò a gran voce è plausibile
tutto sfocia impertinentemente
impalpabile hai intenso l’irrequieta mistica del sipario?
la parola comunione è un cornicione impotente io
mi ascolto poco interessato così
saluto la gente che passa disinteressata
irreparabile
e d’equilibrio non mi si adagia l’assalto
al cielo come profetizza la perpetua
crisi motrice come tenta di sopprimermi
il paradosso di goebbels (che parla a parer mio
a sproposito d’un’arte amorale) vuote
senza te queste braccia s’agitano
dibattono dimenano sbattono
scrollano monche e dispercezioni di avere rassettato
il letto nel subbuglio della notte
e quest’io che è qui (è qui!) finalmente
godot s’accoccola labile sul pavimento infranto
nelle fogne della città terrestre certo che d-o
esista saldo e assiderato