martedì 31 luglio 2012

22 settembre 2012



sabato 22 settembre h. 21.00
presso il Santuario di Oltrona S. Mamette


LA PANCIA DI MIA MADRE
ingresso gratuito


il programma, di un'ora, si articolerà di poesie semplici e versi più intensi, inclusa la preziosa performance di una poesia polifonica, riguardanti il tema della maternità, affrontato da una prospettiva alternativa, arricchito da suggestive interpretazioni, accompagnato da uno sfondo bucolico non solo favoloso ma anche molto caro.


poco altro da dire: è certa per chiunque verrà un'esperienza totalmente immaginifica ed esclusivamente irripetibile!
diffondete l'invito!

cosa altro è se non Poesia?



venerdì 27 luglio 2012

struccata

ho smesso di accendere falò 
nel cuore delle notti per intiepidire 
i tuoi piedi nascoste radici nell'inverno
desisto dall'inseguire il tuo giocoddelloca
nuvole inquiete ho lasciato le tue tracce
al tempo e ora sono disteso qui nostalgia
intrappolata se ancora vorrai quel          
                                                   bacio
fresco e fiore tornerai con la chioma semplice e struccata
focosa come l'amore che sognai di te
senza più partenze senza più trattenere
                                                                     petali immortali;





venerdì 20 luglio 2012

moules et escargots


je vais tu vas il va elle
va parto con incuranza generale
e parto ma lei ma
Lei non la dimentico no
e perché voler curare la malattia?
 sfrega la prospettiva distorta del gesto,
di un vitreo discutere ma non quell'emozione 
di lampi sempre un alito in più poco più
in là per l'abito che non  potrò vestire mio
si è lanciata dal sesto piano
color del vino la fiamma
con  te si è smarrita la mia verginità
lei ha rifatto con precisione il letto
qui non ha dormito nessuno e il lupo
avrà rimpianti della pancia della balena
spenti credo io nell'inganno
sofà di pelle seicentesca e d'estiva molestia




domenica 15 luglio 2012

biondo come il sole

per fortuna gli uomini possono sognare 
gli uomini possono sognare 
e l'uomo può ancora essere sognato. 

dalla biblioteca dei bimbi una banda 
a brandelli stona l'inno canadese esce 
travolge 
i non più verdi viali arteriosclerotizzati travolge 
e pure qualche audace viola si unì a cantare 
mentre il paese non più paese 
era ma mondo e i miei morti torneranno a salutarmi. 
pure i treni lunari pure sobri battelli pure 
voi e qualche sbandato sconosciuto 
a intonare la festa delle feste, quella 
senza nome illegittima sconclusionata quella 
allora vodka galleggerà nelle stelle 
e non dovrò chiamarti non dovrò rintracciare parole 
Amore non ci saranno pezze di voce: 
io penserò Te e Tu già avrai amato. 
il cemento si articola in scheletri fuggenti 
tra alberi amaranto poichè io seguo la banda 
strimpellante moderni ritornelli arcani, 
rovina del mondo, di questo, mentreppure 
creazioni di respiri prendono vita 
e il vento non ha smesso di soffiare non ha smesso
io non mi ubriaco non scappo non rubo: 
solamente dipingo prati in cui anch'io 
possa trovarmi e fiatare 
del vento che sono. 
e sarà. 

un uomo sognato da un uomo.

mercoledì 11 luglio 2012

l'abbraccio


un dì, s'io fossi uno stelo in grazia 
tu te saresti presso il mio foco-
lare (piove) a persuadere papaveri e pazzi
che me ami? "non so che dire" io
sbando canti campestri di giovenchi e ninfe d'aria
al dannato settantotto per cento
quanto al resto letame che cammina
lepri nottambule schizzano per l'asfalto
giraffe di focosa innocenza s'agitano sul ventre dell'universo
poi scalciano e quello che fu
vale
         come un gioco di dadi
                                             senza te
gli stormi di lenzuola bianche volano via ragionevoli e spauriti


giovedì 5 luglio 2012

"interroga gratiam, non doctrinam" (s. bonaventura)

                     
                 // e pizzico
la poesia che un pazzo a central park
SQUARCIAGOLA su un tavolo legno marcio
illuse con megafono "la salvezza
è quanto agogni quando senz'aria
quando stai senz'aria l'oscurità brilla
oscilla
una scintilla e quando la vergine
soffiò
un lembo su fogli squadernati della spiaggia
il faro sarà scomparso"

lunedì 2 luglio 2012

L. Aragon, "Tutto quello che non è io è incomprensibile"

Le avventure di Telemaco è una piccola opera giovanile di Louis Aragon apparsa nel 1922, un testo dunque giovanile, ma anche di giovinezza, in cui viene raccontato l'approdo di Telemaco, rinverdita copia di Ulisse, all'isola di Calipso alle tracce di un padre disperso e in cui viene celebrato l'intreccio di nuovi amori, Telemaco con la ninfa Eucharis e Mentore/Minerva con la stessa Calipso.

A. Canova, Ritorno di Telemaco a Itaca, 1791, Gallerie di Piazza della Scala, Milano
A una lettura più profonda si nota però come non sia solo una nuova narrazione del mito, poiché il linguaggio, che si mostra ancora impeccabilmente allineato la tradizione, si amalgama con una nuova anima, nuovi orizzonti. Sì, perché nel 1919 Tzara era sbarcato con tutta l'ondata distruttiva dadaista a Parigi e perché, anche se il gruppo surrealista non si era ancora formato, uno spirito inconsueto stava iniziando a circolare, a conquistare, a orientare il cuore artistico pulsante dell'Europa. 
In questo testo, in queste righe sta nascendo una nuova Letteratura, viva e viscerale, di cui possiamo scorgere dei piccoli straordinari abbagli, come questo:

Tout ce qui n'est pas moi est incompréhensible.
Que je l'aille chercher aux rivages du Pacifique ou que je le ramasse dans les contrées de mon existence, le coquillage que j'appliquerai à mon oreille retentira de la même voix que je prendrai pour celle de la mer et qui ne sera que le bruit de moi-même.
Tous les mots, si tout-à-coup je ne me contente plus de les garder dans ma main comme de jolis objets de nacre, tous les mots me permettront d'écouter l'océan, et dans leur miroir auditif je ne retrouverai que mon image.
Le langage quoiqu'il en paraisse se réduit au seul Je et si je répète un mot quelconque, celui-ci se dépouille de tout ce qui n'est pas moi jusqu'à devenir un bruit organique par lequel ma vie se manifeste.
Il n'y a que moi au monde et si j'ai de temps en temps la faiblesse de croire à l'existence d'une femme, il me suffit de me pencher sur son sein pour entendre le bruit de mon coeur et me reconnaître. Les sentiments ne sont que des langages pour faciliter l'exercice de quelques fonctions.
Je porte dans mon gousset gauche mon portrait très ressemblant : c'est une montre en acier bruni. Elle parle, elle marque le temps, et elle n'y comprend rien.
Tout ce qui est moi est incompréhensible.


Tutto quello che non è io è incomprensibile.
Sia che lo vada a cercare sulle rive del pacifico sia che lo raccolga nelle contrade della mia esistenza, la conchiglia che avvicinerò al mio orecchio risuonerà della stessa voce che prenderò per quella del mare e che non sarà se non il rumore di me stesso.
Tutte le parole, se a un tratto non mi accontento più di tenerle in mano come graziosi oggetti di madreperla, tutte le parole mi permetteranno di ascoltare l'oceano, e nel loro specchio uditivo non ritroverò se non la mia immagine.
Il linguaggio, qualunque cosa sembri, si riduce al solo Io e se ripeto una qualsiasi parola essa si spoglia di tutto quel che non è io fino a diventare un rumore organico attraverso cui si manifesta la mia vita.
Non ci sono che io al mondo e se ho ogni tanto la debolezza di credere all'esistenza di una donna mi basta chinarmi sul suo seno per udire il rumore del mio cuore e riconoscermi.
I sentimenti non sono che dei linguaggi per facilitare l'esercizio di alcune funzioni.
Porto nel taschino sinistro il mio ritratto molto somigliante: è un orologio d'acciaio brunito. Parla, segna il tempo e non ci capisce nulla.
Tutto quello che è io è incomprensibile.

(L. Aragon, Le avventure di Telemaco, cap. II, 1922 et Littérature, vol. XIII, 1920)

L'io e il mondo appaiono due specchi infranti di uno stesso mistero. Terribilmente sconfinato, incredibilmente intimo.