sabato 26 settembre 2015

il canto di Prometeo e la danza di Eurydice

 un estratto dalla IV scena di Eurydice





IN SEGUITO ho massacrato le praterie di bisonti rettangolari li ho massacrati uno a uno col ghigno del desiderio per i loro scheletri.

IN SEGUITO dalla polvere una danza rindondante che risonò e squassò i pavimenti come fossero manichini: riappariranno le macchie e alla fine i buchi figli dell'abisso saranno riconosciuti.
degnamente. dogmaticamente.


IN SEGUITO la grande umidità i serbatoi le rupi un cartello fili di connessione la cravatta gli alberghi ancora una linea ancora una linea ancora una linea ancora dritta 
le iene le cose le case.
noi dentro.


IN SEGUITO le galassie una biblioteca tempesta tormenta bufera la genziana amara un ciclomotore l'autannientamento un vestito verde un vestito azzurro il vestito rosso.
dentro noi.


IN SEGUITO hai letto che tutto il mondo è d'accordo che l'attuale situazione di pace armata è insostenibile (gradatamente impossibile) hai pianto di nascosto hai ordinato risotto al pesce persico con abbondante burro brindando mi hai abbandonato.
seduto ancora seduto.

IN SEGUITO un demone arrivava dalle ali leggere di alabastro...



per lo spettacolo completo:
oppure

giovedì 17 settembre 2015

nox mea lux animi est


tutto è luce
il tempo è luce
accecante poiché il buio
è un dubbio il grigio
la sua bugia s'accasciano
le mie nenie notturne
un bicchiere d'amaro un testo
francese un mio adagio sbagliato
nulla è buio quanto la luce



venerdì 11 settembre 2015

quanto ora fa parte di me




io e te l'abbiamo visto
amos mi fissa e stringe
la mia mano muzungu alla soglia dei bananeti
sole africano e assorto
e io e te l'abbiamo visto
la bambina trascinava un fratellino per il sentiero del pozzo
come per gioco le strade rosse
palpitanti il peso sempre pericolante
dell'equilibrio semplice dei gigli
di campo mbuzi mbizzi
nkoko nakayemba emmanueli
una madre lo avvolge delle sue braccia
i passeri dell'etere
grida dante on the road in uganda
ma io e te l'abbiamo visto
era una meteora, dicevi, da una parte
del cielo all'altra o un fuoco senza nome
ha bruciato la notte alcuni istanti
e noi l'avevamo visto e forse
non solo io e te il buio
e tutta la plastica che sbuca qui
l'abbiamo visto così vicino sacro così
che non possiamo farne a meno
recedere la luna annuisce
di neve


mt 6, 26-34



per le foto un grazie a bakhita ferrari




mercoledì 2 settembre 2015

mazina kya ekisa




signore delle stelle del sud signore
omuganda la terra è rossa
e la città lontano il cielo
senza strepito qui a bethlehem 
di kyotera 9673 km dal mondo
che conoscevo dove l'orchestra del cosmo
si rinovella coro emu birri
ssatu ed armonia
your smile is a silencious star
maternità minore della bellezza
ssebo enjuba sulla terra rossa
l'aria odora di saccheggio (plastica
bruciata tra i venti caldi vaniglia)
è qui il mondo, omuzungu?
un dispensario tra le crepe delle foreste
il cielo che è azzurro poi bianco poi rosa poi
grigio orimulungi nnyo arrugginito qui
nessuna linea sull'equatore e la luna
è stanca gwelinnyaryo viviamo di memorie
superflue nnya ttaano
mukaaga dove la terra è rossa
come il vortice umano e delle acque inverta
risvolti il senso delle stelle del sud
lo hanno mostrato musanvu
munaana mwenda ne
kkumi un gallo misura col canto
paul in due metri quadri di sterco
e preghiere in the kingdom of heaven
un maiale in moto montare al macello
e sogno (il dilemma dell'uomo è sorto
col passare dall'esile questione della sopravvivenza
a quella seguente del senso
del fiore) sogno che narra di una ragazza fanciulla
che è fuori e chiede
"aprite" la chiesa non apre è fuori
ma la chiesa chiusa nella notte
lei attende nel nulla buio muliro
lei attende sola sopra le stelle sino al mattino
ha scelto sarà suora muliro muliro
che narra della sciarpa impolverata di un bimbo
mattina dell'assunzione durante la messa una predicatrice
grida su una collinetta grida e minaccia
la fine di cosa? ognuno è
una stella cadente ognuno ha una sola stella
ch'infiamma cadendo il mondo e un'anziana
mi si inginocchia come potessi salvare anche solo me stesso
io posso piangere
e abbracciare
come legna nella stufa
ogni giorno ogni look
and do likewise giorno sento i rumori
del villaggio sulla terra rossa webade il silenzio
di un cinema la grazia danza
webade a piedi nudi e sporchi
a passi nudi e polverosi di giraffa la mia strada
che verrà omuzungu n'omuganda.


note:
questa poesia non può che essere scritta anche in altra lingua.
per chiarezza riporto tuttavia una traduzione, per quanto sommaria, dei termini luganda presenti nel testo:
mazina kya ekisa: la danza della grazia; omuganda: ugandese; emu: uno; birri: due; ssatu: tre; ssebo enjuba: signor sole; omuzungu: bianco; orimulungi nnyo: sei bellissimo; gwelinnyaryo: il tuo nome; nnya: quattro; ttaano: cinque; mukaaga: sei; musanvu: sette; munaana: otto; mwenda; nove; ne kkumi: e dieci; muliro: fuoco; webade: grazie; omuzungu n'omuganda: un bianco e un ugandese.