giovedì 31 gennaio 2013

il reale appare allegoria del vero


les bornes renversées du paradis 
gisent parmi des nuages de cendre

i confini rovesciati del paradiso
giaciono tra nuvole di cenere

(souffle, j. arp)

G. Klimt, Musica, 1895

domenica 27 gennaio 2013

pantofole di pellerossa


che poi io immagino che faranno le pantofole quando finirà tutto questo farfuglio
le pianure e il fragore dei fiumi e i terremoti muti
il più delle volte i colpevoli si addormentano immantinente
la pantofola voleva rincasarsi e riposarsi. mica può riposarsi una pantofola, lo sapete anche voi, senza scomodarsi per mettersi in pantofole
non chiederete dunque il perché della guerra
nessuno mi ha chiesto perché, quando mi sfiorò per la prima volta l'alito umano
poi ovviamente tossii
guerra i miei occhi che pulsano nello specchio sembrano gioco di specchi
mi volgo e vedo lo straniero
pellerossa che canta totem totem e ancora lo stesso interrotto respiro
ferrovia di ferro e frecce inferocite infuocate
i miei occhi che danzano di costellazioni cantano totem totem totem
di che hai paura piedechebatte dove corri che insegui nella pianura?
il più delle volte i cervi fuggono la primavera nelle pianure 
indiano indossa le pantofole 
quando finirà questo farfuglio e la danza dei totem rincasando si sarà addormentata
lo spavento di bruciare lo spavento di spegnermi

foto di r. doisneau

mercoledì 23 gennaio 2013

riguardo alla poesia surrealista



che la vita dell'uomo proceda continuamente su due binari non lo dico certo io, nessuna novità: la realtà e il sogno, due sentieri che non si incrociano se non in rare raggianti radure
la realtà con le sue certezze e le sue abitudini, il sogno con la propria ricchezza assurda e un incessante disordine creativo
geometria koala pantera nera colore nera
affermare che vivere solo il sogno sarebbe delirio equivale ad affermare che vivere esclusivamente la realtà sarebbe perdere la propria umanità
un corpo corre senza capo, un capo corre senza corpo
viene naturale conseguirne che entrambi questi cammini siano chiamati a un dialogo, in cui però non deve sussistere una gerarchia, poiché entrambi appunto sono riconosciuti elementi costitutivi essenziali della persona. perciò il dialogo non dovrà più essere univoco, un dialogo in cui la realtà interroga severa e intransigente (bacchettona!) il sogno: anche il sogno dovrà essere domanda e richiesta al mondo oggettivo e l'uomo potrà cercare di interpretare questo sulla base del proprio sogno
la realtà non è più vera del sogno, a volte neppure più oggettiva, ma solo più condivisibile
la tirannia della logica non è una certezza. l'esistenza è comunque sia fondata anche sull'assurdo. caos è il primo dio. siamo tutti matti qui: io sono matto tu sei matta. siamo castelli di carte e convenzioni
la verità è che si ha una tremenda paura del sogno, in quanto fa cambiare, fa conoscere e non si può programmare
l'ordine tuttavia è un disordine bugiardamente camuffato oppure il disordine è solo un ordine che non riusciamo a comprendere
(io personalmente inizio a credere che l'ordine sia una categoria funzionale ma non sostanziale, un po' come la plastica delle merendine)
penso alle  c o s t e l l a z i o n i , che non esistono: gli antichi greci vedevano le stelle gettate a manciate nel cielo nero e le interpretavano creando con la propria fantasia figure di eroi, divinità, animali con la propria fantasia; attraverso le costellazioni insegnavano ai propri figli i racconti fondanti della mitologia, la loro cultura, i loro valori, e attraverso le costellazioni si orientavano in mare durante la notte, quando il mondo taceva. forse esistono davvero
sfido ora qualcuno a dire che i sogni sono inutili sono aria sono nulla. l'inconscio stesso ci influenza più di quanto possiamo confessare, in ogni dettaglio e in ogni attimo
stelle orione immortalità sud viaggio aldebaran
attraverso il sogno racconteremo noi stessi agli altri e a noi stessi, attraverso il sogno ritroveremo la nostra strada e la nostra casa
la nostra casa non era una camera d'hotel ben lustra e profumata, aveva forse qualche macchia agli angoli del pavimento e oggetti, perlopiù vestiti e soprammobili impolverati, gettati alla rinfusa, ma quando entravamo ci sentivamo protagonisti di un'avventura, sentivamo che qualcuno l'aveva scaldata per noi, sapevamo che qualcuno ci avrebbe aspettato qui, casa nostra
e quindi? e quindi sia benedetta l'arte e quella poesia che, attraverso un viaggio lungo e faticoso, fa emergere i nostri sogni e le nostre costellazioni, tanto assurde quanto miracolose: questa è poesia surrealista. nulla di nuovo
chi crede di aver compreso non ha capito nemmeno il gioco


un po' simpatico un po' antipatico, mi trovo

questa è la costellazione di orione: la vedete anche voi?



venerdì 18 gennaio 2013

incipit vita nova


all'inizio fu solo due occhi uno sguardo

che va dicendo a l'anima "sospira"

che come vedi ancor non m'abbandona

da cielo in terra a miracol mostrare

e paion sì al vento esser leggieri

amor ch'a nullo amato amar perdona

e caddi come corpo morto cade

fu solo bacio, bordeaux

sabato 12 gennaio 2013

"la pietra dell'universo dai capelli di panini imbottiti" hans arp


i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
le acque chiudono i loro occhi perché dal cielo cadono pietre e bambini.
alle pietre alle acque ai bambini e agli occhi cadono i capelli.
le pietre nella tasca destra hanno del burro e nella tasca sinistra del pane e ciascuno con grande considerazione li prende per panini imbottiti.
i panini imbottiti di pietra hanno una scriminatura a destra i panini imbottiti d'acqua hanno una scriminatura a sinistra e i panini di bambino hanno una scriminatura al centro.

le pietre sono mute e analfabete l'acqua senza carattere e a che serve ai bambini il clamore di pulce e agli occhi il tuono di pidocchi.
coscienti della loro forza i capelli prendono posto al tavolo acchiappabudelle.
bianco nero verde e azzurro sono i colori dell'universo.  si portano ora prati verdi con scarpe nere e capelli azzurri.

i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
le scarpe nere con labbra azzurre e pomelli azzurri.
barbe a quattro colori in una sola persona come i capelli viventi del nostro tempo.
spazi azzurri con becchi verdi e scarpe verdi.
la forza del leone è bianca.

la forza del fuoco è bianca.
gli occhi fedeli della forza sono neri.
nero è il simbolo per bianco.
bianco è il simbolo per bianco.   bianco ha lo stesso significato di arrivederci oppure quando sto risvegliandomi come fiore con paraocchi?
le campane bianche rispondono con il loro carillon verde alle domande delle labbra o alle domande dei becchi?
la viltà della forza è nera come gli occhi fedeli della forza.
i quattro colori della barba sono bianco nero verde e azzurro.
la velocità delle pietre è azzurra.
l'assenza di carattere dell'acqua è verde.
la carne dei bambini è nera.

l'acqua chiude gli occhi perché dal cielo cadono pietre.   le pietre cadono sulla testa dei bambini.   gli occhi cadono dal volto dei bambini.   ora i bambini non trovano più la via dal cervello alla bocca e dalla bocca allo stomaco e dallo stomaco al vaso.
i capelli bianchi delle pietre sono pettinati.   i capelli neri dell'acqua cadono nella minestra.

le pietre si specchiano sul campo di lavoro nero.   il sudore verde colava a torrenti dai loro orologi azzurri e al suono del mezzogiorno i prati verdi e i cieli azzurri furono ripuliti.
le scarpe nere sono lucidate.
i capelli bianchi sono pettinati.
le pietre lavarono le escoriazioni di sangue con acqua senza carattere e così tutto fu subito dimenticato e tutto poté essere ripreso da capo.
i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.

i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
i capelli bianchi.   i capelli neri.   i capelli verdi.   i capelli azzurri.
le pietre.   le acque.   i bambini.   gli occhi.
capelli di pietra.   capelli d'acqua.   capelli di bambino.   capelli di occhi.
i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
azzurro.   verde.   nero.   vile e fedele.

(J. Arp, La pierre de l'universe aux cheveux de sandwiches)




sabato 5 gennaio 2013

palazzo vecchio di firenze ostenta sottilmente le sue grottesche decorazioni di stile pompeiano




la pioggia mi ha confessato il tutto
! mal di dita mal di dita mal !
poi mi allineo  alle mortalità seguendo
la soluzione un viaggio o un esilio tatà
stoico princicipessa sissi
il viaggio implica ghà un cambiamento
ogni fuga implica un ritorno tatà
l'acqua corrente della fontana
io che guardandola indico il punto estremo
sodoma e gomorra deh massa e meriba
io vorrei trallalà
un mondo <  >
un inganni ghè di lune novelle e assonnati
nutrite - l'altezza dei bimbi
 il più sopportabilmente possibile
le sue grottesche decorazioni di stile pompeiano