prendete una poesia scritta di getto in una notte confusa di febbraio, una poesia di passione e solitudine.
prendete la bellezza lirica del santuario di oltrona s. mamette nel buio di settembre.
prendete amici che aiutino, che leggano, prendete un ampio pubblico, attento e vibrante, e il pensiero di lei.
prendete anche l'offertorium del requiem di berlioz, e poi delle bombe, degli spari, rumori di guerra.
prendete tutto questo e quella notte confusa di febbraio rinascerà di fiori che non conoscono aridità.
a volte anche ti manco
a volte mangio le mele con la buccia a volte amo a volte non mi mangio più le unghie a volte mi rompo di leggere libri di altri a volte lavo le lenzuola a volte pago le bollette anzi quasi sempre a volte vado al cinema a volte cucino riso bianco mica sempre a volte dormo e
a volte
quando dormo vivo dei sogni
e all'ottavo giorno mi si aprì il cielo all'ottavo giorno
quelle mie piante così piccole che magari cresceranno ma
finchè sono così piccole così piccole sembrano così
pronte a un futuro sembrano e mi sembrava di piantare
il mio eden e sentivo di toccare ciò che sarà
futuro a volte invece bastano quindici minuti per perdere un treno
quindici minuti fa e non capire
più stare come un sergente ancorato in una foresta strabordante di vietkong ancorato a nulla ancorato a quel me stesso che cerca di
ancorarsi
a una luce strana luce di neon sì
la conosco quella luce e faccio finta di non conoscerla
ma è proprio così
ma oltretutto è notte stanotte questa notte in cui parlerei l'intera notte
con te
e ti ascolterei e mi ricorderei stringendoti persino ciascuna
delle preposizioni
poi magari mi girerei e troverei il mio letto scarno
e deserto - luce al neon - luce al neon - luce al neon -
"non sparate! NON SPARATE!" ma io sparo
chissenefotte a crepapelle (che non si spara a crepapelle ma come si dice?)
a volte muoio a volte risorgo a volte
ri-muoio a volte soprattutto
nasco nero asfissiaco contorto ma nasco
all'ottavo giorno
mi giro e ci sei: abbraccio in questa mattina acerba
Oh, Lè! Che bello! Mi spiace non essere venuta, ma avevo i figlioli...
RispondiEliminaè venuta la giornalista cui avevo girato l'info?
Alla prossima!
S.
ma tranquilla! non credo, ma tra tutti i pensieri per la testa non ne sono certo. un grosso abbraccio =)
EliminaAggiungo qualcosa...
RispondiEliminaquesto testo è bellissimo chiaro, ci sei dentro tu con la tua storia (le piantine piccole piantate, che aspetti crescere...)
Sei stato molto bravo a leggere a voce così alta, scandendo, superando la tua timidezza...sei potente. E bello il rincorrersi delle polifonie di voci...e la musica solenne
Bravo, ragazzo!
da anni non mi sentivo più chiamato "ragazzo": bello! grazie...
EliminaPer me continui ad esserlo, vista la differenza di età, anche se, in realtà, ormai sei proprio un uomo (i 30 sono dietro l'angolo...), e non più il ragazzino timido che conobbi.
RispondiEliminaA la prochaine!
Anonimo