ho smesso di accendere falò
nel cuore delle notti per intiepidire
i tuoi piedi nascoste radici nell'inverno
desisto dall'inseguire il tuo giocoddelloca
nuvole inquiete ho lasciato le tue tracce
al tempo e ora sono disteso qui nostalgia
intrappolata se ancora vorrai quel
bacio
fresco e fiore tornerai con la chioma semplice e struccata
focosa come l'amore che sognai di te
senza più partenze senza più trattenere
petali immortali;
Bellissima, chiara, netta -quando si dice a scuola che la biografia del poeta può aiutare a capire le poesie...- (ma è pure vero che un testo viaggia da sé, e ciascun lettore lo declina sul proprio io, come enfin dice l'Aragon che hai postato).
RispondiEliminaMi piace l'Alexandros poeta piano, comprensibile, più dello sperimentalista.
Tirali ancora, i dadi...
(ieri in autobus incontrata bella donna 70enne -da qualche tempo naturale predisposizione, simpatia, verso i più grandi di me, chissà, proiezione...- che tutta raggiante mi diceva del suo compagno, di 75 anni, con cui sta da dieci mesi... oh... spes ultima dea!)
Mi piace solo il titolo.
RispondiEliminaio credo di riuscire a scrivere queste elegie più piane solo grazie al travaglio dei versi che paiono più accartocciati.
RispondiEliminae pensare che proprio il titolo era ciò che non mi convinceva! =)
a me di questa poesia piace la disposizione delle parole così simmetrica, il ritmo dei primi tre versi, il punto e virgola finale e il fatto che, pur contenendo anacoluti e sperimentazioni, nella lettura possa sembrare non dico colloquiale ma naturale.
non ci sono più dadi qui: "il mondo è una mancanza. ogni giorno è una mancanza: da un futuro desiderato, da un passato perso, da un eden sognato o semplicemente da una persona, reale o meno. o semplicemente una persona".
di chi è la citazione delle ultime tue due righe?
RispondiEliminaemanuele pini cita emanuele pini =P
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