venerdì 12 luglio 2019

Tristan Tzara, L'Uomo Approssimativo


Oggi è uscito, inaspettato come un frutto e dopo molto lavoro come del buon vino, questo volume singolare, “L’Uomo Approssimativo” di Tristan Tzara, che ho avuto l’onore di attendere, di curare e tradurre. Incantevole come un fiore.
Ringrazio l’editore Massari per i rischi della proposta e Roberta De Francesco per il supporto, ma voglio dedicare questa fatica alla terra del Congo, sacra e sofferente, perché lì, grazie all’aiuto dei miei fratelli, lungo ore, notti, parole e silenzi, ho appreso e sviscerato il mistero di questi versi il cui suono sembrava assolutamente straniero.
Non è mera pubblicità, questa, non ho alcun profitto, ma è l’emozione di vedere per la prima volta in lingua italiana dopo quasi 80 anni uno dei testi più importanti del Surrealismo ortodosso e uno degli apici della Poesia del ‘900. Intimamente, per me, ancora molto di più.

“le strade pesanti perdevano le loro ali
e l’uomo cresceva sotto l’ala del silenzio
uomo approssimativo come me come te e come gli altri silenzi”

A presto, con altre novità!
Per chi fosse interessato, potete trovare il link nei commenti.

Je veux dédier ce livre et cet effort au pays du Congo, sacré et souffrant, car grâce à l'aide de mes frères j'ai appris et approfondi le mystère de ces vers dont le son semblait absolument étranger. Matondo, Bandeko, boye nalingi kobonza buku oyo na bino nzambi bino bolakisaki na ngai likundu o kati maloba oyo.

“les routes sourdes perdaient leurs ailes
et l’homme grandissait sous l’aile de silence
homme approximatif comme moi comme toi et comme les autres silences”


sabato 22 giugno 2019

la notte di Mamette


anche se essere definito "professore", pure con P maiuscola, mi fa sorridere a fiotti, ecco un incontro semplice, dai toni nuovi, ma di cuore, per un luogo che ci sta a cuore.

giovedì 13 giugno 2019

iside

e nessuno ti ascoltava
in attesa della sera
gracidava la rana tu raccoglievi
i capelli in un fiore
il silenzio delle acacie in lontananza
noi nudi nella nostra notte
"dammi del vino" dicevi ora
respira ancora il castano che accarezzavi
sfuggito agli inverni degli spiriti
tu m'ascoltavi? io
t'amavo e annegavo
noi nudi nella notte
curarsi del sacro curarsi
dell'umano le spiagge
le spiagge d'alabastro m'abbracciano
tra noi ancora un mare che nessuno
potrà solcare e un solo
interminabile naufragio
dove nessuno t'avrebbe udita
anima mia nuda
ascoltavi la solitudine di d-o




giovedì 30 maggio 2019

"Les cages sont toujours imaginaires" Max Ernst

l'arte è l'uomo che sogna se stesso e che, sognandosi, si crea, con un volto divino. 
è per questo che i sogni sono al tempo stesso veri e oscuri, poiché nella loro umana oscurità risiede il vero più sublime. 
è per questo che arte e sogno si pongono a fondamento del reale e il reale ne diviene solo pallida allegoria.

M. Ernst, "Les cages sont toujours imaginaires", Zurich Kunsthaus, 1925

mercoledì 22 maggio 2019

ieu sui Arnautz

io sono Arnaut che raccoglie il vento
e caccia la lepre col bue
e nuota contro marea

ieu sui Arnautz qu'amas l'aura
e chatz la lebre ab lo bou
e nadi contra suberna

Arnaut Daniel

M. Chagall, Promenade, 1917