mercoledì 23 gennaio 2013

riguardo alla poesia surrealista



che la vita dell'uomo proceda continuamente su due binari non lo dico certo io, nessuna novità: la realtà e il sogno, due sentieri che non si incrociano se non in rare raggianti radure
la realtà con le sue certezze e le sue abitudini, il sogno con la propria ricchezza assurda e un incessante disordine creativo
geometria koala pantera nera colore nera
affermare che vivere solo il sogno sarebbe delirio equivale ad affermare che vivere esclusivamente la realtà sarebbe perdere la propria umanità
un corpo corre senza capo, un capo corre senza corpo
viene naturale conseguirne che entrambi questi cammini siano chiamati a un dialogo, in cui però non deve sussistere una gerarchia, poiché entrambi appunto sono riconosciuti elementi costitutivi essenziali della persona. perciò il dialogo non dovrà più essere univoco, un dialogo in cui la realtà interroga severa e intransigente (bacchettona!) il sogno: anche il sogno dovrà essere domanda e richiesta al mondo oggettivo e l'uomo potrà cercare di interpretare questo sulla base del proprio sogno
la realtà non è più vera del sogno, a volte neppure più oggettiva, ma solo più condivisibile
la tirannia della logica non è una certezza. l'esistenza è comunque sia fondata anche sull'assurdo. caos è il primo dio. siamo tutti matti qui: io sono matto tu sei matta. siamo castelli di carte e convenzioni
la verità è che si ha una tremenda paura del sogno, in quanto fa cambiare, fa conoscere e non si può programmare
l'ordine tuttavia è un disordine bugiardamente camuffato oppure il disordine è solo un ordine che non riusciamo a comprendere
(io personalmente inizio a credere che l'ordine sia una categoria funzionale ma non sostanziale, un po' come la plastica delle merendine)
penso alle  c o s t e l l a z i o n i , che non esistono: gli antichi greci vedevano le stelle gettate a manciate nel cielo nero e le interpretavano creando con la propria fantasia figure di eroi, divinità, animali con la propria fantasia; attraverso le costellazioni insegnavano ai propri figli i racconti fondanti della mitologia, la loro cultura, i loro valori, e attraverso le costellazioni si orientavano in mare durante la notte, quando il mondo taceva. forse esistono davvero
sfido ora qualcuno a dire che i sogni sono inutili sono aria sono nulla. l'inconscio stesso ci influenza più di quanto possiamo confessare, in ogni dettaglio e in ogni attimo
stelle orione immortalità sud viaggio aldebaran
attraverso il sogno racconteremo noi stessi agli altri e a noi stessi, attraverso il sogno ritroveremo la nostra strada e la nostra casa
la nostra casa non era una camera d'hotel ben lustra e profumata, aveva forse qualche macchia agli angoli del pavimento e oggetti, perlopiù vestiti e soprammobili impolverati, gettati alla rinfusa, ma quando entravamo ci sentivamo protagonisti di un'avventura, sentivamo che qualcuno l'aveva scaldata per noi, sapevamo che qualcuno ci avrebbe aspettato qui, casa nostra
e quindi? e quindi sia benedetta l'arte e quella poesia che, attraverso un viaggio lungo e faticoso, fa emergere i nostri sogni e le nostre costellazioni, tanto assurde quanto miracolose: questa è poesia surrealista. nulla di nuovo
chi crede di aver compreso non ha capito nemmeno il gioco


un po' simpatico un po' antipatico, mi trovo

questa è la costellazione di orione: la vedete anche voi?



venerdì 18 gennaio 2013

incipit vita nova


all'inizio fu solo due occhi uno sguardo

che va dicendo a l'anima "sospira"

che come vedi ancor non m'abbandona

da cielo in terra a miracol mostrare

e paion sì al vento esser leggieri

amor ch'a nullo amato amar perdona

e caddi come corpo morto cade

fu solo bacio, bordeaux

sabato 12 gennaio 2013

"la pietra dell'universo dai capelli di panini imbottiti" hans arp


i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
le acque chiudono i loro occhi perché dal cielo cadono pietre e bambini.
alle pietre alle acque ai bambini e agli occhi cadono i capelli.
le pietre nella tasca destra hanno del burro e nella tasca sinistra del pane e ciascuno con grande considerazione li prende per panini imbottiti.
i panini imbottiti di pietra hanno una scriminatura a destra i panini imbottiti d'acqua hanno una scriminatura a sinistra e i panini di bambino hanno una scriminatura al centro.

le pietre sono mute e analfabete l'acqua senza carattere e a che serve ai bambini il clamore di pulce e agli occhi il tuono di pidocchi.
coscienti della loro forza i capelli prendono posto al tavolo acchiappabudelle.
bianco nero verde e azzurro sono i colori dell'universo.  si portano ora prati verdi con scarpe nere e capelli azzurri.

i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
le scarpe nere con labbra azzurre e pomelli azzurri.
barbe a quattro colori in una sola persona come i capelli viventi del nostro tempo.
spazi azzurri con becchi verdi e scarpe verdi.
la forza del leone è bianca.

la forza del fuoco è bianca.
gli occhi fedeli della forza sono neri.
nero è il simbolo per bianco.
bianco è il simbolo per bianco.   bianco ha lo stesso significato di arrivederci oppure quando sto risvegliandomi come fiore con paraocchi?
le campane bianche rispondono con il loro carillon verde alle domande delle labbra o alle domande dei becchi?
la viltà della forza è nera come gli occhi fedeli della forza.
i quattro colori della barba sono bianco nero verde e azzurro.
la velocità delle pietre è azzurra.
l'assenza di carattere dell'acqua è verde.
la carne dei bambini è nera.

l'acqua chiude gli occhi perché dal cielo cadono pietre.   le pietre cadono sulla testa dei bambini.   gli occhi cadono dal volto dei bambini.   ora i bambini non trovano più la via dal cervello alla bocca e dalla bocca allo stomaco e dallo stomaco al vaso.
i capelli bianchi delle pietre sono pettinati.   i capelli neri dell'acqua cadono nella minestra.

le pietre si specchiano sul campo di lavoro nero.   il sudore verde colava a torrenti dai loro orologi azzurri e al suono del mezzogiorno i prati verdi e i cieli azzurri furono ripuliti.
le scarpe nere sono lucidate.
i capelli bianchi sono pettinati.
le pietre lavarono le escoriazioni di sangue con acqua senza carattere e così tutto fu subito dimenticato e tutto poté essere ripreso da capo.
i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.

i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
i capelli bianchi.   i capelli neri.   i capelli verdi.   i capelli azzurri.
le pietre.   le acque.   i bambini.   gli occhi.
capelli di pietra.   capelli d'acqua.   capelli di bambino.   capelli di occhi.
i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
azzurro.   verde.   nero.   vile e fedele.

(J. Arp, La pierre de l'universe aux cheveux de sandwiches)




sabato 5 gennaio 2013

palazzo vecchio di firenze ostenta sottilmente le sue grottesche decorazioni di stile pompeiano




la pioggia mi ha confessato il tutto
! mal di dita mal di dita mal !
poi mi allineo  alle mortalità seguendo
la soluzione un viaggio o un esilio tatà
stoico princicipessa sissi
il viaggio implica ghà un cambiamento
ogni fuga implica un ritorno tatà
l'acqua corrente della fontana
io che guardandola indico il punto estremo
sodoma e gomorra deh massa e meriba
io vorrei trallalà
un mondo <  >
un inganni ghè di lune novelle e assonnati
nutrite - l'altezza dei bimbi
 il più sopportabilmente possibile
le sue grottesche decorazioni di stile pompeiano


domenica 30 dicembre 2012

"everyone's gone to the moon" (nina simone)




streets full of people, all alone
roads full of houses, never home
a church full of singing, out of tune
everyone's gone to the moon

eyes full of sorrow, never wet
hands full of money, all in debt
sun coming out in the middle of June
everyone's gone to the moon

you see a long time ago life had begun
everyone went to the sun

parks full of motors, painted green
mouths full of chocolate-covered cream
arms that can only lift a spoon

you see everyone's gone
everybody's gone
everyone's gone to the moon
everyone's gone to the moon
what will happen now
everyone's gone to the moon
there's nobody left
everyone's gone to the moon

mercoledì 19 dicembre 2012

nudo


a volte basta una frase per farti riverberare in testa per ore, giorni, settimane le stesse parole:


nudo uscii dal grembo di mia madre 


nudo uscii dal grembo di mia madre 

nudo uscii dal grembo di mia madre


nudo uscii dal grembo di mia madre


nudo uscii dal grembo di mia madre

nudo uscii dal grembo di mia madre 

nudo uscii dal grembo di mia madre 


(gb 1, 21)



giovedì 13 dicembre 2012

una bicicletta verde


si è un castello di ipotesi convenzionali
e come sarebbe mai possibile non infiltrare la nostra idea
d'uomo nell'educare un uomo? siamo solo           (carte)
uomo
la bicicletta verde
una nuvola
sulle spalle un cielo trapuntato di stelle "a che
pensa, prof?" libertà
senza nome 
identità


giovedì 6 dicembre 2012

in una notte d'un gelido 17 dicembre (g. caproni)


...l'uomo che di notte, solo,
nel gelido dicembre,
spinge il cancello e rientra
- solo - nei suoi sospiri.



sabato 1 dicembre 2012

in ogni angolo del mondo

M. Chagall, L'angelo cadente, 1923-47

ho appeso un angelo su un bonsai
dondola come un gomitolo rovente
che contiene esclusivamente angoli convessi
sbandierando il bandolo della matassa
                                               della matassa

l'angelo s'alzò e s'aizzò
ali al vento come un sorcio al sugo
che contiene esclusivamente angoli convessi
stracciando il bandolo della matassa
                                           della matassa

il bonsai si piegò l'angelo
sbandò come una carreggiata senza trama
che contiene esclusivamente angoli convessi
baciando il bandolo della matassa
                                      della matassa


l'angelo saltò pulce su una zampa


"in ogni angolo del mondo il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia" (a. camus)

giovedì 29 novembre 2012

la morte di pompeo (lucano, farsalia VIII vv. 612-636)


R. Magritte, L'impero della luce
pompeo non disponeva più di se stesso: gli atroci
sicari del re si apprestano a brandire il ferro. appena
vide la spada su di sé, si coprì il volto e il capo,
sdegnando di offrirlo scoperto al Fato, chiuse gli occhi
e trattenne il respiro per timore di emettere grida
o macchiare con un solo lamento l'eterna fama.
e quando il sinistro Achilla gli trapassò il fianco,
assecondò ancora il colpo senza emettere un gemito;
spregiò il crimine, conservò il corpo immobile
e morendo provò chi fosse e volse in cuore
tali parole: "i secoli che mai taceranno i travagli
romani mi osservano, il futuro contempla da tutte le parti
del mondo la lealtà e la nave di Faro: ora pensa
alla gloria. hai trascorso una lunga vita tra prosperi eventi;
i popoli non sanno, a meno che non lo si provi nel morire,
che sai sopportare le avversità. non cedere all'onta,
non dolerti dell'esecutore del destino: qualunque mano
ti colpisce, è la mano di cesare. mi lacerino le membra,
le disperdano, tuttavia sono felice, o dèi celesti,
e nessuno di voi potrà privarmi di questo. muta
la fortuna nella vita, ma non si diviene sfortunati con la morte.
cornelia e il mio pompeo assistono all'assassinio: con tanta più forza,
dolore, ti prego, soffoca i gemiti" così controllò i pensieri
il grande, così padroneggiò l'animo morente.