domenica 31 marzo 2013

pasqua 2013 (antropologia particolare)

tulipano, Beethoven e cesso











ed egli non ebbe che il lusso
di essere nudo e rimanere vivo
carne trita con fagioli alla paprika
piccante l'apparato cardiaco appare asimmetrico
qui con me trecento (non praevalebunt) anguille
striscia la biscia nessuno
fa niente e tutto va avanti
come una circonferenza goniometrica passaggio:
basti.





martedì 19 marzo 2013

utopia n°1


l'umanità non ha bisogno di tanti giudici.
l'umanità non ha bisogno di tanti fucili.
l'umanità non ha bisogno di tante parole.
l'umanità non ha bisogno di tante verità.
l'umanità non ha bisogno di tante leggi.
l'umanità non ha bisogno di tanti leader.
l'umanità non ha bisogno neppure di tanti eroi, 
né salvatori.
l'umanità ha soltanto bisogno di fratelli.
diamine! noi non siamo che stranieri.


venerdì 15 marzo 2013

isaia 49, 15


si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? anche se tutte le donne si dimenticassero, io invece non mi dimentico mai di Te

al Cimitero Monumentale, oltre la morte

che l'amore è che esista solo l'amore

numquid oblivisci potest mulier infantem suum, ut non misereatur filio uteri sui? et si illa oblita fuerit, ego tamen non obliviscar Tui

carl orff, ave formosissima, dai carmina burana


venerdì 1 marzo 2013

il fantasma affranto di francis drake


incubo di labirinti incunaboli
tetri e terrore UNA CULLA! tremendo tritore
volsi il volto oltre il velo
banale, o meglio: non originale tu
schiacciami [il volo!] amore d'elisabetta
e soffocami francis drake we are
a furious wind [batti, tamburo] forzatura
metamorfosi d'una polena gradinate su gradinate raggomitolate
che si affievolisce millecinquecentottantotto
come morì francis drake amore d'elisabetta
non è più vero niente [soffiamo sulla vela
soffiamo] ora fantasma in una bara di piombo elisabet-
-ta in attesa che il traffico riprenda

questa sì, è una poesia d'amore.




lunedì 25 febbraio 2013

cercando un altro egitto (f. de gregori, 1974)




Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra 
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare". 
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?". 
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe 
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. 

Di fuori tutto calmo, la strada era deserta 
mi dico 'meno male, è tutto uno scherzetto' 
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto 
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, 
la strada adesso è piena di persone. 
Mia madre è qui vicino. 

Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta 
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra 
prima della caduta e al posto del posto 
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo; "Dove?", dico io 
"Intorno al collo", e adesso per la strada 
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla; 
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi" 
ti dicono agitando i loro sfollagente, 
e io dico "Non può essere vero" e loro dicono "Non è più vero niente". 

Lontano più lontano degli occhi del tramonto 
mi domando come mai non ci sono bambini 
e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo 
mi indica col dito qualcosa da guardare 
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente 
i bambini, i bambini sono tutti a volare 

Un amico d'infanzia, dopo questa canzone 
mi ha detto che "È bellissima, un incubo riuscito 
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto 
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi", 
amore amore, naviga via: devo ancora svegliarmi.

sabato 16 febbraio 2013

l'era dei cavalieri erranti


non era più l'era dei cavalieri erranti
                                                       t'addormenti
l'attesa di quell'alba e le stelle
che scivolano su questo schermo scorrono 
la tua mano aggrappata immota al mio fianco
stretti narcisi d'argento e carta
il tuo capo appoggiato disteso alla mia spalla
suonano luci di là e qualcuno (un gatto?) grida
CHE COSTRUIREMO LE PIRAMIDI CHE COSTRUIREMO
LE PIRAMIDI NOI e io ci credo LE PIRAMIDI!
tanto che a mirarti notturna parresti scintilla
qui dove sono i quattro venti
dove incastrati noi ne siamo padroni indomiti
                                                     d'affetto
così avemmo la profezia di sognare noi stessi
che poi non annoda un anello ma abbraccia
quell'alba che verrà e queste stelle
le riconoscerai spuntare sopra l'arco dei tempi
delle notti illustri dei baci accesi mai più spenti

il mio amore che parla solo a pietre pazzi
                                                   e imbecilli

R. Magritte, L'impero della luce

lunedì 11 febbraio 2013

chagall, paradis (perdu)

Marc Chagall, Paradiso, Nizza 1960-66













la donna e un uomo assieme:
tre gambe e due braccia.

mercoledì 6 febbraio 2013

l'anima di lavoisier

a volte le balene arpionate sono solo balene arpionate
raramente le balene ubriache sono solo balene ubriache
spesso le balene arpionate sono solo balene ubriache
gettare pezzi di pane ai piccioni in piazza duomo può giovare a qualcosa?
che un cuore può pesare più di un palazzo meno di un polmone
nevrastenia di todopoderosa magnaminità : tum - tùm /
tum - tùm /
tum - thumòs //

giovedì 31 gennaio 2013

il reale appare allegoria del vero


les bornes renversées du paradis 
gisent parmi des nuages de cendre

i confini rovesciati del paradiso
giaciono tra nuvole di cenere

(souffle, j. arp)

G. Klimt, Musica, 1895

domenica 27 gennaio 2013

pantofole di pellerossa


che poi io immagino che faranno le pantofole quando finirà tutto questo farfuglio
le pianure e il fragore dei fiumi e i terremoti muti
il più delle volte i colpevoli si addormentano immantinente
la pantofola voleva rincasarsi e riposarsi. mica può riposarsi una pantofola, lo sapete anche voi, senza scomodarsi per mettersi in pantofole
non chiederete dunque il perché della guerra
nessuno mi ha chiesto perché, quando mi sfiorò per la prima volta l'alito umano
poi ovviamente tossii
guerra i miei occhi che pulsano nello specchio sembrano gioco di specchi
mi volgo e vedo lo straniero
pellerossa che canta totem totem e ancora lo stesso interrotto respiro
ferrovia di ferro e frecce inferocite infuocate
i miei occhi che danzano di costellazioni cantano totem totem totem
di che hai paura piedechebatte dove corri che insegui nella pianura?
il più delle volte i cervi fuggono la primavera nelle pianure 
indiano indossa le pantofole 
quando finirà questo farfuglio e la danza dei totem rincasando si sarà addormentata
lo spavento di bruciare lo spavento di spegnermi

foto di r. doisneau