oggi mi sono ritrovato a ripetere ingenuamente uno dei passatempi preferiti della mia infanzia, ovvero osservare le formiche correre e affaticarsi.
solo oggi ho osservato un comportamento lampante che non avevo mai notato: quando si incontrano sulla strada, verso il nido o il cibo che sia, le formiche, con un breve movimento dei musi, si salutano sempre; almeno loro.
ecco, io penso non siano molte le persone veramente tristi al mondo, ma non so neppure quanto siano quelle veramente felici.
sì io non sono triste
sì, non sono triste, io, sono felice
certo che son felice
mica sono triste
io, non sono triste stasera né mai
io sono felice, mica triste, di certo
sì, io non sono triste
sì, io non sono triste
sì, non sono triste
e non so neppure piangere poiché non sono
triste me lo ripeto sera e mattina
che non sono triste, davvero,
perché mai dovrei essere triste?
no, non sono triste e rido
rido, non sono triste
sì, io non sono triste
sì, io non sono triste, io non sono
triste
testo e voce: Emanuele Pini musica e chitarra: Lorenzo Parenti dalla raccolta "Nella Pancia di Dio" performance tenuta durante la serata "Nemo Poeta in Patria" del 13 marzo 2016 presso il Circolo Arci "Guernica" di Bulgarograsso (CO). un grazie a tutti i partecipanti, a Matteo Pini per le immagini e a Francesco Pini per il supporto audio.
campo di concentramento di Terezin, 60 km da Praga. più di 35000 morti, più di 85000 deportati in campi di sterminio.
Sinagoga di Pinkas, Nomi degli ebrei deportati a Terezin, particolare
qui viene rinchiuso anche Robert Desnos, poeta surrealista e intellettuale della resistenza francese.
un poeta surrealista in un campo di concentramento è un evento drammaticamente bizzarro.
l'entusiasmo del sogno allo scontro con gli orrori della realtà più cinica.
le morti il freddo il disprezzo le malattie.
un numero, un niente.
pallottole che strozzano le voci.
una camerata di pochi metri quadri per 90 persone, da bere acqua calda. non c'è posto per la poesia, per versi e nuvole, poiché tutto è annientato.
ma nel vicino ghetto i bambini continuano a disegnare, i musicisti a suonare Verdi o Bizet, gli attori a organizzare spettacoli.
Ruth Heinova (bambina di Terezin), Danza nel prato
Robert Desnos è morto qui, a Terezin, di tifo, pochi giorni dopo la guerra, l'8 giugno 1945.
io lo immagino ancora con una penna in mano, a far scaturire in qualche riga quei tesori che nessun nemico poté mai toccare, strappare né tanto meno uccidere.
io lo immagino ancora nella sua bellezza gridare gridare gridare all'impazzata in ogni prato della Boemia:
"non è la poesia a dover essere libera, ma il poeta"
Campo di Terezin, Memoriale sul luogo della morte di Robert Desnos
sogna angeli d’oro” buonanotte
di mia madre, l’infanzia
ora il sonno sa di sigaro
maturo e spento. ora temo
lei premonisse solo “sogni d’oro”
gli angeli spariti furono solo miei
“Sesamo, apriti!” vogliamo uscire
l'ultima incipriata d'animo
per credere ancora a sé e non più
arrestarsi all'amare l'idea di amare
bisogna essere belli e violenti, comunque,
per essere uomini, comunque
“Sesamo, apriti!” vogliamo uscire
CIOÈ IO SPERO COMUNQUE IN TUTTO L'ASSORDANTE NONOSTANTE
mi sono recato lesto in uno scarno negozio di periferia
con sufficienza spocchiosa ho salutato uno spocchioso commesso
ho acquistato venticinque nastri da scotch per legare i miei pensieri
venticinque
fogli colorati per costruire un aquilone
efficiente venticinque camicie per camminare decentemente tra la gente
venticinque pentole aderenti per bollire quelle
mie passioni incoerenti venticinque scarpiere per ospitare formiche e scarabei
venticinque un po' di tutto per divenire
uomo
poi, radunata l'esosa spesa, mi sono allontanato
ho serrato le finestre, a casa, e mi sono addormentato