certo che
d-o esiste
irreperibile
tra gli
spiragli della nostra polvere
c’è una
stanza gialla luci colorate
intermittenza
d’uditi qualcuno
gridò a
gran voce è plausibile
tutto
sfocia impertinentemente
impalpabile
hai intenso l’irrequieta mistica del sipario?
la parola
comunione è un cornicione impotente io
mi ascolto
poco interessato così
saluto la
gente che passa disinteressata
irreparabile
e
d’equilibrio non mi si adagia l’assalto
al cielo
come profetizza la perpetua
crisi
motrice come tenta di sopprimermi
il
paradosso di goebbels (che parla a parer mio
a
sproposito d’un’arte amorale) vuote
senza te
queste braccia s’agitano
dibattono
dimenano sbattono
scrollano
monche e dispercezioni di avere rassettato
il letto
nel subbuglio della notte
e quest’io
che è qui (è qui!) finalmente
godot s’accoccola
labile sul pavimento infranto
nelle fogne
della città terrestre certo che d-o
esista saldo
e assiderato