sabato 15 giugno 2013

eva nella mela


le cose più importanti non si dicono
o s’affollano nel finale la sedia
vuota
che poi i treni più belli passano
senza meta e al centro della terra
non vi è gravità non vi è più
la paura della polizia rimpolpa il nulla
convergenza e divergenza (avvertenza!)
e che si dice? quello che dico io
la paura della polizia ai bordi delle terre
senza meta la folla vuota
aggravata
su una sedia quello che dico io
il nulla i treni la mela

ed eva nella mela
ed eva nella mela

4 commenti:

  1. ma perché letta con quella voce così impersonale, fredda?!

    bellissimo, nelle immagini, il corpo femminile arboreo

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  2. la poesia, dimenticavo: cripticissima... ora rileggo...
    ciao Lè!

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    1. a me non pare criptica, anzi pare la realtà svelata e denudata da tutta la sua artificiale disposizione ordinata, la mia realtà senza lenti o schermi, e sentire lette parole tanto intime da una voce tanto indifferente mi ha smosso dentro ancora di più, finché alla fine anche la voce umana, appassionata, partecipa. che ne pensa, prof?

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  3. riletta, con più mente e cuore
    assaporata la realtà nuda
    ma la voce indifferente continua a non convincermi: non dico che si debba leggere come la Valduga (orrenda), enfatizzando troppo, ma mi piace che la musica delle parole valorizzi il senso.

    Anche quando la leggo da sola, la poesia mi piace leggerla ad alta voce, e ispirata...

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