lunedì 27 novembre 2017

il canto di Otsokoru - nzembo na Otsokoru

è una storia, che è come gridare, che è come un pianto, e ogni volta che grido o piango mi frastorna ancora, tanto lontano e tanto vicino, il canto di Otsokoru, di cui non trovo soluzione né assoluzione, senza distanze.

"tienila la caramella stringi
e quando ti sveglierai te la scarto quando ti sveglierai
è tua: sarà domani, vero?" imploravo
impassibili e addormentate le braccina scialbe
quattro giorni di giugno fu così che ad Ariwara
fu spenta la piccola Otsokoru
su un telo di plastica e dietro una tenda sozza
se ne andò, dico io, per rigettarlo
questo mondo. sua madre ci parlai per ore
la notte quando mi insegnò i copricapi muslim
la savana suonava come un acquario sgombro
e mi rassicurò lei lei mi rassicurò
"ora è felice" ora se n'è andata,
ripeto io, "akufi"
e una notte
sono nello stanzone
scorgo un mozzico
di bonbon tra la polvere
Otsokoru canta
chiamo Sylvie
"Otsokoru è morta" ma
Otsokoru canta "ya Manu,
Otsokoru è morta" ma
io lo sento che Otsokoru canta
"Otsokoru è morta" riprende
Sylvie "Otsokoru canta" ribadisco
io che nemmeno ne sentii mai la voce canta
di parole che nemmeno conosco Otsokoru
canta



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