martedì 17 novembre 2015

novembre 13


Henri Cartier-Bresson, Square du Vert Galant e du Pont Neuf, Paris 1951

e ora come passeggeremo sopra i cadaveri
fratelli stretti nel sangue quando accosteremo
rosso al silenzio il nostro volto interrotto? come
coglieremo i petali durante le primavere
bianchi mentre l’inverno vi ha velato? verrà
la Vergine ritornerà dagli astri sui marciapiedi
del nostro fango blu “non sono i proiettili
a sgozzare un uomo non i proiettili
non il livore aguzzo e cruento non
i proiettili” fraternité super flumina
babyloniae notte del venerdì
suspendimus organa nostra in uno stadio
in un concerto nel ristorante suspendimus
super flumina babyloniae e venne il diluvio
sette volte sette notti d’odio e grida
allah è grande allah è con noi
dice fraternité allahdiopadrelohim
getta una cazzo di colomba a interrompere il tuo pianto manda!
la torre lacrima e brilla sui campi umani di sette colori
corro immobile contro i parapetti dell’universo
blu rue de charonne
ma quando napoleone attraversò il ponte d’austerlitz
si fermò si voltò
al luogotenente tutto impettito gli disse
la seine elle portera notre haleine à paris
figli nostri sono solo sognatori
che muta violenza
non ha svegliato non ha segnato e noi
noi saremo celebrazione dell’edera
e del giglio vitale place de la république
schiusi su questi marciapiedi soffocati




domenica 15 novembre 2015

Nella Pancia di Dio @Librando 2015




sono ENTUSIASTA di invitarvi
sabato 28 novembre 2015 h 17:00
presso la cooperativa "Di Mano in Mano"
in via Espinasse 99, Milano

VERSI SURREALISTI E POLIFONICI

per parole di fuoco e gelo, di vuoto e caos.

martedì 3 novembre 2015

l'inverno nove mesi resiste all'orizzonte antartico




resta sempre sera sul mio sofà senza pianto
dove l'acciaio s'incricca freme in una torre di tempo
(s'affabulano) creature di zenzero e azoto senza pianto
ma i presupposti s'appoggiano a puttane zoppe
ma respirare respirare senza pianto
è verosimile poter respirare all'interno dell'atmosfera terrestre
una tangente immemore la sostiene senza pianto
quando ossessione s'impossessa di cielo
sfiorandolo in un solo miraggio senza pianto
l'io disperso tra i pensieri una tangente
ho fame di pelle e profumi senza pianto
la perfezione fisica della forma femminile
s'affollano foglie senza polvere e senza pianto
i bagagli della tradizione appesantiscono le nostre spalle
leviga la pelle di peonie blu senza pianto
di betulle di papiri. è la vita la prima causa di morte
ipotesi io sovrappensiero senza pianto
la violenza è la più elementare forma di difesa
ma prima dell'uomo è nato il suo canto

Mimmo Rotella, Décollage, 1955

domenica 25 ottobre 2015

tant de temps (p. soupault)


TANTO TEMPO, TANTI TEMPI (traduzione E. Pini)

il tempo che passa
il tempo che non passa
il tempo che si uccide
il tempo di contare sino a dieci
il tempo che non si ha
il tempo che fa
il tempo di annoiarsi
il tempo di sognare
il tempo dell’agonia
il tempo che si perde
il tempo di amare
il tempo delle ciliegie
il brutto tempo
e quello buono, il bel tempo e il freddo e il tempo caldo
il tempo di rigirarsi
il tempo degli addii
il tempo che è il buon tempo
il tempo che non c’è neppure
il tempo di strizzare l’occhio
il tempo relativo
il tempo di bere un sorso
il tempo di aspettare
il tempo del lieto fine
il tempo di morire
il tempo che non si misura
il tempo di gridare attenzione
il tempo morto

e poi l’eternità


E. Munch, Due persone (solitudine), xilografia, 1899, collezione privata

lunedì 19 ottobre 2015

non vi è parola che non abbia una risposta



il vento trascina i capelli del crepuscolo
una mamma sfiora il grembo
e un soffio di carezze
scivola anche sino a qui

io che neanche ti conosco
e mi ritrovo a pensarti io
ai miseri dettagli conosciuti
a concepirmi il resto; così
è un mio mondo che mi ammanta
poi mi ammazza e tu
oltre una piccola porta arrugginita
non posso aprire
eppure so che sei.
l'aroma di nebbia mattutina che è panna
un cuscino dietro la mia nuca
quando m'accorgo che l'arena è mille
 è uno e anch'io sono un granello
di questo tempio anch'io
io che non ti conosco.

mi sei toccata in sorte, perciò non puoi
non esserci: sei tu la prova che io
ci sono e tutto si conforma
a questa vita acerba
che mi son costruito per accertarmi
di te. "lé,
a che pensi?"
"a niente".
niente