mercoledì 17 aprile 2013

you can never hold back spring (t. waits)


non puoi mai fermare la primavera,
puoi essere sicuro che io non smetterò mai di crederci!
la rosa si arrampicherà mentre arrossisce:
salta su o cade indietro
la primavera davanti o l'autunno indietro
e gli inverni sognano ogni volta lo stesso sogno.

non puoi mai fermare la primavera,
anche se ti sei perso per strada 
il mondo continua a sognare di balzi e di primavera
e allora chiudi gli occhi, apri il cuore
a qualcuno che sta sognando di te:

non puoi mai fermare la primavera, dolcezza.
ricordati di tutto ciò che può portarti la primavera:
non puoi mai fermare la primavera...



you can never hold back spring,
you can be sure that i will never stop believing!
the blushing rose will climb
spring ahead or fall behind
winter dreams the same dream every time

you can never hold back spring,
even though you've lost your way
the world keeps dreaming of spring,
so close your eyes, open your heart
to one who's dreaming of you:

you can never hold back spring, baby.
remember everything that spring can bring:
you can never hold back spring...




sabato 13 aprile 2013

glossolalia di un eroe


le conseguenze del nostro comportamento
come pianto di specchi modellano
il nostro comportamento quaggiù
quaggiù nei cieli dei cieli

ma dite dunque a flaubert che io
me ne vado: esco alla malora
un campanile
la giungla
di un potere ci si impossessa in periferia, di un impero

il cinghiale è pur sempre un cinghiale si dice
poi ti vidi ritta come una statua
manca di marmo il marmo è finito
sire
dicono che venerdì torni neve
e ghiaccio ma io guardo al velo d'orchidea
un campanile e la giungla
e primavera venerdì sarà sole
un cinghiale non riconosce allo specchio il vento lieve
la latrina allagata s'è calandrata altrove in pane
la gerarchia animale non è necessariamente lineare
per nulla cosicché se irrompesse
ora in scena 
un dinosauro 
mi sentirei rassicurato
appunto

Randy Mora


sabato 6 aprile 2013

il pianto degli specchi


tutti i manuali ben incravattati a ribadire la funzione espressiva dell'arte 
e pentole e padelle
(e frittate e frittelle)
ma come non scorgere innanzitutto l'evidenza della sua funzione profetica?

anticipare e svelare il mondo prima che esso avvenga:
e gli specchi siamo noi.





domenica 31 marzo 2013

pasqua 2013 (antropologia particolare)

tulipano, Beethoven e cesso











ed egli non ebbe che il lusso
di essere nudo e rimanere vivo
carne trita con fagioli alla paprika
piccante l'apparato cardiaco appare asimmetrico
qui con me trecento (non praevalebunt) anguille
striscia la biscia nessuno
fa niente e tutto va avanti
come una circonferenza goniometrica passaggio:
basti.





martedì 19 marzo 2013

utopia n°1


l'umanità non ha bisogno di tanti giudici.
l'umanità non ha bisogno di tanti fucili.
l'umanità non ha bisogno di tante parole.
l'umanità non ha bisogno di tante verità.
l'umanità non ha bisogno di tante leggi.
l'umanità non ha bisogno di tanti leader.
l'umanità non ha bisogno neppure di tanti eroi, 
né salvatori.
l'umanità ha soltanto bisogno di fratelli.
diamine! noi non siamo che stranieri.


venerdì 15 marzo 2013

isaia 49, 15


si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? anche se tutte le donne si dimenticassero, io invece non mi dimentico mai di Te

al Cimitero Monumentale, oltre la morte

che l'amore è che esista solo l'amore

numquid oblivisci potest mulier infantem suum, ut non misereatur filio uteri sui? et si illa oblita fuerit, ego tamen non obliviscar Tui

carl orff, ave formosissima, dai carmina burana


venerdì 1 marzo 2013

il fantasma affranto di francis drake


incubo di labirinti incunaboli
tetri e terrore UNA CULLA! tremendo tritore
volsi il volto oltre il velo
banale, o meglio: non originale tu
schiacciami [il volo!] amore d'elisabetta
e soffocami francis drake we are
a furious wind [batti, tamburo] forzatura
metamorfosi d'una polena gradinate su gradinate raggomitolate
che si affievolisce millecinquecentottantotto
come morì francis drake amore d'elisabetta
non è più vero niente [soffiamo sulla vela
soffiamo] ora fantasma in una bara di piombo elisabet-
-ta in attesa che il traffico riprenda

questa sì, è una poesia d'amore.




lunedì 25 febbraio 2013

cercando un altro egitto (f. de gregori, 1974)




Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra 
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare". 
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?". 
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe 
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. 

Di fuori tutto calmo, la strada era deserta 
mi dico 'meno male, è tutto uno scherzetto' 
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto 
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, 
la strada adesso è piena di persone. 
Mia madre è qui vicino. 

Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta 
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra 
prima della caduta e al posto del posto 
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo; "Dove?", dico io 
"Intorno al collo", e adesso per la strada 
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla; 
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi" 
ti dicono agitando i loro sfollagente, 
e io dico "Non può essere vero" e loro dicono "Non è più vero niente". 

Lontano più lontano degli occhi del tramonto 
mi domando come mai non ci sono bambini 
e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo 
mi indica col dito qualcosa da guardare 
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente 
i bambini, i bambini sono tutti a volare 

Un amico d'infanzia, dopo questa canzone 
mi ha detto che "È bellissima, un incubo riuscito 
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto 
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi", 
amore amore, naviga via: devo ancora svegliarmi.

sabato 16 febbraio 2013

l'era dei cavalieri erranti


non era più l'era dei cavalieri erranti
                                                       t'addormenti
l'attesa di quell'alba e le stelle
che scivolano su questo schermo scorrono 
la tua mano aggrappata immota al mio fianco
stretti narcisi d'argento e carta
il tuo capo appoggiato disteso alla mia spalla
suonano luci di là e qualcuno (un gatto?) grida
CHE COSTRUIREMO LE PIRAMIDI CHE COSTRUIREMO
LE PIRAMIDI NOI e io ci credo LE PIRAMIDI!
tanto che a mirarti notturna parresti scintilla
qui dove sono i quattro venti
dove incastrati noi ne siamo padroni indomiti
                                                     d'affetto
così avemmo la profezia di sognare noi stessi
che poi non annoda un anello ma abbraccia
quell'alba che verrà e queste stelle
le riconoscerai spuntare sopra l'arco dei tempi
delle notti illustri dei baci accesi mai più spenti

il mio amore che parla solo a pietre pazzi
                                                   e imbecilli

R. Magritte, L'impero della luce

lunedì 11 febbraio 2013

chagall, paradis (perdu)

Marc Chagall, Paradiso, Nizza 1960-66













la donna e un uomo assieme:
tre gambe e due braccia.