lunedì 29 febbraio 2016

NEMO POETA IN PATRIA, bulgarograsso 13 marzo



4 versi, 2 birre e 1 chitarra
senza paronomasie
senza ossimori
senza sineddochi:
come una chiacchierata tra amici, come a casa, 
e tante sorprese, fidatevi!
vi aspetto





venerdì 19 febbraio 2016

casa è ciò di cui si ha nostalgia - ad André Breton


in occasione dell'anniversario della nascita di André Breton (1896) 
una poesia surrealista


s'allumano le lenzuola di lucciole
stese su quella spiaggia senza sole
una tisana s'intiepidisce nel sonno madre
davanti a cui ho il volto coperto
il velo della vergogna davanti al sudore al fuoco
agli stenti per aggraziare quest'uomo
che felice non è non sono mi velo
davanti a te mi portasti al circo una sera
era tanto triste che piansi nel mio buio
per i due biglietti strappati
il tuo volto affaticato di rughe e sforzi
incidente non è stato un incidente
è imminente come la quiete
che è un costrutto strettamente artificiale
la formazione in ambito
industriale il bolo alimentare la lipotimia
sincopale finché
un uomo per la spiaggia ravennate mi ferma
sulla sessantina "che ci fai qui? non sei
ancora partito?" lui occhi di cenere
non abbia io non abbia altra bara
che questa carne padre
io sono di cielo così chi non muore
in guerra si spegne di nostalgie qualcosa
manca
sempre ed emigra
questo mio volo profondo fandango
con i fiati del fato imperfetto
imperfetto un pupazzo si sposa di neve
e ride e salta e impazza
e l'inverno diviene ostello di pellegrini
viandanti allucinati e illusi
all'orizzonte l'abbaglio
le spiagge felici della pace
il barbaglio di un'onda assetata

M. Chagall, Les amants bleu, 1914

venerdì 5 febbraio 2016

100 anni fa è nato il DADA



il 5 febbraio 2016, presso il Cabaret Voltaire di Zurigo, in via Spiegelgasse, Tristan Tzara, circondato da Hans Arp, Hugo Ball, Marcel Janko e tanti altri, coniò il termine DADA.
sono passati solo 100 anni, sono passati già 100 anni: quello che è certo è che, se DADA è morto, come disse lo stesso Tzara nel 1924, DADA è risorto e più vivo che mai.

DADA non vuol dire nulla, ma DADA è tutto.
DADA è distruzione, DADA è antiarte, DADA è la nostra intensità, DADA è contro la logica, la morale e la dialettica. 
DADA è l'uomo davanti a se stesso, alla sua nudità.

vorrei qui ricordare la sua essenza, con prose di autori che parteciparono a questa "rinascenza artistica" per poi confluire nel Surrealismo.

tutti quelli che guardano e capiscono, che si sistemano per benino tra la poesia e l'amore, tra la bistecca e la pittura, saranno tutti digeriti. saranno digeriti.

DADA EST TATOU, TOUT EST DADA! (T.T.)


CHI E' IL DADAISTA?, Johannes Baader

il dadaista è un uomo, che ama la vita in tutte le sue forme incalcolabili, e che sa e dice: "non solo qua, ma anche là, là, là è la vita!". quindi il vero dadaista domina anche l'intero registro delle manifestazioni della vita umana, a cominciare dalla più grottesca autoironia fino alla più sacra parola del culto sul globo terrestre maturato, appartenente a tutti gli uomini. e farò sì che su questa terra vivano uomini in avvenire. uomini che siano padroni del loro spirito e che con questo spirito creino a nuovo l'umanità.


PASTICCERIA DADA, Paul Eluard

la tavola è rotonda, il cielo è forte, il ragno è minuto, il vetro è trasparente, gli occhi hanno dieci colori diversi, Louis Aragon ha la croce di guerra, Tzara non ha la sifilide, gli elefanti sono silenziosi, la pioggia cade, un'automobile si sposta più facilmente di una stella, ho sete, le correnti d'aria sono inutili, i poeti sono puntaspilli o maiali, la carta da lettere è comoda, la stufa tira bene, il pugnale uccide bene, il revolver uccide meglio, l'aria è sempre troppo profonda.

tutto questo noi lo inghiottiamo e, se lo digeriamo, ce ne fottiamo assolutamente.


IO, Louis Aragon

tutto quello che non è io è incomprensibile.
sia che la vada a cercare sulle rive del Pacifico sia che la raccolga nelle contrade della mia esistenza, la conchiglia che applicherò al mio orecchio risuonerà della stessa voce che prenderò per quella del mare e che non sarà se non il rumore di me stesso.
tutte queste parole, se a un tratto non mi accontento più di tenerle in mano come graziosi oggetti di madreperla, tutte le parole mi permetteranno d'ascoltare l'oceano, e nel loro specchio uditivo non ritroverò se non la mia immagine.
il linguaggio qualsiasi cosa sembri si riduce al solo Io e se ripeto una parola qualsiasi, essa si spoglia di tutto quel che non è io fino a diventare un rumore organico attraverso cui la mia vita si manifesta.
ci sono solo io al mondo e se ho ogni tanto la debolezza di credere all'esistenza di una donna, mi basta chinarmi sul suo seno per udire il rumore del mio cuore e riconoscermi.
i sentimenti non sono che linguaggi per facilitare l'esercizio di alcune funzioni.
porto nel taschino sinistro il mio ritratto molto somigliante: è un orologio di acciaio brunito. parla, segna il tempo e non ci capisce nulla.
tutto quello che è io è incomprensibile.