sabato 28 marzo 2015

quarta di copertina (con narciso)


in questo periodo ho due nette fissazioni: i narcisi e i libri di poesia, uno in particolare!
che ne pensate di quest'introduzione? per far venire un po' di acquolina in bocca...
a presto per nuove anticipazioni...e diffondete! grazie mille a ciascuno di voi, davvero!



Nella cosmologia ebraica Elohim non crea le acque, ma divide quelle dell’oceano (màim) da quelle dei cieli (shamàim, “acque di là”) nel secondo giorno della Creazione, collocando dunque l'uomo nel mezzo di queste, nella stessa condizione in cui un bimbo per lunghi mesi risiede nella pancia della madre. Così l’uomo vive ed esiste in questo grembo universale, tra sogni, speranze e terrori, come se il mistero della realtà attendesse ancora di essere realizzato, come se inconsapevole fosse ancora cullato tra le braccia di una Grazia che danza, e in questo bisogna credere: che una felicità di pace sia possibile, oltre dolore e fantasmi, qui e ora. L'uomo è la propria armonia e la poesia, espressione intima della natura umana, diviene in tal modo più reale della realtà stessa.

La raccolta poetica Nella pancia di Dio è formata da tre sezioni: la prima è una miscellanea di composizioni di ispirazione surrealista, la seconda è la cronaca in versi di un amore, la terza è invece composta da poesie polifoniche, alcune delle quali si possono ascoltare su youtube all’indirizzo riportato attraverso qr code.

sabato 21 marzo 2015

si vis pacem, para bellum

Sì, non è un'allucinazione: si è creata nel silenzio, si è andata formando giorno per giorno e ora è quasi pronta: la mia nuova raccolta poetica "Nella Pancia di Dio" sta arrivando, a mio modo!


Allora, che te ne pare della copertina?


Si vis pacem, para bellum!


lunedì 16 marzo 2015

forse il mostro è il sonno del girasole


tu mi chiedi "possiamo essere felici?"
ed io replico: "dobbiamo essere infelici?"

(giorgio linguaglossa, blumenbilder)

p.s. ah, la foto bellissima è di Elena Pazzagli, e da oggi sono anche su twitter @emanuelepini13!


Elena Pazzagli, Simplicité

lunedì 9 marzo 2015

vincent van gogh, "la vigna verde"

Vincent Van Gogh, La Vigna Verde, 1888

che poi è un turbine irrequieto e ingarbugliato che ti travolge, viene verso di te e ti assedia.
poiché, dico io, la propria autenticità vale quanto la ricerca della felicità.
arriva la tempesta, la pioggia, l'uragano.
il cielo soffia, scalcia, crolla, mentre i suoi colori si azzuffano violenti.
è questo il segnale che la vita grida ancora e si dibatte.
il tormento di un amore fatale e il pianto di un bimbo inerme.
chi pensa di trovare la felicità senza pagarne un prezzo si accontenta di una soddisfazione.
fatti non foste a viver come bruti ma per seguir
per seguir
per seguir virtute a canoscenza.
poiché, dico io, il sorriso vale e ha un prezzo, che vale per sempre.

sì, questo quadro mi piace molto.
tanto tormentato da sembrare tempesta, tanto dolce da parere pace.

domenica 1 marzo 2015

preghiera al tramonto


cito:

sotto la sua tenda nella notte
come i criminali e i banditi gli sbronzi
i delinquenti un telo di stelle che scosto
scendo tra le ombre

triste bellezza
che ti veli di un riso la pelle bruciata
la pelle brucia e fischietti
barlume tragico
i colori del fiore che rallegrano
solo se impallidiscono
rallegrano e impallidiscono
triste bellezza mia
che t'amo e mi uccidi soffice
chi chiudi gli occhi davanti al tramonto?

innamorarsi e morire attardato

nel trauma effimero di me

qui non c'è il regno di nulla

vedo:

l'angelo il drago la donna
ma non serrare gli occhi
un parrucchiere storpio seppellisce sassi
e i silenzi
ma non serrare gli occhi
tutto il mondo non è che un carcere
dal cui fondo non ci affanniamo
che di luride platte
ma non serrare gli occhi
non cicatrizzare le tue ferite
i solchi sudati dell'aratro e l'amarezza
il cruccio del chicco caduto
la donna l'angelo il drago
zumpappà zumpappà
ma non serrare gli occhi
ma non oscurare la parola
il marinaio morto è il marinaio
che si corica il drago l'angelo
la donna mi fissa sommerso mi mostra
eserciti di topi appestati per i marciapiedi
pustole poi tracollando
muoiono in un rantolo l'angelo
il drago e una donna

prego:

cosa la farfalla se non
il sogno del bruco? l'ombra
fioca della farfalla
siamo nomadi
inseguire il sole perseguire
e un blocco marmoreo al centro della sala da ballo
color ruggine e color rubino
vino
bande di basse nuvole bretoni
le mandrie di foglie son emigrate (ne hai baciato le tracce
di polvere ingrate) il nostro io con loro nevrastenia
il mondo non può ripetersi che due volte
le nuvole veloci volano
eserciti di topi appestati
la vita corre il tempo muore
bambine dormono nel cielo le nuvole
lalàlalàlalalalàlalalàlala

la festa è così silenziosa pioggia
nel sole assoluto il ponte d'avignone
spezzato i chiodi nella carne
di ciascun uomo la vita
è storia sacra
d’esilio
all'impero della tenebra basta
poco al barbaglio delle luci

l'energia scambiata tra gli oggetti a causa della differenza di 
temperatura si chiama calore e aggiungo io
non esistono sistemi isolati e
l’energia dissipata amore

come i tre principi della termodinamica: 1_
in un sistema isolato nulla si crea nulla si distrugge ma tutto
si trasforma sistema isolato inesistente
2_ l'entropia risulta non decrescente
nel tempo quindi non è possibile non è
un moto perpetuo movimento per sempre
e 3_ (teorema di nerst)
impossibile lo zero assoluto

sicut Christus resurrexit

allora:

i malati
gli innocenti assassinati
i ciechi e i sordi sono il regno di d-o
poiché qui ancora fiata d-o
gli affetti da sindrome di down non
voluti il buon samaritano e musulmano
i padri di famiglia senza mezzo lavoro
gli orfani dimenticati sono il regno
di d-o i ventenni schiavi senza futuro
i tossicodipendenti le figlie
violentate e chi piange vedova in guerra
chi senza pace cura il prossimo
disperatamente i portatori di disabilità
i vecchi gli infermi il mentecatto
solo e fallito i poveracci
hanno la grazia di chi è con d-o
fraqile e nudo piagato
le prostitute sfregiate i ladri
di fame sono il regno di d-o sono
il regno di d-o
che non ha chiavi non ha serrature
il regno di d-o

tu allora ci aprirai?

d-o mi ha detto non dire
di più ma s’accosta mi arrise
al fondo delle forze mie

August Rodin, Porta dell'Inferno, Museo Rodin, 1880-1890