venerdì 20 dicembre 2013

natale 2013


in una notte troverai un giglio appassito
che ti confesserà felice
"la mano di d-o per amore si è dilaniata in cinque dita"
ritorniamo poveri
e bussiamo a porte straniere
come gli uccelli che beccano la scorza della primavera


Giotto, S. Francesco predica agli uccelli, Basilica S. Francesco ad Assisi


buon natale a tutti e a ciascuno!

sabato 7 dicembre 2013

traduzione del frammento 168 B Voigt di Saffo

cadute le pleiadi e il volto
della luna già s'oscura
trascorre il tempo la verde giovinezza
disteso su un letto io
solo
nel fondo di una notte




δέδυκε μὲν ἀ σελάννα

καὶ Πλήιαδες˙ μέσσαι δὲ

νύκτες πάρ δ᾽ ἔρχετ᾽ ὤρα˙

ἔγω δὲ μόνα κατεύδω.



lunedì 28 ottobre 2013

nòstos


il fioco schianto
il fumo spento
e il fatuo incanto
brumiva lento
autunno che spiri nelle mie braccia
ricorda degli eroi che fu il tempo
e della giovinezza inviolata e tersa
s'assiepa una danza perversa di santi inginocchiati
altalene d'acciaio e il cadere
che non fu che carezza

Caravaggio, Bacchino malato, Galleria Borghese, 1591

vorrei inoltre cogliere qui l'occasione per dedicare questi versi agli amici de "Il Cortile" di Guanzate (Co), in parte folli e in parte eroi, una comunità di famiglie che fa dell'accoglienza, della convivenza e della generosità delle concretezze, e non solo delle parole; invito perciò tutti a passare qualche secondo per il loro sito: http://ilcortile.weebly.com/

"Quando uno sogna da solo è solo un sogno, ma quando si sogna insieme è la realtà che comincia" (canto popolare brasiliano)

sabato 12 ottobre 2013

l'homme approximatif (stralci, da t. tzara)

t. tzara (1896-1963)
uomo approssimativo come me come te lettore e come gli altri
amanti delle carni chiassose e delle eco di coscienza
completo nel solo spicchio di volontà il tuo nome
trasportabile e assimilabile educato dalle docili inflessioni femminili
diverso incompreso a seconda del piacere degli inquisitori del momento
uomo approssimativo che ti muovi nei dintorni del destino
con un cuore come valigia e un valzer al posto della testa
vapore sul freddo ghiaccio tu impedisci a te stesso di vederti
grandioso e insignificante tra i gioielli di ghiaccio del paesaggio
tuttavia gli uomini cantano in cerchio sotto i ponti
del freddo la bocca blu contratta più lontano che mai
uomo approssimativo o magnifico o misero
nella nebbia delle età caste
abitazione a buon mercato gli occhi ambasciatori di fuoco
che ciascuno interroga e cura nella pelliccia delle carezze delle idee
occhi che ringiovaniscono le violenze degli dèi flessibili
saltando agli scatti delle competenze dentarie del ridere
uomo approssimativo come me come te lettore
tu tieni tra le tue mani come gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia
e dall'altra parte la mancanza del sole c'è forse la morte
che attende nel rumore di una clamorosa bufera dai mille bracci esplosivi
tesi verso te uomo fiore che passa dalle mani della venditrice a quelle dell'amante e dell'amata
che passa dalla mano di un avvenimento all'altro senza volontà triste pappagallo
le porte sbattono dei denti ed è tutto fatto nell'impazienza di farti uscire quanto prima
uomo amabile merce dagli occhi aperti ma ermeticamente bendati
mappamondo macchiato da fango da lebbra e da sangue
l'inverno montato sul suo piedistallo di notte povera notte debile sterile
tira il drappeggio di nuvola sul freddo
e tiene tra le sue mani come per gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia

sabato 5 ottobre 2013

suite n. 1


IN SEGUITO ho massacrato le praterie di bisonti rettangolari li ho massacrati uno a uno col ghigno del desiderio per i loro scheletri.

IN SEGUITO dalla polvere una danza rindondante che risonò e squassò i pavimenti come fossero manichini: riappariranno le macchie e alla fine i buchi figli dell'abisso saranno riconosciuti.
degnamente. dogmaticamente.

IN SEGUITO la grande umidità i serbatoi le rupi un cartello fili di connessione la cravatta gli alberghi ancora una linea ancora una linea ancora una linea ancora dritta le iene le cose le case.
noi dentro.

IN SEGUITO le galassie una biblioteca tempesta tormenta bufera la genziana amara un ciclomotore l'autannientamento un vestito verde un vestito azzurro il vestito rosso.
dentro noi.

IN SEGUITO hai letto che tutto il mondo è d'accordo che l'attuale situazione di pace armata è insostenibile (gradatamente impossibile) hai pianto di nascosto hai ordinato risotto al pesce persico con abbondante burro brindando mi hai abbandonato.
seduto ancora seduto.

IN SEGUITO un demone arrivava dalle ali leggere di alabastro...




sabato 15 giugno 2013

eva nella mela


le cose più importanti non si dicono
o s’affollano nel finale la sedia
vuota
che poi i treni più belli passano
senza meta e al centro della terra
non vi è gravità non vi è più
la paura della polizia rimpolpa il nulla
convergenza e divergenza (avvertenza!)
e che si dice? quello che dico io
la paura della polizia ai bordi delle terre
senza meta la folla vuota
aggravata
su una sedia quello che dico io
il nulla i treni la mela

ed eva nella mela
ed eva nella mela

domenica 26 maggio 2013

l'impero bismarckiano-guglielmino


R. Magritte. "Uomo allo specchio", 1937



il gatto è chiuso nella scatola e respira
il respiro in questo orizzonte in cui alba
tramonto non quadrano mai e nulla
rullano i dadi e rullano
il gatto è chiuso nella scatola e miagola
l'uomo - mi ascolti bene - è l'unica creatura
tanto comica tanto tragica, ascolti
me che grido senza più respiro


il volto di narciso si perde nel suo stesso riflesso
si se non noverit vivet


mercoledì 22 maggio 2013

balla un buco nella giacca


il concerto di tende e nuvole
s'arricciano e s'annullano
e tintinnano le scorze di limone
danzano poi a tempo di lavatrici
tra il peso di pentole e piatti
vola un aereoplano
e icaro ancora si sporge dall'oblò
si scorge nel cielo 
scarno e vivo
e blu
rullano i dadi e rullano

P. Harrison, Forestbed, 2000

sabato 4 maggio 2013

cappella de' pazzi, incompiuta


certo che a conoscere le bugie delle genti
la bugia ci s'ingrigisce e ogni camera ha i suoi rumori
abrasione i tuoi tumori "quel breve pellegrinaggio ch'è la vita"
memoria di riso alle rose
mangiare ho conosciuto poi per strada tanti nomi
da sentire estraneo il mio tanti nomi
emanuele ABBAIO marciamo all'interno dell'inverno
strato 
                  su strato 
                                      su strato a non sentire le foglie di tiglio
fa sempre più freddo, vecchio, da non udire
le foglie di magnolia e la carne umana la misura
del mio limite è me con le stelle sotto i piedi
spero di poter perdere ogni paura
del paradiso
completamente


Turner, Snowstorm

mercoledì 17 aprile 2013

you can never hold back spring (t. waits)


non puoi mai fermare la primavera,
puoi essere sicuro che io non smetterò mai di crederci!
la rosa si arrampicherà mentre arrossisce:
salta su o cade indietro
la primavera davanti o l'autunno indietro
e gli inverni sognano ogni volta lo stesso sogno.

non puoi mai fermare la primavera,
anche se ti sei perso per strada 
il mondo continua a sognare di balzi e di primavera
e allora chiudi gli occhi, apri il cuore
a qualcuno che sta sognando di te:

non puoi mai fermare la primavera, dolcezza.
ricordati di tutto ciò che può portarti la primavera:
non puoi mai fermare la primavera...



you can never hold back spring,
you can be sure that i will never stop believing!
the blushing rose will climb
spring ahead or fall behind
winter dreams the same dream every time

you can never hold back spring,
even though you've lost your way
the world keeps dreaming of spring,
so close your eyes, open your heart
to one who's dreaming of you:

you can never hold back spring, baby.
remember everything that spring can bring:
you can never hold back spring...




sabato 13 aprile 2013

glossolalia di un eroe


le conseguenze del nostro comportamento
come pianto di specchi modellano
il nostro comportamento quaggiù
quaggiù nei cieli dei cieli

ma dite dunque a flaubert che io
me ne vado: esco alla malora
un campanile
la giungla
di un potere ci si impossessa in periferia, di un impero

il cinghiale è pur sempre un cinghiale si dice
poi ti vidi ritta come una statua
manca di marmo il marmo è finito
sire
dicono che venerdì torni neve
e ghiaccio ma io guardo al velo d'orchidea
un campanile e la giungla
e primavera venerdì sarà sole
un cinghiale non riconosce allo specchio il vento lieve
la latrina allagata s'è calandrata altrove in pane
la gerarchia animale non è necessariamente lineare
per nulla cosicché se irrompesse
ora in scena 
un dinosauro 
mi sentirei rassicurato
appunto

Randy Mora


sabato 6 aprile 2013

il pianto degli specchi


tutti i manuali ben incravattati a ribadire la funzione espressiva dell'arte 
e pentole e padelle
(e frittate e frittelle)
ma come non scorgere innanzitutto l'evidenza della sua funzione profetica?

anticipare e svelare il mondo prima che esso avvenga:
e gli specchi siamo noi.





domenica 31 marzo 2013

pasqua 2013 (antropologia particolare)

tulipano, Beethoven e cesso











ed egli non ebbe che il lusso
di essere nudo e rimanere vivo
carne trita con fagioli alla paprika
piccante l'apparato cardiaco appare asimmetrico
qui con me trecento (non praevalebunt) anguille
striscia la biscia nessuno
fa niente e tutto va avanti
come una circonferenza goniometrica passaggio:
basti.





martedì 19 marzo 2013

utopia n°1


l'umanità non ha bisogno di tanti giudici.
l'umanità non ha bisogno di tanti fucili.
l'umanità non ha bisogno di tante parole.
l'umanità non ha bisogno di tante verità.
l'umanità non ha bisogno di tante leggi.
l'umanità non ha bisogno di tanti leader.
l'umanità non ha bisogno neppure di tanti eroi, 
né salvatori.
l'umanità ha soltanto bisogno di fratelli.
diamine! noi non siamo che stranieri.


venerdì 15 marzo 2013

isaia 49, 15


si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? anche se tutte le donne si dimenticassero, io invece non mi dimentico mai di Te

al Cimitero Monumentale, oltre la morte

che l'amore è che esista solo l'amore

numquid oblivisci potest mulier infantem suum, ut non misereatur filio uteri sui? et si illa oblita fuerit, ego tamen non obliviscar Tui

carl orff, ave formosissima, dai carmina burana


venerdì 1 marzo 2013

il fantasma affranto di francis drake


incubo di labirinti incunaboli
tetri e terrore UNA CULLA! tremendo tritore
volsi il volto oltre il velo
banale, o meglio: non originale tu
schiacciami [il volo!] amore d'elisabetta
e soffocami francis drake we are
a furious wind [batti, tamburo] forzatura
metamorfosi d'una polena gradinate su gradinate raggomitolate
che si affievolisce millecinquecentottantotto
come morì francis drake amore d'elisabetta
non è più vero niente [soffiamo sulla vela
soffiamo] ora fantasma in una bara di piombo elisabet-
-ta in attesa che il traffico riprenda

questa sì, è una poesia d'amore.




lunedì 25 febbraio 2013

cercando un altro egitto (f. de gregori, 1974)




Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra 
mi dicono "Francesco ti vogliono ammazzare". 
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?". 
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe 
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto. 

Di fuori tutto calmo, la strada era deserta 
mi dico 'meno male, è tutto uno scherzetto' 
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto 
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino, 
la strada adesso è piena di persone. 
Mia madre è qui vicino. 

Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta 
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra 
prima della caduta e al posto del posto 
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo; "Dove?", dico io 
"Intorno al collo", e adesso per la strada 
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla; 
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi" 
ti dicono agitando i loro sfollagente, 
e io dico "Non può essere vero" e loro dicono "Non è più vero niente". 

Lontano più lontano degli occhi del tramonto 
mi domando come mai non ci sono bambini 
e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo 
mi indica col dito qualcosa da guardare 
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente 
i bambini, i bambini sono tutti a volare 

Un amico d'infanzia, dopo questa canzone 
mi ha detto che "È bellissima, un incubo riuscito 
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto 
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi", 
amore amore, naviga via: devo ancora svegliarmi.

sabato 16 febbraio 2013

l'era dei cavalieri erranti


non era più l'era dei cavalieri erranti
                                                       t'addormenti
l'attesa di quell'alba e le stelle
che scivolano su questo schermo scorrono 
la tua mano aggrappata immota al mio fianco
stretti narcisi d'argento e carta
il tuo capo appoggiato disteso alla mia spalla
suonano luci di là e qualcuno (un gatto?) grida
CHE COSTRUIREMO LE PIRAMIDI CHE COSTRUIREMO
LE PIRAMIDI NOI e io ci credo LE PIRAMIDI!
tanto che a mirarti notturna parresti scintilla
qui dove sono i quattro venti
dove incastrati noi ne siamo padroni indomiti
                                                     d'affetto
così avemmo la profezia di sognare noi stessi
che poi non annoda un anello ma abbraccia
quell'alba che verrà e queste stelle
le riconoscerai spuntare sopra l'arco dei tempi
delle notti illustri dei baci accesi mai più spenti

il mio amore che parla solo a pietre pazzi
                                                   e imbecilli

R. Magritte, L'impero della luce

lunedì 11 febbraio 2013

chagall, paradis (perdu)

Marc Chagall, Paradiso, Nizza 1960-66













la donna e un uomo assieme:
tre gambe e due braccia.

mercoledì 6 febbraio 2013

l'anima di lavoisier

a volte le balene arpionate sono solo balene arpionate
raramente le balene ubriache sono solo balene ubriache
spesso le balene arpionate sono solo balene ubriache
gettare pezzi di pane ai piccioni in piazza duomo può giovare a qualcosa?
che un cuore può pesare più di un palazzo meno di un polmone
nevrastenia di todopoderosa magnaminità : tum - tùm /
tum - tùm /
tum - thumòs //

giovedì 31 gennaio 2013

il reale appare allegoria del vero


les bornes renversées du paradis 
gisent parmi des nuages de cendre

i confini rovesciati del paradiso
giaciono tra nuvole di cenere

(souffle, j. arp)

G. Klimt, Musica, 1895

domenica 27 gennaio 2013

pantofole di pellerossa


che poi io immagino che faranno le pantofole quando finirà tutto questo farfuglio
le pianure e il fragore dei fiumi e i terremoti muti
il più delle volte i colpevoli si addormentano immantinente
la pantofola voleva rincasarsi e riposarsi. mica può riposarsi una pantofola, lo sapete anche voi, senza scomodarsi per mettersi in pantofole
non chiederete dunque il perché della guerra
nessuno mi ha chiesto perché, quando mi sfiorò per la prima volta l'alito umano
poi ovviamente tossii
guerra i miei occhi che pulsano nello specchio sembrano gioco di specchi
mi volgo e vedo lo straniero
pellerossa che canta totem totem e ancora lo stesso interrotto respiro
ferrovia di ferro e frecce inferocite infuocate
i miei occhi che danzano di costellazioni cantano totem totem totem
di che hai paura piedechebatte dove corri che insegui nella pianura?
il più delle volte i cervi fuggono la primavera nelle pianure 
indiano indossa le pantofole 
quando finirà questo farfuglio e la danza dei totem rincasando si sarà addormentata
lo spavento di bruciare lo spavento di spegnermi

foto di r. doisneau

mercoledì 23 gennaio 2013

riguardo alla poesia surrealista



che la vita dell'uomo proceda continuamente su due binari non lo dico certo io, nessuna novità: la realtà e il sogno, due sentieri che non si incrociano se non in rare raggianti radure
la realtà con le sue certezze e le sue abitudini, il sogno con la propria ricchezza assurda e un incessante disordine creativo
geometria koala pantera nera colore nera
affermare che vivere solo il sogno sarebbe delirio equivale ad affermare che vivere esclusivamente la realtà sarebbe perdere la propria umanità
un corpo corre senza capo, un capo corre senza corpo
viene naturale conseguirne che entrambi questi cammini siano chiamati a un dialogo, in cui però non deve sussistere una gerarchia, poiché entrambi appunto sono riconosciuti elementi costitutivi essenziali della persona. perciò il dialogo non dovrà più essere univoco, un dialogo in cui la realtà interroga severa e intransigente (bacchettona!) il sogno: anche il sogno dovrà essere domanda e richiesta al mondo oggettivo e l'uomo potrà cercare di interpretare questo sulla base del proprio sogno
la realtà non è più vera del sogno, a volte neppure più oggettiva, ma solo più condivisibile
la tirannia della logica non è una certezza. l'esistenza è comunque sia fondata anche sull'assurdo. caos è il primo dio. siamo tutti matti qui: io sono matto tu sei matta. siamo castelli di carte e convenzioni
la verità è che si ha una tremenda paura del sogno, in quanto fa cambiare, fa conoscere e non si può programmare
l'ordine tuttavia è un disordine bugiardamente camuffato oppure il disordine è solo un ordine che non riusciamo a comprendere
(io personalmente inizio a credere che l'ordine sia una categoria funzionale ma non sostanziale, un po' come la plastica delle merendine)
penso alle  c o s t e l l a z i o n i , che non esistono: gli antichi greci vedevano le stelle gettate a manciate nel cielo nero e le interpretavano creando con la propria fantasia figure di eroi, divinità, animali con la propria fantasia; attraverso le costellazioni insegnavano ai propri figli i racconti fondanti della mitologia, la loro cultura, i loro valori, e attraverso le costellazioni si orientavano in mare durante la notte, quando il mondo taceva. forse esistono davvero
sfido ora qualcuno a dire che i sogni sono inutili sono aria sono nulla. l'inconscio stesso ci influenza più di quanto possiamo confessare, in ogni dettaglio e in ogni attimo
stelle orione immortalità sud viaggio aldebaran
attraverso il sogno racconteremo noi stessi agli altri e a noi stessi, attraverso il sogno ritroveremo la nostra strada e la nostra casa
la nostra casa non era una camera d'hotel ben lustra e profumata, aveva forse qualche macchia agli angoli del pavimento e oggetti, perlopiù vestiti e soprammobili impolverati, gettati alla rinfusa, ma quando entravamo ci sentivamo protagonisti di un'avventura, sentivamo che qualcuno l'aveva scaldata per noi, sapevamo che qualcuno ci avrebbe aspettato qui, casa nostra
e quindi? e quindi sia benedetta l'arte e quella poesia che, attraverso un viaggio lungo e faticoso, fa emergere i nostri sogni e le nostre costellazioni, tanto assurde quanto miracolose: questa è poesia surrealista. nulla di nuovo
chi crede di aver compreso non ha capito nemmeno il gioco


un po' simpatico un po' antipatico, mi trovo

questa è la costellazione di orione: la vedete anche voi?



venerdì 18 gennaio 2013

incipit vita nova


all'inizio fu solo due occhi uno sguardo

che va dicendo a l'anima "sospira"

che come vedi ancor non m'abbandona

da cielo in terra a miracol mostrare

e paion sì al vento esser leggieri

amor ch'a nullo amato amar perdona

e caddi come corpo morto cade

fu solo bacio, bordeaux

sabato 12 gennaio 2013

"la pietra dell'universo dai capelli di panini imbottiti" hans arp


i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
le acque chiudono i loro occhi perché dal cielo cadono pietre e bambini.
alle pietre alle acque ai bambini e agli occhi cadono i capelli.
le pietre nella tasca destra hanno del burro e nella tasca sinistra del pane e ciascuno con grande considerazione li prende per panini imbottiti.
i panini imbottiti di pietra hanno una scriminatura a destra i panini imbottiti d'acqua hanno una scriminatura a sinistra e i panini di bambino hanno una scriminatura al centro.

le pietre sono mute e analfabete l'acqua senza carattere e a che serve ai bambini il clamore di pulce e agli occhi il tuono di pidocchi.
coscienti della loro forza i capelli prendono posto al tavolo acchiappabudelle.
bianco nero verde e azzurro sono i colori dell'universo.  si portano ora prati verdi con scarpe nere e capelli azzurri.

i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
le scarpe nere con labbra azzurre e pomelli azzurri.
barbe a quattro colori in una sola persona come i capelli viventi del nostro tempo.
spazi azzurri con becchi verdi e scarpe verdi.
la forza del leone è bianca.

la forza del fuoco è bianca.
gli occhi fedeli della forza sono neri.
nero è il simbolo per bianco.
bianco è il simbolo per bianco.   bianco ha lo stesso significato di arrivederci oppure quando sto risvegliandomi come fiore con paraocchi?
le campane bianche rispondono con il loro carillon verde alle domande delle labbra o alle domande dei becchi?
la viltà della forza è nera come gli occhi fedeli della forza.
i quattro colori della barba sono bianco nero verde e azzurro.
la velocità delle pietre è azzurra.
l'assenza di carattere dell'acqua è verde.
la carne dei bambini è nera.

l'acqua chiude gli occhi perché dal cielo cadono pietre.   le pietre cadono sulla testa dei bambini.   gli occhi cadono dal volto dei bambini.   ora i bambini non trovano più la via dal cervello alla bocca e dalla bocca allo stomaco e dallo stomaco al vaso.
i capelli bianchi delle pietre sono pettinati.   i capelli neri dell'acqua cadono nella minestra.

le pietre si specchiano sul campo di lavoro nero.   il sudore verde colava a torrenti dai loro orologi azzurri e al suono del mezzogiorno i prati verdi e i cieli azzurri furono ripuliti.
le scarpe nere sono lucidate.
i capelli bianchi sono pettinati.
le pietre lavarono le escoriazioni di sangue con acqua senza carattere e così tutto fu subito dimenticato e tutto poté essere ripreso da capo.
i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.

i capelli bianchi delle pietre.   i capelli neri delle acque.   i capelli verdi dei bambini.   i capelli azzurri degli occhi.
i capelli bianchi.   i capelli neri.   i capelli verdi.   i capelli azzurri.
le pietre.   le acque.   i bambini.   gli occhi.
capelli di pietra.   capelli d'acqua.   capelli di bambino.   capelli di occhi.
i prati verdi.   i cieli azzurri.   le scarpe nere.   i capelli bianchi.
azzurro.   verde.   nero.   vile e fedele.

(J. Arp, La pierre de l'universe aux cheveux de sandwiches)