sabato 12 ottobre 2013

l'homme approximatif (stralci, da t. tzara)

t. tzara (1896-1963)
uomo approssimativo come me come te lettore e come gli altri
amanti delle carni chiassose e delle eco di coscienza
completo nel solo spicchio di volontà il tuo nome
trasportabile e assimilabile educato dalle docili inflessioni femminili
diverso incompreso a seconda del piacere degli inquisitori del momento
uomo approssimativo che ti muovi nei dintorni del destino
con un cuore come valigia e un valzer al posto della testa
vapore sul freddo ghiaccio tu impedisci a te stesso di vederti
grandioso e insignificante tra i gioielli di ghiaccio del paesaggio
tuttavia gli uomini cantano in cerchio sotto i ponti
del freddo la bocca blu contratta più lontano che mai
uomo approssimativo o magnifico o misero
nella nebbia delle età caste
abitazione a buon mercato gli occhi ambasciatori di fuoco
che ciascuno interroga e cura nella pelliccia delle carezze delle idee
occhi che ringiovaniscono le violenze degli dèi flessibili
saltando agli scatti delle competenze dentarie del ridere
uomo approssimativo come me come te lettore
tu tieni tra le tue mani come gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia
e dall'altra parte la mancanza del sole c'è forse la morte
che attende nel rumore di una clamorosa bufera dai mille bracci esplosivi
tesi verso te uomo fiore che passa dalle mani della venditrice a quelle dell'amante e dell'amata
che passa dalla mano di un avvenimento all'altro senza volontà triste pappagallo
le porte sbattono dei denti ed è tutto fatto nell'impazienza di farti uscire quanto prima
uomo amabile merce dagli occhi aperti ma ermeticamente bendati
mappamondo macchiato da fango da lebbra e da sangue
l'inverno montato sul suo piedistallo di notte povera notte debile sterile
tira il drappeggio di nuvola sul freddo
e tiene tra le sue mani come per gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia

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