Riconoscetele un solo merito: è la prima traduzione di questo testo di Tristan Tzara, un testo che resta di profonda poesia, di intenso surrealismo, di visionaria profezia.
Ringrazio chi vorrà leggere, chi vorrà comprendere, chi vorrà sentire, e ringrazio chi mi ha aiutato e supportato nella traduzione:
è stato così bello, così entusiasmante far tornare a parlare Tristan Tzara, tornare a riascoltare vivi e fulgidi i suoi versi, tornare a far sentire la sua voce attraverso le mie parole.
"io mi svuoto come una tasca capovolta"
TRISTAN TZARA, L'HOMME APPROXIMATIF, PARIS 1931
incipit
"le campane suonano senza ragione, e anche noi"
il canto dell'uomo approssimativo
"come me come te lettore e come tutti gli altri"
"io mi svuoto come una tasca capovolta"
il canto della radura
"di pagina in pagina"
il canto del bianco
il canto del quando
il canto dell'infanzia
il canto del licantropo
il canto della pietra, il canto della danza
"le ragioni del nostro tacere"
il canto del silenzio
il canto del nido, tra equilibrio e caos
il canto della consolazione
il canto della nascita
il canto della mano
il canto del cuore cacciavite
il canto dell'ultima luce
il canto dell'ultimo uomo
Tristan Tzara, L'Uomo Approssimativo, traduzione di E. Pini
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