venerdì 5 febbraio 2016

100 anni fa è nato il DADA



il 5 febbraio 2016, presso il Cabaret Voltaire di Zurigo, in via Spiegelgasse, Tristan Tzara, circondato da Hans Arp, Hugo Ball, Marcel Janko e tanti altri, coniò il termine DADA.
sono passati solo 100 anni, sono passati già 100 anni: quello che è certo è che, se DADA è morto, come disse lo stesso Tzara nel 1924, DADA è risorto e più vivo che mai.

DADA non vuol dire nulla, ma DADA è tutto.
DADA è distruzione, DADA è antiarte, DADA è la nostra intensità, DADA è contro la logica, la morale e la dialettica. 
DADA è l'uomo davanti a se stesso, alla sua nudità.

vorrei qui ricordare la sua essenza, con prose di autori che parteciparono a questa "rinascenza artistica" per poi confluire nel Surrealismo.

tutti quelli che guardano e capiscono, che si sistemano per benino tra la poesia e l'amore, tra la bistecca e la pittura, saranno tutti digeriti. saranno digeriti.

DADA EST TATOU, TOUT EST DADA! (T.T.)


CHI E' IL DADAISTA?, Johannes Baader

il dadaista è un uomo, che ama la vita in tutte le sue forme incalcolabili, e che sa e dice: "non solo qua, ma anche là, là, là è la vita!". quindi il vero dadaista domina anche l'intero registro delle manifestazioni della vita umana, a cominciare dalla più grottesca autoironia fino alla più sacra parola del culto sul globo terrestre maturato, appartenente a tutti gli uomini. e farò sì che su questa terra vivano uomini in avvenire. uomini che siano padroni del loro spirito e che con questo spirito creino a nuovo l'umanità.


PASTICCERIA DADA, Paul Eluard

la tavola è rotonda, il cielo è forte, il ragno è minuto, il vetro è trasparente, gli occhi hanno dieci colori diversi, Louis Aragon ha la croce di guerra, Tzara non ha la sifilide, gli elefanti sono silenziosi, la pioggia cade, un'automobile si sposta più facilmente di una stella, ho sete, le correnti d'aria sono inutili, i poeti sono puntaspilli o maiali, la carta da lettere è comoda, la stufa tira bene, il pugnale uccide bene, il revolver uccide meglio, l'aria è sempre troppo profonda.

tutto questo noi lo inghiottiamo e, se lo digeriamo, ce ne fottiamo assolutamente.


IO, Louis Aragon

tutto quello che non è io è incomprensibile.
sia che la vada a cercare sulle rive del Pacifico sia che la raccolga nelle contrade della mia esistenza, la conchiglia che applicherò al mio orecchio risuonerà della stessa voce che prenderò per quella del mare e che non sarà se non il rumore di me stesso.
tutte queste parole, se a un tratto non mi accontento più di tenerle in mano come graziosi oggetti di madreperla, tutte le parole mi permetteranno d'ascoltare l'oceano, e nel loro specchio uditivo non ritroverò se non la mia immagine.
il linguaggio qualsiasi cosa sembri si riduce al solo Io e se ripeto una parola qualsiasi, essa si spoglia di tutto quel che non è io fino a diventare un rumore organico attraverso cui la mia vita si manifesta.
ci sono solo io al mondo e se ho ogni tanto la debolezza di credere all'esistenza di una donna, mi basta chinarmi sul suo seno per udire il rumore del mio cuore e riconoscermi.
i sentimenti non sono che linguaggi per facilitare l'esercizio di alcune funzioni.
porto nel taschino sinistro il mio ritratto molto somigliante: è un orologio di acciaio brunito. parla, segna il tempo e non ci capisce nulla.
tutto quello che è io è incomprensibile.




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