domenica 28 dicembre 2014

esperimento polifonico n°4: pigiami



Voce 1
Voce 2
Voce 3

ho acceso il fuoco in attesa che arrivasse la legna



che rimane?
cumuli di pigiami
blu
a pois da stirare e lavare stirare per altri
altre genti con i nostri sogni
la notte termina
vedo illuse
mille albe furtive


accendo il fuoco in attesa che arrivi la legna



accendo il fuoco in attesa che arrivi la legna

che rimane? cumuli di pigiami
blu
                a pois
                               da lavare e stirare
per altre genti che verranno a indossare
                                                                              i nostri sogni
e la notte termina
                                               con l’alba furtiva
blu o pois che sia

tra cumuli di pigiami


ho acceso il fuoco in attesa che arrivasse la legna


accendo il fuoco in attesa che arrivi la legna

che rimane?
che rimane? cumuli di pigiami blu
a pois blu a pois blu
a pois
da lavare e stirare per altre
altre genti d’altro mondo
che verranno
indossando
albe furtive
è la notte che termina

i nostri sogni

ho acceso il fuoco in attesa che arrivasse la legna




esperimento polifonico n°2: indagine sull'ennesima dimensione




Voce maschile 1
Voce maschile 2
Voce femminile

-               -               -               tre dita
tre dita

questi

-               tre dita                      tre dita
-               -               TRE DITA                
le mie tre dita



-               -               -               tre dita
tre dita le mie tre dita non solo tre dita

questi divini focolari che non ami non saprebbero il sogno
di venire vestiti.la conclusione 
inevitabile è che non riusciremo mai a raggiungere i limiti
dell’universo osservabile
le mie tre dita




se tre dita fossero   -
alberi birbanti d’un bosco buio, non brucerebbe
di cielo e anche quegli
quegli dannati usignoli che non senti non avrebbero bisogno
di essere sentiti. tre dita
la stella sirio si sta allontanando da noi alla velocità di 29 miglia al secondo
huggins nel 1868 annunziò
-

ps. ringrazio come sempre Valentina Rusconi ed Emanuele Parravicini per la loro preziosa collaborazione!



venerdì 26 dicembre 2014

"mai sonno sugli occhi sonno cadeva / fissi alle pleiadi" (odissea V, 271-272)


parlami, su!, parla
di quel treno notturno per roma due amiche
e se sfrondi le nuvole della tua fronte
ci fu prima la figlia di leda leggiadra
                         foglia
                                              di luce
e beata c’era berenice assiepata nelle notti alessandrine
a rintracciare
                         nel cielo siderale
                                                                              un’ombra
[i binari sono esauriti, passeggero, ancipite pugnā]
che permanga e quella ragazza
salita sola a bologna centrale
un paio più dei tuoi diciassette anni
sdraiata sui sedili
                                        di costa
                                                                              dorme
fra i sedili di quel treno corsa veloce il motore
che graffia le rotaie arrugginite il rumore sferzare del vento
avverso e il suo mignolo il y a beacoup
                        sollevato
                                               dalla mano destra
de lumière dorme e io errore di colombo
nessuno mi credette mai dans tes yeux
musa vegliai per tutta la lunga tenebra
fuori la catastrofe
                        non avrebbe smosso
                                                un soffio di fiato
quel mignolo immoto e nitido
il y a beaucoup de lumière dans tes yeux leggero
terribile io giuro non l’ho
scordato e non so che c’entri
dopo anni di polvere
                                        un incontro
                                                                                di notte
su un treno troppo affollato so che
non ci sono più stazioni qui e qui un’ottava
piccola pleiade mi palesa impropria che il cosmo
respira e s’agita assopito (sebbene
non siamo in fuga non siamo fermi non siamo sebbene)
s’agita d’irremovibile grazia
IL Y A BEAUCOUP DE LUMIÈRE DANS TES YEUX
eterna pellegrina


mercoledì 10 dicembre 2014

pathei mathos (hercules furens)



l'ombelico a mollo nella vasca l'acqua
tiepida che sommergeva riemergeva e poi
galleggiava freddo
fuori ercole volto di fiera che tornò
illeso dall'ade
fiottando il sangue dei fanciulli suoi è finita
non è finita ci addormenteremo invisibili
su cornicioni d'argento di fronte
al mondo tornò
e l'ombelico e dentro l'abisso che feci
teseo? lettere, belle e tristi lettere
il fauno nato afflito vivrà elegiacamente
desolato e abbandona, ercole,
la clava, per ercole, abbandona
il turbine che non puoi abbandonare
la mia spalla destra ingobbita dalle difese
io non temo di affrontarla di essere
triste teseo
io non giudico la giustizia d'iddio dico
che non so giudicare che non sanno
i naufraghi la rotta d'itaca
i poveri non pagano il peccato non sono santi
i primi cristo in croce crepa
io a piedi bianchi e nudi sulla neve
sulla speranza dei prati sulle nuvole disilluse
nel miasma del mio mare amaro
impercettibile in cima
a cornicioni d'argento

Sarcofago presso il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, particolare: le fatiche di Ercole


mercoledì 3 dicembre 2014

affermazione

il velo della vecchia
pregava di fronte a una chiesa
                                                   russa
                                                               serrata
e le luci del centro la madonnina
languida le file di gente e storie di cui non ho
nome il bacio
fisso ed eterno di due
                                      giovani
                                                      salutandosi
                                                                           al binario
e la gente ancora affollata ai negozi del corso
cento mie lacrime cento
                                          sorrisi costa ognuno
                                                                           dei miei versi milano
l'infinito è comunque dispari
L'ORAGE
SAUVAGE

F. Bacon, Autoritratto, 1973

mercoledì 22 ottobre 2014

(a parte)

Henri Cartier Bresson, Simian La Rotonde, 1969

per otto giorni l'accampamento lo schieramento i quartieri
settentrionali della cittadina bombardati
senza sosta             (bombe)
ogni colpo                            (bombe)
esplodeva                                           (bombe)
ringhiava rabbia risentimento rancore
i petali sapevano ancora appassire
                  in quei giorni                          (bombe)
in quel tempo arrivasti
tra la fretta della pioggia mi scostasti
spingendoti appoggiandoti un attimo
                                                            al mio braccio
forse lo ricordo solo io spesso                         (bombe)
                                                   è fantasia
la foglia che si sgranava per il pavimento i gradini
delle scale ancora lo scroscio di bombe        (bombe)
mi toccasti la mano mi sfiorò
così le strade non ebbero più nomi e non più
batterie d'artiglieria le schiere
di cannoni le baionette e noi
in fondo al battito bellico                                  (bombe)
già tutto è in fondo a noi e noi
che l'abbiamo perduto.
un nonno e il bambino.
le bombe avevano smesso da qualche ora
di ululare
                 "è la fine?"
                                    da millenni non ancora da millenni
per mano lo condusse docile
dolce al cuore dell'oceano
passo a passo i colori sfiorivano
s'estinsero e due corpi abbracciati
affiorano alla fine della vista
                                                    in lontananza in lonta
                                                    nanza nanna dormi
la mia luna siberiana
mattina pioggia e preghiere le chiacchiere
della processione ave maria santa maria
passi distratti "...così se n'è andato..."
ave maria santa maria freddo
freddo "...e che ne faremo noi
di questa vita siberiana?"
una croce intarsiata a distanza
tra il marmo e l'erba
                                 mazzi di fiori
                                                       marciranno
hai confuso il criminale col povero
                           e il cielo nel fango
                     del sancta sanctorum
appropinquante fine mundi di nicotina
nicotina e naftalina
a trecentomila km all'ora
infinita bellezza infinita
tristezza siberiana "sicut 
promisisti" tra le schiere di cannoni indifesi




martedì 7 ottobre 2014

lettere all'Amata Immortale - ludwig van beethoven


Teplitz, 6 luglio, di mattina.

Mio angelo, mio tutto, mio io. Sono poche parole per oggi, e per giunta a matita (la tua). Il mio alloggio non sarà definito prima di domani (che inutile perdita di tempo). Perché questa pena profonda, quando parla la necessità? Può forse durare il nostro amore se non a patto di sacrifici, senza tutto pretendere? Puoi tu non essere tutta mia, io non tutto tuo? Oh Dio, volgi lo sguardo alle bellezze della natura e rasserena il tuo cuore con ciò che deve essere. L'Amore esige tutto, e a buon diritto. Così è per me con te, e per te con me. Ma tu dimentichi tanto facilmente che io devo vivere per me e per te; se fossimo davvero uniti, ne sentiresti il dolore tanto poco quanto lo sento io. Il mio viaggio è stato terribile; sono arrivato qui soltanto ieri mattina alle quattro. Poiché scarseggiavano i cavalli, la diligenza ha scelto un'altra strada, ma quant'era orribile! Alla penultima stazione di posta mi sconsigliarono di viaggiare la notte; volevano mettermi paura parlandomi di una foresta, ma ciò mi incitò maggiormente, ed ho avuto torto. La carrozza non poteva che rompersi per quel sentiero orrendo, fangoso e senza fondo. Se non avessi avuto con me quei postiglioni sarei rimasto in mezzo alla strada. Esterhazy, viaggiando per la solita via, con otto cavalli ha avuto la stessa sorte che è toccata a me con quattro. Eppure ho provato un certo piacere, come sempre quando riesco a superare felicemente qualche difficoltà. Ora passo in fretta dai fatti esterni a quelli più intimi. Ci vedremo sicuramente presto; neppur oggi riesco a condividere con te delle mie considerazioni di questi ultimi giorni sulla mia vita. Se i nostri cuori fossero sempre vicini l'uno all'altro, non avrei certo simili pensieri. Il mio cuore trabocca di tante cose che vorrei dirti; ah, vi sono momenti in cui sento che le parole non servono a nulla. Sii serena, rimani il mio fedele, il mio unico tesoro, il mio tutto, così come io lo sono per te. Al resto, a quello che deve essere o dovrebbe essere per noi, ci penserà Iddio.

Il tuo fedele Ludwig


Lunedì 6 luglio, di sera.

Tu stai soffrendo, creatura adorata. Soltanto ora ho appreso che le lettere devono essere impostate di buon mattino il lunedì e giovedì, i soli giorni in cui parte da qui la diligenza per K. Stai soffrendo. Ah, dovunque tu sia, tu sei con me! Io parlo con me e con te.. Che vita! Così! Senza di te, perseguitato da ogni parte dalla bontà della gente, che io non desidero né tanto meno merito . L'umiltà dell'uomo verso l'uomo mi addolora. E quando considero me stesso in rapporto all'universo, ciò che io sono e che Egli è... Colui che chiamiamo il più Grande! Eppure qui si rivela la natura divina dell'uomo! Piango se penso che probabilmente non potrai ricevere notizie da me prima di sabato. Per quanto tu mi possa amare, io ti amo più forte. Ma non avere mai segreti per me. Buonanotte! Dato che sto facendo la cura dei bagni devo andare a letto. Oh Dio, così vicini! così lontani! Non è forse il nostro amore un edificio celeste, e, per giunta, più incrollabile della volta del cielo?

A. Warhol, Beethoven, 1987

Buon giorno, il 7 luglio. 

Pur ancora a letto, i miei pensieri volano a te, mia Immortale Amata, ora lieti, ora tristi, aspettando di sapere se il destino esaudirà i nostri voti, Posso vivere soltanto e unicamente con te, oppure non vivere più. Sì, sono deciso ad andare errando lontano da te finché non potrò far volare la mia anima avvinta alla tua nel regno dello spirito. Sì, purtroppo dev'essere così. Sarai più tranquilla, poiché sai bene quanto ti sia fedele. Nessun'altra potrà mai possedere il mio cuore, mai, mai! Oh Dio, perché doversi allontanare da chi si ama tanto. E la mia vita a Vienna è ora così infelice. Il tuo amore mi rende il più felice e insieme il più infelice degli uomini. Alla mia età avrei bisogno di una vita tranquilla e regolare, ma può forse esser così nelle nostre condizioni? Angelo mio, mi hanno appena detto che la posta parte tutti i giorni, debbo quindi terminare in fretta cosicché tu possa ricevere subito la lettera. Sii serena! Solo considerando con calma la nostra esistenza riusciremo a raggiungere la nostra meta, vivere insieme. Sii serena, amami! Oggi! Ieri! Che desiderio struggente di te, te, te, vita mia, mio tutto! Addio! Oh, continua ad amarmi, non giudicare mai male il cuore fedelissimo del tuo amato. 

Ludwig
eternamente tuo 
eternamente mia 
eternamente nostri


domenica 5 ottobre 2014

a francesca&luca - quattrottobreduemilequattordici




abbiamo capito anche noi
giorno di gioia oggi
apparsa in tutta nudità il lago una distesa
dalla chiesa dei santi quirico e giulitta panorama la costa di faggeto
torno pognana la villa pliniana e
la continua bellezza degli opposti
intrecciati le coste che s’affacciano a sé onde
ch’infrangono contaminandosi vicendevolmente
vostro il lago luca e francesca
gli scorci dei volti accostati fresco sentiero
condividere il lago è definitivamente
francesca e luca dove interminata grazia
degli opposti nulla è tanto forte
quanto ciò che unisce qui e oggi di fronte a noi
oggi giorno di festa

auguri!




di fronte a noi apparsa
la chiesa
la costa
la casa
la chiesa la costa la casa
e un sentiero di rose selvagge
il sogno di viver d’amore

la chiesa la costa la casa
in voi
domani

auguri!






la continua bellezza
scorre
la chiesa
la costa
la casa
la chiesa la costa la casa
il vostro lago
e voi
e noi partecipiamo
di voi due

auguri!


M. Chagall, Volti d'innamorati nel blu 


domenica 28 settembre 2014

a matita ben appuntita


le piastrelle procedono pedisseque
parallele su un pavimento pulito
piatto
sembra sconfinato in cui non appare
casa dove sei tu papà dove finisti
mamma? le redini il fianco la
diserzione
coatta e la paura del buio ho calli di lacrime
all'imbocco della tangenziale nord strati
d'asfalto su asfalto
infranto si avvisa la gentile clientela che
la mia carne è sapida e delicata in sangue
di fragole l'umanità è stata strategicamente
concepita senza senza progenitori senza eredi senza
il nostro concetto di cosa denominabile implica la considerazione delle intenzioni della persona che ha prodotto
la cosa stessa, dolce mercenario,
verranno cieli nuovi

vaneggio


genesi del possesso compulsivo i parchi le biblioteche
che si manifesta processo conscio e autoappagante di un surrogato
di creazione sub-ispirata (a questo
padre nacqui?) le fogne ferali il costume
mondano del battezzato che mai s'immerge poiché
quando la fine s'approssima
la tendenza trasgressiva dell'eccesso
dilaga
ti ho perso padre io ti
ammazzai madre
le folate il vento schiarivano
l'oscurità della notte le gocce
il sangue stese perle pupille
è crollato il cielo dico io
io dico solo che il volo
di un seme spiega la betulla
piegata nel turbine
e bianca è crollato
insopportabile il nostro cielo di pelcro
nozioni di vicinanza e lontananza
relative nell'accartocciarsi di un ridente tramonto d'occidente
dentro fioriscono i diluvi fuori
la notte testimonia quanto il giorno non sia
sufficiente userò vecchi sandali una cara
camicia mal rassettata patria
sì bella e perduta
andrò dove mi aspettano


vaneggio

Aldo  Galli, Senza titolo, 1970

mercoledì 17 settembre 2014

ma questa dannata cantata sognata età dell'oro è esistita o no alla fine?



tu commença ta vie
tout au bord d'un ruisseau
tu vécus de ces bruits
qui courent dans les roseaux
qui montent des chemins
que filtrent les taillis
les ailes du moulin
les cloches de midi
soulignant d'un sourire
la chanson d'un oiseau
tu prenais des plaisirs
à faire des ronds dans l'eau

aujourd'hui tu ballottes
dans des eaux moins tranquilles
tu t'acharnes et tu flottes
mais l'amour, où est-il ?
l'ambition a des lois
l'ambition est un culte
tu voudrais que ta voix
domine le tumulte
tu voudrais que l'on t'aime
un peu comme un héros
mais qui saurait quand même
faire des ronds dans l'eau

s'il y a tous ces témoins
que tu veux dans ton dos
dis-toi qu'ils pourraient bien
devant tes ronds dans l'eau
te prendre pour l'idiot
l'idiot de ton village
qui lui est resté là
pour faire des ronds dans l'eau
pour faire des ronds dans l'eau

inizi la tua vita

dal bordo di un ruscello
hai sentito quei rumori

che corrono tra i roseti
che salgono dai sentieri
che trapelano dai boschi
le pale del mulino
le campane di mezzogiorno
sottolineando con un sorriso
la canzone di un uccellino
ti piaceva
fare cerchi nell’acqua

oggi ti sballottano
acque meno tranquille
ti accanisci e fluttui
ma l’amore dov’è?
l’ambizione ha le sue leggi
l’ambizione è un culto
vuoi che la tua voce
domini il tumulto
vorresti che ti amassero
un po’ come un eroe
ma chi saprebbe 
fare cerchi nell’acqua come te?

con tutti quei testimoni
che vuoi portarti dietro
potrebbero benissimo,
davanti ai tuoi cerchi nell’acqua,
prenderti per l’idiota
l’idiota del paese
che è restato là
a far cerchi nell’acqua
a far cerchi nell’acqua





credo che se non credessi nell'età dell'oro, nell'età della mia lontana innocenza, nel tempo di una mia arcana felicità, non avrei forze e non avrei speranza per poter credere che nella vita è ancora possibile la felicità. 
non si può volare se non si è conosciuto il cielo.
l'idea di progresso è opprimente, fallace e angusta. ex nihilo nihil: non può esistere ciò che non è mai esistito. all'interno di un sistema chiuso tutto si trasforma, ma nulla si crea e nulla si distrugge, neppure un sorriso.
l'idea che si è stati felici e si può tornare a esserlo abbracciando in modo autentico la propria fiamma più nascosta e remota è tanto bella che non può non essere vera, anche solo per una necessità estetica dell'essere.