poi ti scovo
all'ombra della belletta
vi era un tumulto tale che nessuno poteva farsi ascoltare
io resterò le notti d'inverno
all'aperto
a sognare
e mentre le case chiosano
(cosa chiosano?
chiosano il chiasso)
io resterò le notti d'inverno
nella neve
a pregare
e così finché continuava ad annichilirsi un cielo
arancione marrone smeraldo
io mi fermerò questa notte questa
notte sotto le stelle
a cantare
"io resterò le notti d'inverno
RispondiEliminaall'aperto
a sognare
... (cosa chiosano?
chiosano il chiasso)
io resterò le notti d'inverno
nella neve
a pregare
e così finché continuava ad annichilirsi un cielo
arancione marrone smeraldo
io mi fermerò questa notte questa
notte sotto le stelle
a cantare
BELLISSIMA, tutta!
Lè, grazie di questa musica del tuo amato Beethoven...dà pace. Una pace struggente, però, mossa; di una rassegnazione ancora non del tutto domata.
Sì, poeta, cantiamo sotto le stelle, non cuciamo la bocca, cantiamo anche piangendo, ma volgiamo gli occhi al cielo, di notte o camminando col volto fisso nel sole.
E allora se resistere è soffrire, desistenza. Ma come conciliarla con l'etica? Abbandonarsi al presente o essere lungimiranti al futuro? Seguire i sensi del presente, le viscere, o l'intelletto morale? Chi dice la verità su noi stessi?
a volte credo che sia davvero complicato guardare al futuro quando il presente stesso mi è confuso. "che fare?" rimane sempre quell'esclamazione senza risposta (sì, esclamazione, non ho sbagliato parola), ma qualcosa faremo, è certo.
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