parlami, su!,
parla
di quel treno
notturno per roma due amiche
e se sfrondi le
nuvole della tua fronte
ci fu prima la
figlia di leda leggiadra
foglia
di luce
e beata c’era
berenice assiepata nelle notti alessandrine
a rintracciare
nel cielo siderale
un’ombra
[i binari sono
esauriti, passeggero, ancipite pugnā]
che permanga e
quella ragazza
salita sola a
bologna centrale
un paio più dei
tuoi diciassette anni
sdraiata sui
sedili
di costa
dorme
fra i sedili di
quel treno corsa veloce il motore
che graffia le rotaie
arrugginite il rumore sferzare del vento
avverso e il
suo mignolo il y a beacoup
sollevato
dalla mano destra
de lumière dorme e io errore di colombo
nessuno mi
credette mai dans tes yeux
musa vegliai
per tutta la lunga tenebra
fuori la
catastrofe
non avrebbe smosso
un soffio di fiato
quel mignolo
immoto e nitido
il y a beaucoup de lumière dans tes yeux leggero
terribile io
giuro non l’ho
scordato e non
so che c’entri
dopo anni di
polvere
un
incontro
di notte
su un treno
troppo affollato so che
non ci sono più
stazioni qui e qui un’ottava
piccola pleiade
mi palesa impropria che il cosmo
respira e
s’agita assopito (sebbene
non siamo in
fuga non siamo fermi non siamo sebbene)
s’agita
d’irremovibile grazia
IL Y A BEAUCOUP DE LUMIÈRE DANS TES
YEUX
eterna
pellegrina
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