voce 1
ho
scritto una lettera ad attilio regolo di non partire
per
cartagine la bella, di soggiornarsi
ai
colli albani ritramando i suoi giorni e
l’amore
doviziosamente dissipato ma ha ancora capillari catene
qualche
sprovveduto sostiene che l’uomo muoia molto prima
bisogna
ricostruire la città perduta, ascoltate, bisogna, uomo chi?
prima
quando? biblioteche di carne, elefanti assediati, scarafaggi
e
formiche. nella notte NELLA NOTTE.
tanto
quanto
non si generano
non si scartano
le
malattie di uno sconosciuto
con
un bacio né
con
lo schiaffo d’argento
siamo
serbati in una statua mutilata, e non c’è qui voce.
voce 2
camminare
non è zoppicare tanto quanto correre
non
è camminare. dai un ramo
di
primavera alla fosca serenata dell’usignolo
ed
ecco un nido intrecciato d’erba e di idee protoarchitettoniche
la
gravità è una forza effettiva e positiva che permette che il volo
sia
volo tanto quanto zoppicare è una dissoluta deviazione
del
camminare tanto quanto i delfini detestano uno stupido stuolo
di
formiche tanto quanto TANTOQUANTO.
nella
notte
non si generano
automaticamente
auto
geneticamente
germogli
di fiori gentili
e
aggraziati poiché
è
l’oscurità che tempra gli occhi dei nostri sogni.
voce 3
si
è diffamato solo il buon nome del nulla, sovrano
un
battesimo è un’immersione
dai
laghi moderni non riaffiorano se non pesci mortificati
morigerate
ho visto le tradizioni estinguersi nella gloria, dite voi
e
se anche le regine hanno potuto sacrificare i propri pargoli
ciò
mostra quanto la prole sia pienamente insignificante
assurdamente
la frequenza delle pale di questa ventola
per
formiche ottative OTTATIVE
ottative.
non si generano
queste frenesie
le nostre follie
ma
calano sospese
da
un ignoto sospiro
che l’innamorato impara
ad odiare coi giorni.
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