IO ESCO DAL MIO SONTUOSO APPARTAMENTO. l'inverno vi divora sigaretta in polvere d'oro il buongiorno da gioconda dice buongiorno a tutti. la fatica degli animali risuona sui vomeri di sale e di farfalle d'aria e di dolore ma la luce carnivora e il buongiorno da gioconda fa freddo fa freddo dicono sempre buongiorno a tutti. ci si dondola gli occhi aperti sulla corda in equilibrio gli occhi aperti danzano sulla punta dei piedi fa freddo freddo nella bottiglia della voce spenta fa un freddo afoso sulla strada e il vento spinge la luce sulla strada è un buongiorno da gioconda che fischia lungo tutta la strada come le altre auto bici aerei moto sulla strada l'inverno ci divora noi i mozziconi d'oro delle sigarette in polvere d'oro le persone distinte.
solo alcune immagini di questo incontro, intenso e caro, per tutte le altre foto: http://alelex13.blogspot.it/p/imagines.html con un grande grazie ai fotografi!
lo so, non sono mai una buona presentazione, ma questo è quel che è.
avevo sui vent'anni e, bazzicando il libraccio tra il duomo e la statale, avevo comprato un libretto di poeti francesi del novecento. sfogliandolo distrattamente sul treno, trovai questo breve componimento di un poetastro di origini rumene che avevo già sentito lontanamente menzionare al liceo. era a pagina 16, ricordo, e fu un terremoto, come lo è anche oggi, a ogni lettura. sento.
ogni qualvolta, a chi, tra amici, appassionati o alunni, mi chiede quale sia la mia poesia preferita, recito frettolosamente questi versi, mi piace gustare lentamente, interiormente, i loro sorrisi e tentare di chiarire (spesso senza successo, lo ammetto) come tutte le immagini iperboliche inanellate senza le catene della logica, questo pissoir santamente ripugnante e laidamente sublime, questo ottovolante nel quale ci trascinano i versi, questo sentire sia poesia.
da qui ho conosciuto cosa sia dada e poi il surrealismo, da qui mi sono avvicinato a Tzara, Breton, Artaud e tanti altri, che ormai non sono solo maestri, non sono solo compagni di viaggio; è per questo che ne scrivo, ne parlo, ne vivo: affinché altri ne leggano, ne sentano parlare e scoprano quanto bello sia sentire queste parole.
falso, questo deserto. le ombre che scavo lasciano filtrare i colori come inutili segreti.
i viaggi mi hanno sempre portato troppo lontano.
DADA 5 - Tristan Tzara
Je suis
toujours gai comme un pissoir au soleil
Tu
t’approchais comme un navire malheureux
J’ai
égorgé la hollandaise
Je suis
fatigué comme une chevauchée
L’idéal
est l’âme de l’avorton que j’ai lié à ses
Intestins
et que j’ai pendu et que les moelles percent
Mon dieu o
mon cher mr antipyrine o mon cher
Mr
antipyrine o mon cher m antipyrine o mon dieu
Il y a
autant de sages femmes à Genève que des
Allumettes
en norvège
Et tous
les petits qui font caca
Dans les
cerveaux là où chez nous autres logent l’amour et l’honneur
Io son sempre contento come un
pisciatoio al sole
Tu t’avvicinavi come una nave infelice
Ho sgozzato l’olandese
Sono stanco come una cavalcata
L’ideale è l’anima dell’aborto che io
ho legato alle sue
Intestina e che ho impiccato e che le
midolla squarciano
Mio dio o mio caro signor antipirina o
mio caro
Signor antipirina o mio caro sig
antipirina o mio dio
Ci sono tante brave donne a Ginevra
quanti
Fiammiferi in norvegia
E tutti i piccoli che fanno cacca
Nei cervelli là dove da noi altri
alloggiano l’amore e l’onore
sebbene la necessità del sogno non sia nota, talvolta addirittura rinnegata o peggio ancora trascurata, è evidente che essa esiste. ciò stesso dimostra tanto la concretezza del sogno quanto viceversa il profondo onirismo della realtà. così dico io.
IN SEGUITO ho massacrato le praterie di bisonti
rettangolari li ho massacrati uno a uno col ghigno del desiderio per i loro
scheletri.
IN SEGUITO dalla polvere una danza rindondante che risonò e squassò i
pavimenti come fossero manichini: riappariranno le macchie e alla fine i buchi
figli dell'abisso saranno riconosciuti.
degnamente. dogmaticamente.
IN SEGUITO la grande umidità i serbatoi le rupi un cartello fili di
connessione la cravatta gli alberghi ancora una linea ancora una linea ancora
una linea ancora dritta
le iene le cose le case.
noi dentro.
IN SEGUITO le galassie una biblioteca tempesta tormenta bufera la genziana
amara un ciclomotore l'autannientamento un vestito verde un vestito azzurro il
vestito rosso.
dentro noi.
IN SEGUITO hai letto che tutto il mondo è d'accordo che l'attuale
situazione di pace armata è insostenibile (gradatamente impossibile) hai pianto
di nascosto hai ordinato risotto al pesce persico con abbondante burro
brindando mi hai abbandonato.
seduto ancora seduto.
IN SEGUITO un demone arrivava dalle ali leggere di alabastro...
ormai tocco soltanto il cuore delle cose ho in mano il bandolo
è giorno a sinistra ma è notte buia a destra
i pedali della notte si muovono ininterrottamente
gli uccelli si annoieranno
il mio cuore è un cucù per Dio
siamo i sospiri della statua di vetro che si solleva sul gomito quando l'uomo dorme
ma i nomi degli amanti saranno dimenticati
è l'azzurro. non hai niente da temere dall'azzurro
è più facile sbarazzarsi di una macchia di grasso che di una foglia morta
e la fiamma corre sempre
noi rendiamo le luci felici
cuore sentenza arbitraria
m'ha dato un'occhiata d'intesa
andré breton ha detto passa
V. Kandinsky, "Linee traverse", 1923
scriveva V. Kandinsky ne "Lo spirituale nell'arte":
"ogni opera d'arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti.
analogamente, ogni periodo culturale esprime una sua arte, che non si ripeterà mai più. lo sforzo di ridar vita a princìpi estetici del passato può creare al massimo delle opere d'arte che sembrano bambini nati morti, prive di anima, come le imitazioni delle scimmie. [...]
attualmente però lo spettatore è quasi sempre incapace di emozioni. l'opera d'arte viene osservata con sguardi freddi e indifferenti. i conoscitori ammirano la fattura (come si ammira un acrobata) e gustano la pittura (come si gusterebbe una focaccia). le anime affamate restano affamate.
questa è arte che non ha avvenire, che è solo figlia del suo tempo ma non diventerà mai madre del futuro, è un'arte sterile; l'altra arte possiede invece una stimolante forza profetica, capace di esercitare un'influenza ampia e profonda.
la vita spirituale, di cui l'arte è una componente fondamentale, è un movimento ascendente e progressivo, tanto complesso quanto chiaro e preciso. [...]
la parola è un suono interiore e l'artista ovunque sa vedere la vita interiore".
non aggiungo molto altro, non ne sarei capace, ma sottolineo come dunque lo spettatore di questo secolo non può più rimanere come elemento passivo dell'arte, ma ogni forma artistica dovrà divenire frutto dell'ispirazione dell'autore e re-ispirazione del lettore.
l'autore è ispirato nella creazione di un'opera, accostandosi alla quale il lettore dovrà dar vita a una nuova creazione, ri-creazione propria.
l'arte è così incrocio, dialogo, amore di due artisti, così finalmente lo spettatore si emanciperà divenendo protagonista attivo dell'evento artistico in atto.
per la ricerca di questa autenticità il mio linguaggio non sarà parlato, non sarà scrittura, ma sarà parlura, linguaggio interiore e intimo, parola sbrigliata e visiva, pensiero spontaneo e infantile.