mercoledì 21 novembre 2012

lilium


ho smarrito un kiwi per il pavimento dei miei mali
lontani dall'artiglieria sotto qualcuno di quegli  armadi
ho solo i tuoi fantasmi e le acque che sommergono
colonne corinzie che germogliavano all'oltre
ho le scuse inutili riverberano
a colpi di colpe (cioè che il deserto dei tartari risuona di noi) a colpi di colpe
infrante nude pareti di affreschi tardantichi
eppure galla placidia risplende nel mausoleo
eppure scivolato il gesso si spezza quattro pezzi
e di bianco s'è sparso il pavimento
il velo di una sposa inseguita perseguita e persa
con un giglio la rapina d'una banca

E. Schiele, Nudo in piedi con pantaloni rossi, 1914

venerdì 16 novembre 2012

ballata e marea


J. Constable, Stormy sea, 1828

l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
i colli recanatesi s'accasciavano a noi
dicevi che le mie onde
dorate sapevano di automobili stanche io
riderò del naso di federico duca risi
di montefeltre sotto i seimila sassi
della spiaggia settemila che non puoi contare:
ho gli stessi sentimenti di quell'istante
terra! terra!
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
vento contro vento
sussurravamo assieme una canzone che pensavo
parlasse di noi il  figlio del pirata
adorava le bottiglie di spumante stappate
in mano mentre abbandònati a me
rivoluzione gridare io devo
scorrere volere veloce goooood save
the queen poi si tornò a ripopolare i pascoli
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
..
.
..
estasi                                                                                      isatse
..
.
..
.
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida
assassino coll'accendino per le labbra
il naso accostato al tuo petto dopo aver
acceso i petulanti caloriferi di novembre
e piove e io sono tempesta
tu bonaccia e ancora l'arcobaleno
mai bottiglia di vino bianco fu tanto gloriosa muller
 thurgau 2011 non ammetterò mai uomo
più innamorato di me mai
l'oceano che fiero si rifiuta 
di desistere di accarezzare l'arena
ancora rorida








mercoledì 7 novembre 2012

alba


a scendere da queste nuvole e lavanda
ti chiedi con un'occhiata più severa nel viaggio
a svoltar via "ciao" quanto stento intreccio
intreccio tra le fughe e premure di sterminate inutilità
mi rispondo ancora nella nostra notte senza pesi
che tra le tue braccia l'ombra più beata
mi s'annida che rinvengo e scovo io
e te così scorrevole volersi schiudere
innato nei tuoi occhi smagliante la mia felicità


a. rodin, il bacio, musée rodin, paris 1886

mercoledì 31 ottobre 2012

l'amore surrealista (a. breton)

g. klimt, fregio di Beethoven, palazzo della secessione viennese 1902, particolare:questo bacio a tutto il mondo

sì, io credo, ho sempre creduto che la rinuncia dell'amore sia uno dei rari delitti inespiabili che un uomo dotato di qualche intelligenza possa commettere nel corso della sua vita, cerchi o no di trovare giustificazione in un pretesto ideologico. [...] chi può, domando, avere umanamente la parola? [...] è l'idea di amore la sola capace di riconciliare ogni uomo, momentaneamente o no, con l'idea di vita.

oui, je crois, j'ai toujours cru que le renoncement à l'amour, qu'il s'autorise ou non d'un prétexte idéologique, est un des rares crimes inexpiables qu'un homme doué de quelque intelligence puisse commettre au cours de sa vie. [...] qui peut, je le demande, avoir humainement la parole? [...] c'est l'idée d'amour la seule capable de réconcilier tout homme, momentanément ou non, avec l'idée de vie.

a. breton, dal "secondo manifesto del surrealismo" (1930)

sabato 27 ottobre 2012

canto di circostanza


fedele ci affranca un tempo sintetico
foglia di salvia velluto e vischio
affranta la vite si accascia all'olmo così
issando gli occhi alle nubi mi
baciasti "il mare
il mare!" mi baciasti la burrasca del mare
tenerezza stattorno tenerezza le braccia
l'eternità ha il canto di cicale mozzate
scorpione, costellazione d'incantesimo! e il fascino
d'allevamenti ovini pacatamente allo stato brado
la cancrena di cellule irrigidite dal freddo
che raccontano (io sbraito) fabulae
ma non circola la cerimonia della cecità a mezzaluna
burrasca e tempesta, scorpione! ventiquattrottobre non
ablablare non nominare di sfrontatezza
il mazzo di melograni anch'esso zuccherato
noi che nome non portiamo sopportiamo voliamo
hai ripiegato, lo so, un pigiama non più solo mio sulla costa d'un letto
ancora caldo ti amo
che non c'è dignità di circostanza non ce n'è
                                                                            dopo mesi di mesi
                                                                                                            tra noi due
l'audacia di un gatto che gigioneggia nel gabinetto