giovedì 1 ottobre 2015

breve considerazione inutile su "La morte di Tantalo" di Corazzini

sebbene la necessità del sogno non sia nota, talvolta addirittura rinnegata o peggio ancora trascurata, è evidente che essa esiste. ciò stesso dimostra tanto la concretezza del sogno quanto viceversa il profondo onirismo della realtà. così dico io.
Salvador Dalì, Leda Atomica, 1949
noi sedemmo sull’orlo
della fontana nella vigna d’oro.
sedemmo lacrimosi in silenzio.
le palpebre della mia dolce amica
si gonfiavano dietro le lagrime
come due vele
dietro una leggera brezza marina.

il nostro dolore non era dolore d’amore
né dolore di nostalgia
né dolore carnale.
noi morivamo tutti i giorni
cercando una causa divina
il mio dolce bene ed io.

ma quel giorno già vania
e la causa della nostra morte
non era stata rinvenuta.

e calò la sera su la vigna d’oro
e tanto essa era oscura
che alle nostre anime apparve
una nevicata di stelle.

assaporammo tutta la notte
i meravigliosi grappoli.
bevemmo l’acqua d’oro,
e l’alba ci trovò seduti
sull’orlo della fontana
nella vigna non più d’oro.

o dolce mio amore,
confessa al viandante
che non abbiamo saputo morire
negandoci il frutto saporoso
e l’acqua d’oro, come la luna.

e aggiungi che non morremo più
e che andremo per la vita
errando per sempre.


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