vorrei inoltre cogliere qui l'occasione per dedicare questi versi agli amici de "Il Cortile" di Guanzate (Co), in parte folli e in parte eroi, una comunità di famiglie che fa dell'accoglienza, della convivenza e della generosità delle concretezze, e non solo delle parole; invito perciò tutti a passare qualche secondo per il loro sito: http://ilcortile.weebly.com/
"Quando uno sogna da solo è solo un sogno, ma quando si sogna insieme è la realtà che comincia" (canto popolare brasiliano)
uomo approssimativo come me come te lettore e come gli altri amanti delle carni chiassose e delle eco di coscienza completo nel solo spicchio di volontà il tuo nome trasportabile e assimilabile educato dalle docili inflessioni femminili diverso incompreso a seconda del piacere degli inquisitori del momento uomo approssimativo che ti muovi nei dintorni del destino con un cuore come valigia e un valzer al posto della testa vapore sul freddo ghiaccio tu impedisci a te stesso di vederti grandioso e insignificante tra i gioielli di ghiaccio del paesaggio tuttavia gli uomini cantano in cerchio sotto i ponti del freddo la bocca blu contratta più lontano che mai uomo approssimativo o magnifico o misero nella nebbia delle età caste abitazione a buon mercato gli occhi ambasciatori di fuoco che ciascuno interroga e cura nella pelliccia delle carezze delle idee occhi che ringiovaniscono le violenze degli dèi flessibili saltando agli scatti delle competenze dentarie del ridere uomo approssimativo come me come te lettore tu tieni tra le tue mani come gettarla una palla cifra luminosa la tua testa piena di poesia e dall'altra parte la mancanza del sole c'è forse la morte che attende nel rumore di una clamorosa bufera dai mille bracci esplosivi tesi verso te uomo fiore che passa dalle mani della venditrice a quelle dell'amante e dell'amata che passa dalla mano di un avvenimento all'altro senza volontà triste pappagallo le porte sbattono dei denti ed è tutto fatto nell'impazienza di farti uscire quanto prima uomo amabile merce dagli occhi aperti ma ermeticamente bendati mappamondo macchiato da fango da lebbra e da sangue l'inverno montato sul suo piedistallo di notte povera notte debile sterile tira il drappeggio di nuvola sul freddo e tiene tra le sue mani come per gettarla una palla cifra luminosa la tua testa piena di poesia
IN SEGUITOho massacrato le praterie di bisonti rettangolari li ho massacrati uno a uno col ghigno del desiderio per i loro scheletri. IN SEGUITOdalla polvere una danza rindondante che risonò e squassò i pavimenti come fossero manichini: riappariranno le macchie e alla fine i buchi figli dell'abisso saranno riconosciuti. degnamente. dogmaticamente. IN SEGUITOla grande umidità i serbatoi le rupi un cartello fili di connessione la cravatta gli alberghi ancora una linea ancora una linea ancora una linea ancora dritta le iene le cose le case. noi dentro. IN SEGUITO le galassie una biblioteca tempesta tormenta bufera la genziana amara un ciclomotore l'autannientamento un vestito verde un vestito azzurro il vestito rosso. dentro noi. IN SEGUITO hai letto che tutto il mondo è d'accordo che l'attuale situazione di pace armata è insostenibile (gradatamente impossibile) hai pianto di nascosto hai ordinato risotto al pesce persico con abbondante burro brindando mi hai abbandonato. seduto ancora seduto. IN SEGUITOun demone arrivava dalle ali leggere di alabastro...
il concerto di tende e nuvole s'arricciano e s'annullano e tintinnano le scorze di limone danzano poi a tempo di lavatrici tra il peso di pentole e piatti
certo che a conoscere le bugie delle genti la bugia ci s'ingrigisce e ogni camera ha i suoi rumori abrasione i tuoi tumori "quel breve pellegrinaggio ch'è la vita" memoria di riso alle rose mangiare ho conosciuto poi per strada tanti nomi da sentire estraneo il mio tanti nomi emanuele ABBAIOmarciamo all'interno dell'inverno strato su strato su strato a non sentire le foglie di tiglio fa sempre più freddo, vecchio, da non udire le foglie di magnolia e la carne umana la misura del mio limite è me con le stelle sotto i piedi spero di poter perdere ogni paura del paradiso completamente