prigionieri
di gocce d’acqua, noi non siamo che animali perpetui. corriamo nelle città
senza rumori e i manifesti incantati non ci toccano più.
a che bene questi grandi entusiasmi fragili, questi salti di gioia disseccati? noi non sappiamo più null’altro che gli astri morti; guardiamo i volti; e sospiriamo di piacere.
la nostra bocca è più secca delle spiagge perdute; i nostri occhi girano senza meta, senza speranza.
non ci sono più quei caffè dove ci riuniamo per bere quelle bevande fresche, quegli alcolici annacquati e i tavoli sono più appiccicosi che questi marciapiedi dove sono cadute le nostre ombre morte della vecchiaia.
qualche volta, il vento ci circonda delle sue grandi mani fredde e ci attacca agli alberi tagliati dal sole. tutti, ridiamo, cantiamo, ma nessuno sente più il suo cuore battere. la febbre ci abbandona. [...]
a che bene questi grandi entusiasmi fragili, questi salti di gioia disseccati? noi non sappiamo più null’altro che gli astri morti; guardiamo i volti; e sospiriamo di piacere.
la nostra bocca è più secca delle spiagge perdute; i nostri occhi girano senza meta, senza speranza.
non ci sono più quei caffè dove ci riuniamo per bere quelle bevande fresche, quegli alcolici annacquati e i tavoli sono più appiccicosi che questi marciapiedi dove sono cadute le nostre ombre morte della vecchiaia.
qualche volta, il vento ci circonda delle sue grandi mani fredde e ci attacca agli alberi tagliati dal sole. tutti, ridiamo, cantiamo, ma nessuno sente più il suo cuore battere. la febbre ci abbandona. [...]
noi abbiamo donato loro il nostro cuore che non era che una pallida canzone.
le ciel de paris se plongait en la seine |