martedì 3 maggio 2016

"tristezza", con accompagnamento di Lorenzo Parenti


oggi mi sono ritrovato a ripetere ingenuamente uno dei passatempi preferiti della mia infanzia, ovvero osservare le formiche correre e affaticarsi. 
solo oggi ho osservato un comportamento lampante che non avevo mai notato: quando si incontrano sulla strada, verso il nido o il cibo che sia, le formiche, con un breve movimento dei musi, si salutano sempre; almeno loro.
ecco, io penso non siano molte le persone veramente tristi al mondo, ma non so neppure quanto siano quelle veramente felici.




sì io non sono triste
sì, non sono triste, io, sono felice
certo che son felice
mica sono triste
io, non sono triste stasera né mai
io sono felice, mica triste, di certo
sì, io non sono triste
sì, io non sono triste
sì, non sono triste
e non so neppure piangere poiché non sono
triste me lo ripeto sera e mattina
che non sono triste, davvero,
perché mai dovrei essere triste?
no, non sono triste e rido
rido, non sono triste
sì, io non sono triste
sì, io non sono triste, io non sono
triste


testo e voce: Emanuele Pini
musica e chitarra: Lorenzo Parenti
dalla raccolta "Nella Pancia di Dio"

performance tenuta durante la serata "Nemo Poeta in Patria" del 13 marzo 2016 presso il Circolo Arci "Guernica" di Bulgarograsso (CO). un grazie a tutti i partecipanti, a Matteo Pini per le immagini e a Francesco Pini per il supporto audio.

venerdì 29 aprile 2016

affittasi (p. soupault)



a Philippe Soupault

AFFITTASI

il sole dorme davanti alla porta
a destra o a sinistra
                              alla stessa ora
il vento si leva
                          arriva notte


ENTRATA LIBERA

le nuvole si annoiano allo specchio
a tutti i livelli
                  tutti i muri hanno orecchie
tutto vicino a qui
gli alberi hanno delle collane di grida
gli occhi al cielo
                            si perde la testa


PERICOLO DI MORTE

(trad. E. Pini)










lunedì 18 aprile 2016

il bivio

P. Klee, Strade principali e secondarie, 1929, Koln Museum

dopo un bivio non c'è mai l'autostrada.
dopo un bivio ci sono solo altri mille bivi.


venerdì 15 aprile 2016

Robert Desnos: il poeta che non fu piegato dal male nazista


campo di concentramento di Terezin, 60 km da Praga. 
più di 35000 morti, più di 85000 deportati in campi di sterminio.


Sinagoga di Pinkas, Nomi degli ebrei deportati a Terezin, particolare


qui viene rinchiuso anche Robert Desnos, poeta surrealista e intellettuale della resistenza francese.
un poeta surrealista in un campo di concentramento è un evento drammaticamente bizzarro.
l'entusiasmo del sogno allo scontro con gli orrori della realtà più cinica.
le morti il freddo il disprezzo le malattie.
un numero, un niente. 
pallottole che strozzano le voci.
una camerata di pochi metri quadri per 90 persone, da bere acqua calda.
non c'è posto per la poesia, per versi e nuvole, poiché tutto è annientato.
ma nel vicino ghetto i bambini continuano a disegnare, i musicisti a suonare Verdi o Bizet, gli attori a organizzare spettacoli.

Ruth Heinova (bambina di Terezin), Danza nel prato


Robert Desnos è morto qui, a Terezin, di tifo, pochi giorni dopo la guerra, l'8 giugno 1945.
io lo immagino ancora con una penna in mano, a far scaturire in qualche riga quei tesori che nessun nemico poté mai toccare, strappare né tanto meno uccidere. 
io lo immagino ancora nella sua bellezza gridare gridare gridare all'impazzata in ogni prato della Boemia:

"non è la poesia a dover essere libera, ma il poeta"

Campo di Terezin, Memoriale sul luogo della morte di Robert Desnos