venerdì 21 febbraio 2014

aniconismo


sopraggiungevano i cavalli del tramonto
i tuoi capelli non si spegnevano nel vento
una cavalcata ancora un sorriso
ancora
e t'allontani come un treno senza mani
ma triste è già arrivata la notte
un ospite inatteso reclama dalla stiva
beve vino e non ama il silenzio
stelle che trapuntano la nostra foresta buia
nei nostri distretti orientali
che io quel giorno d'infanzia non risalii in sella 
e a terra
lasciai la bicicletta

venerdì 20 dicembre 2013

natale 2013


in una notte troverai un giglio appassito
che ti confesserà felice
"la mano di d-o per amore si è dilaniata in cinque dita"
ritorniamo poveri
e bussiamo a porte straniere
come gli uccelli che beccano la scorza della primavera


Giotto, S. Francesco predica agli uccelli, Basilica S. Francesco ad Assisi


buon natale a tutti e a ciascuno!

sabato 7 dicembre 2013

traduzione del frammento 168 B Voigt di Saffo

cadute le pleiadi e il volto
della luna già s'oscura
trascorre il tempo la verde giovinezza
disteso su un letto io
solo
nel fondo di una notte




δέδυκε μὲν ἀ σελάννα

καὶ Πλήιαδες˙ μέσσαι δὲ

νύκτες πάρ δ᾽ ἔρχετ᾽ ὤρα˙

ἔγω δὲ μόνα κατεύδω.



lunedì 28 ottobre 2013

nòstos


il fioco schianto
il fumo spento
e il fatuo incanto
brumiva lento
autunno che spiri nelle mie braccia
ricorda degli eroi che fu il tempo
e della giovinezza inviolata e tersa
s'assiepa una danza perversa di santi inginocchiati
altalene d'acciaio e il cadere
che non fu che carezza

Caravaggio, Bacchino malato, Galleria Borghese, 1591

vorrei inoltre cogliere qui l'occasione per dedicare questi versi agli amici de "Il Cortile" di Guanzate (Co), in parte folli e in parte eroi, una comunità di famiglie che fa dell'accoglienza, della convivenza e della generosità delle concretezze, e non solo delle parole; invito perciò tutti a passare qualche secondo per il loro sito: http://ilcortile.weebly.com/

"Quando uno sogna da solo è solo un sogno, ma quando si sogna insieme è la realtà che comincia" (canto popolare brasiliano)

sabato 12 ottobre 2013

l'homme approximatif (stralci, da t. tzara)

t. tzara (1896-1963)
uomo approssimativo come me come te lettore e come gli altri
amanti delle carni chiassose e delle eco di coscienza
completo nel solo spicchio di volontà il tuo nome
trasportabile e assimilabile educato dalle docili inflessioni femminili
diverso incompreso a seconda del piacere degli inquisitori del momento
uomo approssimativo che ti muovi nei dintorni del destino
con un cuore come valigia e un valzer al posto della testa
vapore sul freddo ghiaccio tu impedisci a te stesso di vederti
grandioso e insignificante tra i gioielli di ghiaccio del paesaggio
tuttavia gli uomini cantano in cerchio sotto i ponti
del freddo la bocca blu contratta più lontano che mai
uomo approssimativo o magnifico o misero
nella nebbia delle età caste
abitazione a buon mercato gli occhi ambasciatori di fuoco
che ciascuno interroga e cura nella pelliccia delle carezze delle idee
occhi che ringiovaniscono le violenze degli dèi flessibili
saltando agli scatti delle competenze dentarie del ridere
uomo approssimativo come me come te lettore
tu tieni tra le tue mani come gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia
e dall'altra parte la mancanza del sole c'è forse la morte
che attende nel rumore di una clamorosa bufera dai mille bracci esplosivi
tesi verso te uomo fiore che passa dalle mani della venditrice a quelle dell'amante e dell'amata
che passa dalla mano di un avvenimento all'altro senza volontà triste pappagallo
le porte sbattono dei denti ed è tutto fatto nell'impazienza di farti uscire quanto prima
uomo amabile merce dagli occhi aperti ma ermeticamente bendati
mappamondo macchiato da fango da lebbra e da sangue
l'inverno montato sul suo piedistallo di notte povera notte debile sterile
tira il drappeggio di nuvola sul freddo
e tiene tra le sue mani come per gettarla una palla
cifra luminosa la tua testa piena di poesia