sabato 26 marzo 2016

dalla cattedra di giovanni calvino




la libertà non è che una possibilità di essere migliori.
per questo la libertà fa paura. 

A. Camus


lunedì 21 marzo 2016

nella pancia di mia madre - con accompagnamento


la pancia di mia mamma
il ciliegio sotto il quale io ti fissavo d’impaccio
era già autunno e tu piangevi
nella domenica pomeriggio dalle ombre lunghe
il cielo muto e rapido d’agosto
la mia cameretta una pianola nascosta
arancio dietro la porta
docce i sabati nella cinerea cantina sotto gli sguardi
robusti di mio padre
l’odore delle puglie e di ceci che dormiva nei salotti
dieci mesi per quella luce che rifiutai
il terrore di scostare il volto dalle tue gonne, madre
il dolore di essere nato il dolore
inseguivo la luna e tra l’asfalto lei era ancora più in là
quello zio mi chiamò e mi prese in braccio
sulle sue gambe così salde
poi te ne andasti obbedendo alla tua vita
la luce così artificiale dei supermercati
altalene creavano vento per una serata estiva
un prato
mi soffocavano le camicie a quadri
la prima volta che ti guardai ti riconobbi
verde acqua della fiat 127
noci e pini cingevano i miei giorni innocenti
le strade umide riluccicano dei lampioni
ubriachi
fisarmoniche nostalgia di feste anziane
una bibita gassata sulla tovaglia bianca e azzurra
il tavolo nascondeva i segreti che non avevo
ho desiderato una sorella che non ricevetti che fosse me
così sono solo
il dolore di essere nato il dolore
le piastrelle blu di un asilo che illudeva straripante di giochi
i muscoli vigorosi e violenti dell’adulto
io non sarò mai così io resterò me
il rifugio questo frusciare di fumetti e polvere
tutto il mondo è mio nemico tutto il mondo è mio
il mare che mi sommerse
il potere della sfera perfetta
il soffio di drago nelle terse mattine di brina
salve regina mater misericordiae vita dulcedo et
il dolore di essere nato il dolore


Noi non corriamo, verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante. (E. Cioran)

mercoledì 16 marzo 2016

cantù, trentuno marzo. sera


ecco il primo di una serie di video, che usciranno alla spicciolata, dell'incontro "Nemo Poeta in Patria", del 13 marzo 2016 presso il Circolo Arci "Guernica" di Bulgarograsso.

non avrei mai creduto che prima o poi l'avrei davvero letta, questa cronaca poetica di una serata, e non solo l'ho letta, ma è suonata proprio bene!
un grazie a Lorenzo Parenti per la musica ad hoc, un grazie al pubblico per il calore.

ecco, che ve ne pare?




venerdì 11 marzo 2016

dossologia eretica


Gloria alle ginestre selvatiche
Gloria alla pioggia che non diluvia
Gloria al diluvio che travolge
Gloria ai palloni cubici
Gloria ai fratelli lupi
Gloria a questo inchiostro simpatico
Gloria alle voci dimenticate
Gloria ai silenzi indelebili
Gloria al collo della giraffa
Gloria alle proboscidi dei raffreddati
Gloria alla fame dei deserti freddi
Gloria a loro
Gloria alle gocce dell’oceano
Gloria all'erba bruciata
Gloria ai bulloni non stretti
Gloria agli angeli apocatasticizzati
Gloria al qual è apostrofato
Gloria all'alto dei cieli
Gloria alla sovrappopolazione mondiale
Gloria ai morfemi grammaticali
Gloria a chi si crede triste
Gloria ai girasoli spenti
Gloria al libro perso e bruciato
Gloria ai tavoli senza gambe
Gloria alla tavole rotonde
Gloria alla tavolata calda
Gloria all'intavolatore di utopie
Gloria all'allungamento per compenso
Gloria alle strade interrotte per lavori in corso
Gloria agli elfi innamorati
Gloria ai tappeti non puliti
Gloria ai venti Alisei
Gloria alla Cooperativa Nuova Umanità
Gloria allo spam nel cestino
Gloria alle madri dormienti sul divano
Gloria ai cornuti inconsapevoli
Gloria agli aoristi mediopassivi in eterno
Gloria ai frigoriferi sgelati
Gloria ai piccoli alimentari a conduzione familiare
Gloria alla linea immaginaria dell’Equatore
Gloria alle sirene sommerse
Gloria alle mezze mele
Gloria ai calciatori infortunati
Gloria alle radici semitiche irregolari
Gloria alle bottiglie messaggere nei mari infiniti
Gloria a d-o nei cieli più lontani e nascosti
e pace pace                        P A C E
all’uomo che sa volere bene il bene, volere bene al bene.

Glorie furono,
Glorie fummo noi.


lunedì 29 febbraio 2016

NEMO POETA IN PATRIA, bulgarograsso 13 marzo



4 versi, 2 birre e 1 chitarra
senza paronomasie
senza ossimori
senza sineddochi:
come una chiacchierata tra amici, come a casa, 
e tante sorprese, fidatevi!
vi aspetto





venerdì 19 febbraio 2016

casa è ciò di cui si ha nostalgia - ad André Breton


in occasione dell'anniversario della nascita di André Breton (1896) 
una poesia surrealista


s'allumano le lenzuola di lucciole
stese su quella spiaggia senza sole
una tisana s'intiepidisce nel sonno madre
davanti a cui ho il volto coperto
il velo della vergogna davanti al sudore al fuoco
agli stenti per aggraziare quest'uomo
che felice non è non sono mi velo
davanti a te mi portasti al circo una sera
era tanto triste che piansi nel mio buio
per i due biglietti strappati
il tuo volto affaticato di rughe e sforzi
incidente non è stato un incidente
è imminente come la quiete
che è un costrutto strettamente artificiale
la formazione in ambito
industriale il bolo alimentare la lipotimia
sincopale finché
un uomo per la spiaggia ravennate mi ferma
sulla sessantina "che ci fai qui? non sei
ancora partito?" lui occhi di cenere
non abbia io non abbia altra bara
che questa carne padre
io sono di cielo così chi non muore
in guerra si spegne di nostalgie qualcosa
manca
sempre ed emigra
questo mio volo profondo fandango
con i fiati del fato imperfetto
imperfetto un pupazzo si sposa di neve
e ride e salta e impazza
e l'inverno diviene ostello di pellegrini
viandanti allucinati e illusi
all'orizzonte l'abbaglio
le spiagge felici della pace
il barbaglio di un'onda assetata

M. Chagall, Les amants bleu, 1914

venerdì 5 febbraio 2016

100 anni fa è nato il DADA



il 5 febbraio 2016, presso il Cabaret Voltaire di Zurigo, in via Spiegelgasse, Tristan Tzara, circondato da Hans Arp, Hugo Ball, Marcel Janko e tanti altri, coniò il termine DADA.
sono passati solo 100 anni, sono passati già 100 anni: quello che è certo è che, se DADA è morto, come disse lo stesso Tzara nel 1924, DADA è risorto e più vivo che mai.

DADA non vuol dire nulla, ma DADA è tutto.
DADA è distruzione, DADA è antiarte, DADA è la nostra intensità, DADA è contro la logica, la morale e la dialettica. 
DADA è l'uomo davanti a se stesso, alla sua nudità.

vorrei qui ricordare la sua essenza, con prose di autori che parteciparono a questa "rinascenza artistica" per poi confluire nel Surrealismo.

tutti quelli che guardano e capiscono, che si sistemano per benino tra la poesia e l'amore, tra la bistecca e la pittura, saranno tutti digeriti. saranno digeriti.

DADA EST TATOU, TOUT EST DADA! (T.T.)


CHI E' IL DADAISTA?, Johannes Baader

il dadaista è un uomo, che ama la vita in tutte le sue forme incalcolabili, e che sa e dice: "non solo qua, ma anche là, là, là è la vita!". quindi il vero dadaista domina anche l'intero registro delle manifestazioni della vita umana, a cominciare dalla più grottesca autoironia fino alla più sacra parola del culto sul globo terrestre maturato, appartenente a tutti gli uomini. e farò sì che su questa terra vivano uomini in avvenire. uomini che siano padroni del loro spirito e che con questo spirito creino a nuovo l'umanità.


PASTICCERIA DADA, Paul Eluard

la tavola è rotonda, il cielo è forte, il ragno è minuto, il vetro è trasparente, gli occhi hanno dieci colori diversi, Louis Aragon ha la croce di guerra, Tzara non ha la sifilide, gli elefanti sono silenziosi, la pioggia cade, un'automobile si sposta più facilmente di una stella, ho sete, le correnti d'aria sono inutili, i poeti sono puntaspilli o maiali, la carta da lettere è comoda, la stufa tira bene, il pugnale uccide bene, il revolver uccide meglio, l'aria è sempre troppo profonda.

tutto questo noi lo inghiottiamo e, se lo digeriamo, ce ne fottiamo assolutamente.


IO, Louis Aragon

tutto quello che non è io è incomprensibile.
sia che la vada a cercare sulle rive del Pacifico sia che la raccolga nelle contrade della mia esistenza, la conchiglia che applicherò al mio orecchio risuonerà della stessa voce che prenderò per quella del mare e che non sarà se non il rumore di me stesso.
tutte queste parole, se a un tratto non mi accontento più di tenerle in mano come graziosi oggetti di madreperla, tutte le parole mi permetteranno d'ascoltare l'oceano, e nel loro specchio uditivo non ritroverò se non la mia immagine.
il linguaggio qualsiasi cosa sembri si riduce al solo Io e se ripeto una parola qualsiasi, essa si spoglia di tutto quel che non è io fino a diventare un rumore organico attraverso cui la mia vita si manifesta.
ci sono solo io al mondo e se ho ogni tanto la debolezza di credere all'esistenza di una donna, mi basta chinarmi sul suo seno per udire il rumore del mio cuore e riconoscermi.
i sentimenti non sono che linguaggi per facilitare l'esercizio di alcune funzioni.
porto nel taschino sinistro il mio ritratto molto somigliante: è un orologio di acciaio brunito. parla, segna il tempo e non ci capisce nulla.
tutto quello che è io è incomprensibile.




venerdì 29 gennaio 2016

L'INFINITO DISPARI




chi sarebbe disposto a non ammettere che l'infinito è sempre qualcosa di incompiuto, che l'imperfetto ha una sua dimensione sconfinata?

poesia musica immagine: un infinito dispari.






mercoledì 20 gennaio 2016

la salvezza sarà suono di sassi in un ruscello







sono tanto nera da non vedere le mie gambe
ma l'impiegato postale mi ha detto una parola da far mancar
di fiato                                                               che v'ha detto?
voi, ha detto, siete come un fiore
u n   f i o r e
m'ha detto. il fine esclusivo è far fiorire
primavera
la salvezza sarà suono di sassi in un ruscello, renzo

0 1 0 1 1 0 1 1 uno
se si sceglie



un testo che mi è molto caro, in cui l'inconscio del vissuto, echi manzoniani e codici binari si intersecano in un canto ingenuo.
poiché in fondo la scelta a cui siamo di fronte, nonostante tutti i nostri estrosi e intricati tormenti, è solo una: tra il non- essere e l'essere, tra l'arrendersi e il resistere, e diviene quindi una scelta così semplice e spontanea, a volte.


mercoledì 13 gennaio 2016

il mondo non è che un immenso carcere di innamorati



il mondo non è che un immenso 
carcere di innamorati, 
in quanto la realtà non risulta che sforzo 
di un perpetuo amore disperso, 
e perciò così bello, così divino.