venerdì 12 maggio 2017

Pasqua 2017

non voglio raccontare visioni fantastiche come se fossero reali: 
io racconto la realtà come una visione.


sulla strada petrosa per Kamakà con tre coriste
Pasika malamu” incontrate sulla strada
petrosa per Kamakà mentre un bimbo
lacrimava la mamma camminava
spedita avanti e al dorso il figlio che strillava
avanti occhi duri
fissi avanti il figlio urlava una disperazione
che nell’uomo non sa finire
il peso grava. “motengoli ozolumba
masuba” commentano di Gillien lo storpio:
“puzza di piscio”, ridendo di quella disperazione.
ciascuno si trascina la sua ombra, finché annuncia
un angelo dalla tenerezza di donna:
niente. niente è incurabile
nemmeno quanto è inguaribile
niente è incurabile. niente.
e restava la casa delle scimmie
e restava anche il bosco dei manghi
che chiamano incantato e io per una volta
ci credo continua la strada sette miglia
petrosa di Kamakà poiché alla fine
ci saremmo arrivati, alle danze, sette miglia,
alla gente (arriva anche Gillien
e ceste di manghi maturi) alla musica
chiassosa alla festa: è Pasqua.

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