venerdì 16 dicembre 2016

10 FALSI MITI SULL’AFRICA (o solamente alcune nostre piccole ipocrisie)




1. “In Africa muoiono tanti bambini, ma tanto le madri hanno tanti figli, quindi conta poco per loro”
una bella idiozia, perché basterebbe ascoltare le grida di dolore che dalla camera funebre arrivano sino all’ospedale, sino al convento, per capire quanto tagliente e devastante è quel dolore, un dolore che accomuna universalmente madri di ogni latitudine, non solo le nostre.

2. “Gli Africani non hanno voglia di lavorare”
gli Africani sono cocciuti e gran lavoratori; è vero, non amano la fretta e lo stress, ma di uomini senza paura della fatica se ne posso trovare in quantità; ad esempio papà Faustin, che lavora 9/10, a volte anche 11 ore consecutivamente nei campi, a spezzarsi la schiena, per dare da mangiare ai suoi figli, per non parlare delle donne…

3. “Gli Africani sono incivili”
qui l’educazione sin dalla scuola materna è fortemente improntata sulle regole, il rispetto dei ruoli, il protocollo e raramente ho visto persone capaci di discutere (e soprattutto di ascoltare!) in modo partecipativo e condiviso quanto qui… a volte sin troppo! una volta, al termine di una cerimonia pubblica, ho dovuto pazientare e ascoltare più di 9 discorsi di ringraziamento (tutti peraltro perlopiù stereotipati) per rispetto del protocollo e delle autorità presenti, per un totale di 5 ore di cerimonia.

4. “In Africa non ci sono disabili, perché vengono uccisi subito alla nascita”
ci sono eccome, e ci sono anche comunità. pochi giorni fa ho conosciuto una mamma con suo figlio Frederik, un ragazzo ormai 17enne con gravi disabilità: lo portava con totale amore dovunque andasse, sulla schiena, e io mi sono sentito tanto piccolo; ho conosciuto bambini nati con malformazioni che qui non si possono curare, ho conosciuto ragazzi con sindrome di down, epilettici, autistici. in Congo esistono persone con disabilità e sono amati, nonostante tutte le difficoltà, tanto quanto in Italia.

5. “Il mondo africano è un terzo mondo, un mondo primitivo”
e se il mondo africano fosse semplicemente un mondo altro, con valori, tradizioni, connotazioni proprie? sarebbe tanto difficile da accettare? non ne faccio un giudizio morale positivo o negativo, ma solamente di una diversità arricchente: come il blu è differente dal rosso, senza che uno sia meglio dell’altro, il bianco dal nero, così la loro cultura dalla nostra. anche perché la povertà qui non è un dato strutturale, quanto l’effetto di una storia coloniale che perdura da secoli: ecco, quello africano non è un continente primitivo, ma un continente sfruttato, dimenticato.

6. “Ma l’Africa non ci ha mai insegnato nulla e non potrà mai insegnarci mai nulla”
tralasciando che i primi uomini e le prime grandi novità della nostra storia sorsero proprio dalla regione africana dei grandi laghi, è innegabile e attuale la larga influenza sulla nostra cultura: dalla musica contemporanea (blues, jazz, gospel, sino alla recente RnB) alla danza moderna (hip hop) e alla moda, ma l’arte nera ha determinato anche la cultura europea più aulica, basti pensare alla casa del surrealista A. Breton, piena di feticci e statue d’ebano, o all’innovativo saggio di T. Tzara, fondatore del dadaismo, “Sull’arte primitiva”, all’influenza sul cubismo.

7. E’ facile per loro venire qui e invaderci; vorrei vedere se capitasse nei loro paesi, che succederebbe…”
ebbene, il Congo ha accolto e accoglie ogni anno migliaia, milioni di immigrati dai paesi circostanti, ora soprattutto dal Sud Sudan. nella sola regione dell’Ituri ci sono tendopoli per migliaia di profughi ad Aba e Biringi, tendopoli che si affollano sempre più. e come reagiscono? be’, la Caritas della diocesi di Mahagi-Nioka ha organizzato una raccolta fondi ed è stato infinitamente arricchente vedere come anche i più poveri portassero qualcosa da condividere, anche solo una moneta o una pentola. non serve aggiungere altro: a ciascuno la capacità di confrontare quest’accoglienza con quanto avviene in Europa in questi anni di disumana follia.

8. “Tanto l’Africa non ha futuro”
l’Africa E’ il futuro, credetemi, poiché ha risorse smisurate; non intendo solo le risorse naturali lussureggianti, di cui finora è stata costantemente derubata, ma soprattutto le risorse umane: persone geniali con un entusiasmo, una sete di vivere che in Occidente sembra perdersi sempre più. scommettiamo?

9.“Loro sono troppo differenti da noi”
che esistano diversità socio-culturali è una realtà evidente e scontata, ma parlateci insieme, con uno di loro, e vedrete che avrete più punti in comune che differenze, che ama la propria donna, che piange per il dolore o la nostalgia, che odia le ingiustizie. forse riconoscerete nei suoi occhi un amico, o un fratello.

10. “No, l’Africa non fa proprio per me”
questa è la frase che io stesso mi sono ripetuto spesso prima di conoscerla, l’Africa; poi posso dire che docce fredde, viaggi precari ed estenuanti, soli torridi o piogge torrenziali, insetti e mostri di genere, pranzi a base di cavallette o formiche e tante altre piccole nostalgie non sono bastati a inficiare nemmeno un briciolo della sua bellezza, della sua autenticità, e ora mi trovo qui. venite e vedrete, aveva detto qualcuno.


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