martedì 17 maggio 2016

ode al secolo presente

dove riposava la neve silenziosa:
lei le baciò lei
le fronde degli ultimi salici


lo si dà per assodato da decenni
così provo pure a ripetermela tra me
la lezione d'altri sommessa: babele
non si fermerà finché babele
crollerà s'indaffararono nel rabberciare
un monumento che facesse dimenticare
dell'uomo materia smarrita
ma non s'arresta il gigante

meglio l'oblio del dolore
per chi è nato schiavo
ma novembre non è il mese
per dipingere zanne di leoni

manovali schiacciati
manovali ammassati
consumatori consumati
e impacchettati che bevono bianco 
come fosse cicuta divorano
come non avessero più fegato
ad anestetizzare l'affanno
manovali imbambolati
manovali ammazzati


poi l'entropia
in origine era il verbo
perfetto tutto nel punto perfetto
la linea retta e parallela retta
colonna colonna colonna colonna
e nascesti
e le voci a moltiplicarsi le stagioni alzarsi
a camminare nelle notti
nella mattina onde contro
onde onde contro scogli onde
tutto volge alla complicazione
tutto ti si è disperso nella barbarie umana
che alla fine, ipotizzano, si risolverà
nel mondo ferito in cui il verbo
si dilegua
il tempio solenne rimasto al crepuscolo di capo sounion

il mostro è di ingranaggi minuti
"inghiottire fango in piccole prigioni private
prego" ma ci si abitua a tutto anche sotterra
alla morte dell'anima immortale


se ne uccidono mai abbastanza di poveri?
più uno è ricco più uno è stronzo poiché spesso
uno è ricco solo perché è stronzo
"parli da fottuto radicale
e sgarbato" e allora proclamatelo a voi stessi
all'anziano recluso in periferia di vita
alla baldracca accasciata spazzatura
al gesù di karthoum senza pasto
"io mi cibo degli altri" tutti
sbranano per esistere per essere
stati non basta più nulla
alla morale della sarcofagia
così carlomagno s'incoronò di sacro letame
pomposamente alla moda

niente paura non mangio bambini
nemmeno parlo di Cristo ma
guardatevi sono un uomo che incontra
le donne dei ricchi e poi le donne
di periferia sudate e stanche
passeggiata dell'ora d'aria nel centro commerciale
poi sulle panchine della stazione a fumare disperazione

ma il figlio dell'uomo avrà lingua nuova
tu sarai nuovo linguaggio
che alzi vento
ad abbattere il gigante golem
fango
fango
fango
non si sgretola la bellezza del petalo
amore insormontabile differenza
tra il seme e un sasso
i gigli del campo
eppure babele continua
che sembra che
solo il sole si schianti
in suolo d'esilio umano
in terra di babele





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